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Meno male che Giorgio c'è
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di Osservatorio Tg

Meno male che Giorgio c'è

 

  • ASCOLTA L'OSSERVATORIO DEI TG DEL 28 MARZO 2011
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  • I tg del 28 marzo 2011- Nello stesso giorno due italiani importanti, per motivi e ruoli diversi, conquistano spazio sui nostri TG:  giudiziari per il primo, di merito con il discorso alle Nazioni Unite per il secondo. Silvio Berlusconi e Giorgio Napolitano sono oggi le due facce di un Paese con ruolo da cenerentola sulla scena internazionale, come fa notare il direttore del TgLa7 Enrico Mentana, a proposito dell’esclusione dell’Italia dalla video conferenza tra Usa ed Europa sulla questione Libia. A voi decidere per merito di chi.  Ma nelle scalette dei Tg di prime time, la bella figura che il Capo dello Stato garantisce all’Italia, è preceduta da titoli e servizi sull’imputato Berlusconi. Noi avremmo preferito il contrario ed avremmo apprezzato anche un titolo tipo: “meno male che Giorgio c’è”.  La presenza a Milano di Berlusconi, imputato nel processo Mediatrade, scalza quella del Capo dello Stato al Palazzo di Vetro. Infatti per i soliti Tg Raiset,  bagno di folla davanti al tribunale sin dai titoli, mentre  Tg3, TGla7 e Tg2  danno conto anche delle contestazioni e mostrano appena un centinaio di pensionati.
    Come al solito nessuno spazio all’ennesima morte in carcere. Nell’indifferenza delle istituzioni e della stessa informazione, il numero dei suicidi in cella continua ad aggiornarsi al rialzo; già quindici dall’inizio dell’anno.  Un dato che approfondiamo nel commento con Eugenio Sarno, segretario della Uil Penitenziari.
    L’emergenza  sbarchi a Lampedusa con le proteste degli isolani è apertura per tutti. E tutti raccontano di un furto subito da una coppia di lampedusani da parte di alcuni immigrati che avrebbe fatto da scintilla, innescando le nuove proteste. Ma solo su TG1, Studio Aperto e Tg5 troviamo l’intervista alla vittima del presunto furto. Emilio Fede stasera ci sorprende quando blocca - su questo fatto- il racconto del suo inviato, per non creare – dice Fede da studio- né razzismo, né psicosi. Per una volta ci trova d’accordo. Nei vari Tg, sulla Libia, si consuma il giallo dell’avanzata dei ribelli verso la città natale di Gheddafi: per Tg3 e Tgla7 Sirte è in mano agli insorti, per gli altri  invece, è ancora in quelle del colonnello. In casa Rai - escluso il Tg diretto da Bianca Berlinguer- gli altri tacciono sul nuovo bavaglio ai talk show politici in vista delle amministrative. Lo stesso per i Tg Mediaset. Titolo e servizio invece nel Tg di Mentana. Così come la notizia della bufera sul programma Forum di rete 4 - in cui una donna racconta della paura per il terremoto e della ricostruzione a L’Aquila, elogiando il governo-  per i soliti noti Tg Raiset non esiste;  mentre è titolo e servizio per Tg3 e Tgla7;  con quest’ultimo che riserva anche un titolo alla love story archiviata tra la ministra Carfagna ed il finiano Bocchino. Di love story se ne occupa anche il Tg1 che, oltre al titolo sull’affaire Bocchino-Carfagna, titola e dedica un servizio ad un’altra storia sentimentale: i protagonisti non sono politici - ma sindacalisti calabresi-  ed alla segretaria provinciale della Cgil, l’amore per il collega della Uil, è costato la poltrona.

    Mariella Magazù


    Il commento di Eugenio Sarno, Segretario Uil Penitenziari
    (Intervista di Alberto Baldazzi)

     

    Eugenio Sarno: il 2010 sembrava essere un “anno horribilis” per le morti in carcere, ma in meno di quattro mesi nel 2011 siamo già a quota 15. Cosa si può dire?
    “Intanto che eravamo stati bravi profeti: non è stato difficile per noi pronosticare una deriva di morte e di violenza del circuito penitenziario. Chi conosce il carcere sa che, in mancanza  di qualsiasi provvedimento atto a ridare dignità e restituire civiltà al nostro sistema, la catena delle morti sarebbe continuata. Mai io dico di più: oltre ai 15 suicidi bisogna tener conto dei tanti tentati suicidi. Siamo già a duecento, la metà dei quali non si sono tramutati in morte per il tempestivo intervento e l’impegno della polizia penitenziaria, che è sempre più sola ed abbandonata”.


    Sarno, la comunicazione non sta dietro questo problema. La giustizia è sempre al centro dell’attenzione: processo breve, riforma epocale, scontro tra istituzioni; ma su questo tema l’opinione pubblica non è neanche sfiorata dall’attenzione dei media.
    “Diciamo che l’opinione pubblica non è idoneamente alimentata sull’informazione. Io qualche giorno fa a Milano, in un convegno che abbiamo organizzato proprio sulla giustizia, ho detto sostanzialmente che la politica è disattenta rispetto al mondo penitenziario; quando approccia le cose del carcere le approccia in modo presuntuoso oltre che incompetente. Vorrei dire che è la storia a confortarci in questo giudizio: basti pensare alla riforma del sistema penitenziario che ha creato ulteriori criticità, ma ancora più recentemente la cosiddetta  “svuota carceri” - che noi anticipammo non avrebbe svuotato alcunché: dalla sua promulgazione sono solo 1400 i detenuti che hanno beneficiato della detenzione domiciliare per l’ultimo anno di detenzione -
    Occorrerebbe quindi che la politica si confrontasse con gli operatori penitenziari e che i media, più che informare su qualche tradimento e su qualche fatto di gossip si occupassero anche di queste questioni sociali. Sia ben chiaro: la questione penitenziaria è uno dei più grandi drammi sociali che vive il nostro paese”.


    Dati Auditel di domenica 27 marzo

    Tg1 - ore 13:30 6.164.000 32,16% ore 20:00 5.759.000 24,66%.
    Tg2 - ore 13:00 3.164.000 18,10% ore 20:30 2.389.000 9,10%.
    Tg3 - ore 19:00 2.295.000 13,38%.
    Tg5 - ore 13:00 3.177.000 17,78% ore 20:00 4.858.000 20,72%.
    Studio Aperto - ore 12:25 1.814.000 12,44% ore 18:30 1.549.000 10,14%.
    Tg4 - ore 19:00 1.040.000 6,03%.
    Tg La7 - ore 13:30 1.046.000 5,46% ore 20:00 1.492.000 6,34%.

    Fonte: www.tvblog.it


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