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Taci: il cittadino ti ascolta!
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di Osservatorio Tg

Taci: il cittadino ti ascolta!

 

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  • I Tg di martedì 29 marzo - Nella giornata che vede la crisi di Lampedusa ad un punto di non ritorno i Tg, ovviamente, ci propongono diversi punti di vista. Studio Aperto e Tg4, le testate più “attente” alle sensibilità leghiste,dimenticano le dure parole di critica di Giorgio Napolitano sulla gestione della crisi, e con due servizi a testa, - oltre a riportare senza commenti e critiche l’eloquio volgare utilizzato da Bossi : “Fora d’i ball!” -, ci rassicurano invece che entro domani il problema sarà risolto. Fede poi non perde l’occasione ed apre  con l’ ultim’ora della visita del premier prevista domani sull’isola. E fa in modo di ripeterlo per ben tre volte. Le parole di Napolitano sono invece presenti su tutte le altre testate. Il Tg5 ospita in studio il ministro Maroni e, come il Tg1, Tg 2 e Tg La 7, fa un lungo servizio sul blocco dei migranti alla frontiera francese di Mentone.
    Dicevamo delle parole di Napolitano. E il titolo di oggi dell’Osservatorio è proprio dedicato alle parole. In inglese parlare si dice “talk”. In televisione i programmi di parole sono i “talk show”; e come ai tempi della guerra, nell’aula della Commissione Parlamentare di Vigilanza sta di nuovo  circolando, sotto forma di emendamento, lo slogan “Taci!”. L’obiettivo è far tacere i talk show d’informazione con la scusa delle elezioni amministrative. Non è la  prima volta e, come per le regionali del 2010, montano le proteste. Nel momento in cui i cittadini teleutenti avrebbero bisogno di più parole a confronto, si tenta di attuare una censura “neuronale”: è bene che la gente non senta e quindi non sappia. Non sappiamo se questa paradossale forzatura sarà,  in tutto o in parte, evitata. Solo il Tg3 e il Tg La 7 dedicano titoli e servizi alla questione. Nel commento ne parliamo con un membro del Consiglio di Amministrazione della Rai Nino Rizzo Nervo.
    Per il resto le scalette sono dominate dalle cronache di guerra in Libia, ma con sfumature diverse sul ruolo, o meglio sul mancato ruolo del nostro Paese. Il coltello nella piaga lo mettono soprattutto il Tg3 e il Tg La7, mentre le altre testate glissano. Sempre per quello che riguarda il Medio Oriente, solo il Tg1dedica spazio nei titoli alla repressione in Siria.
    Continua massiccia la presenza di cronaca criminale su diverse testate. Studio Aperto, quasi in apertura, dedica minuti e minuti alla vicenda delle gemelline svizzere . Il Tg4 di Fede è così ispirato dalla cronaca nera, che parla di Yara sbagliando più volte i tempi del rapimento e del ritrovamento del cadavere.  Ma non importa: quello che conta è tenere alta la tensione e il pathos.
    In conclusione una riflessione. La strategia comunicativa del premier è certamente efficace: se ieri la sua presenza nei Tg era legata all’udienza del processo Mediatrade a Milano, con contorno di fan club, questa sera tutti i Tg riportano fin dai titoli il suo messaggio contro le Procure della Repubblica italiana. Di “ riffe” o di “raffe” Berlusconi domina, comunque, nelle scalette di prime time.
    Lorenzo Coletta

     


    Il Commento di Nino Rizzo Nervo, Consigliere di Amministrazione Rai
    (Intervista di Alberto Baldazzi)

    Consigliere Rizzo Nervo, di che cosa si tratta: di malattie stagionali? La primavera porta le elezioni , le elezioni portano queste polemiche e questi attacchi sulla libertà d’informazione.

    “Non mi sembrano più malattie stagionali: ormai siamo nella patologia. Si sta ripetendo quello che è avvenuto nel 2010, con l’aggravante che stavolta l’Agcom non estenderà alle televisioni private il regolamento della vigilanza. Per cui se l’emendamento del Pdl sarà accolto vi sarà anche una disparità di trattamento – che francamente non è tollerabile -, e la chiusura del talk in Rai aggraverà già le conseguenze dei riflessi economici negativi già avuti lo scorso anno”.

    Consigliere, vogliamo ribadirlo? Questa situazione anomala dell’Italia, questa pervicacia della par condicio che si trasforma nel contrario di se stessa, è un fatto decisamente nostro: non esiste niente del genere nei paesi liberi.

    “Ma qui non si tratta della par condicio. La par condicio nasce in Italia a seguito di un anomalia: il conflitto d’interesse derivante dal fatto che il leader della formazione politica al governo ormai da quindici anni è il proprietario del maggior gruppo televisivo privato. Se no ci fosse il conflitto d’interessi, probabilmente non ci sarebbe bisogno di una legge sulla par condicio (anche se tutti i paesi hanno una loro regolamentazione nei periodi elettorali). Questa volta la par condicio non centra nulla: qui, con la scusa della par condicio, si tende ad annientare, se non a gestire completamente, i programmi di approfondimento informativo”.

    Ma cosa può esserci dietro? Si può dire che la comunicazione è un “avversario politico” (una definizione sicuramente generica, ma decisamente calzante). La si può usare?

    “Non saprei. Dietro c’è sicuramente che questa maggioranza ha paura del paese, ha paura che un’informazione corretta (come quella che avviene in tutti i paesi liberi del mondo) in Italia sia loro controproducente. Dopotutto, si tratta di una maggioranza il cui leader preferisce esporsi attraverso messaggi prefabbricati”.

    Consigliere, per concludere: in consiglio di amministrazione della Rai  potrà essere eretto qualche argine? Magari di sabbia, magari d’argilla …

    “Questo non lo so. Bisognerà vedere il regolamento che verrà approvato definitivamente  e poi, in base a quanto verrà approvato, si potranno prendere decisioni. Io però non ne sono convinto, e l’ho detto anche oggi, soprattutto dopo la decisione dell’Agcom (che è di stamattina, e quindi anticipa la decisione della vigilanza). L’emendamento per me appare francamente non ammissibile. Che cosa centra vietare programmi d’approfondimento che si possono occupare dalla Libia al Giappone o dell’ondata di immigrati. Ma che c’entrano le elezioni amministrative?”



    Dati Auditel di lunedì 28 marzo

    Tg1 - ore 13:30 4.768.000 25,93% ore 20:00 6.266.000 24,89%.
    Tg2 - ore 13:00 3.360.000 19,59% ore 20:30 2.794.000 9,90%.
    Tg3 - ore 19:00 2.355.000 14,10%.
    Tg5 - ore 13:00 4.518.000 25,97% ore 20:00 5.182.000 20,53%.
    Studio Aperto - ore 12:25 2.672.000 18,97% ore 18:30 1.156.000 8,52%.
    Tg4 - ore 19:00 1.159.000 6,92%.
    Tg La7 - ore 13:30 1.039.000 5,66% ore 20:00 2.639.000 10,32%.

    Fonte: www.tvblog.it


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