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Montecitorio 2: ciak, si gira. In onda una politica devastante
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di Osservatorio Tg

Montecitorio 2: ciak, si gira. In onda una politica devastante

 

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    I Tg di giovedì 31 marzo - Ciak si gira, anzi si replica e la location è sempre la stessa: il palcoscenico di Montecitorio, per la tragicommedia della politica Italiana. E così, se ieri lo zoccolo duro dei TG fedeli allo spargitore pubblico di ottimismo aveva puntato l’attenzione su un altro spettacolo, mandando in onda quello del premier a Lampedusa - glissando di fatto sulla bagarre alla Camera e sulla contestazione a La Russa fuori da Montecitorio-  oggi il copione si ripete, ma cambia l’attore principale e sul protagonista di ieri, il Pdl detta la linea comune “la non imparzialità del presidente della Camera”, ecco che i TG di prime time della pattuglia Raiset correggono la sceneggiatura,  pardon le scalette, ma dimenticano di ingestare  - notiamo- le nuove immagini. Studio Aperto, TG4, Tg5, Tg1 e Tg2, propongono lo scontro di ieri.
    Dopo il “vaffa” di "un rappresentante del popolo", come da definzione del Tg1,  si sceglie di non mandare in onda il lancio della scheda da parte del ministro della Giustizia. I telespettatori, dunque,  lo spettacolo triste possono vederlo solo  su Tg3 e Tgla7. Così come solo questi ultimi due raccontano e mostrano  l’infelice invettiva di un deputato leghista contro la collega disabile del Pd, fatto presunto secondo il TG2, e danno conto in dettaglio - i Tg diretti da Bianca Berlinguer ed Enrico Mentana- dell’ oggetto del contendere: l’approvazione del testo sul processo/ prescrizione breve. Nel commento ne parliamo con Luca Palamara, presidente dell’ANM.
    Il giorno dopo la promessa di miracolo, a  Lampedusa,  la rabbia dei tunisini rischia di esplodere. La manifestazione di oggi dei migranti  la  troviamo un po’ in tutti e sette i Tg, con quello della rete ammiraglia Rai che si chiede testualmente attraverso la sua inviata sull’isola “ma cosa si aspettano di trovare?”. Il Rubygate, con il via al processo il prossimo 6 aprile,  è titolo e servizio per Tg3 e Tgla7. Neppure una riga per il blocco Raiset che, di Berlusconi, si occupa  per dirci  che la prossima settimana andrà in Tunisia per risolvere la questione immigrati. La guerra in Libia finisce in coda un po’ per tutti, ma vogliamo fare i complimenti al Tg3 che da un mese, attraverso i reportage dal fronte dell’inviata Lucia Goracci , ci racconta la guerra ad armi impari dei ribelli anti raìs.
     Solo il Tg di Bianca Berlinguer e quello di Mimun, con un servizio entrambi,  ci danno poi la notizia del nuovo balzo dell’inflazione. Il pacco bomba alla caserma della Folgore è titolo e servizio per tutti i Tg di prime time, al pari della riapertura delle indagini sul delitto dell’Olgiata. Notizia questa che nel solito Studio Aperto si contende lo spazio con i fatti di cronaca degli ultimi mesi.  Scende il Giappone che resta fuori dai titoli così come nessuno - ad eccezione del Tg di Mentana-  dà notizia dell’indiscrezione della serata: l’avvio di consultazioni del Capo dello Stato con i capigruppo alla Camera. Il Tg2, ultimo in onda nel prime time, tace. Sarà perché ancora orfano del direttore a causa di un' altra bagarre o tragicommedia: quella  nel Cda Rai sulle nomine ai vertici dei Tg. Notizia che interessa invece Enrico Mentana e nel suo Tg riserva un servizio alla questione.
    Mariella Magazù


     

    Il Commento di Luca Palamara, Presidente dell’Associazione Italiana Magistrati
    (Intervista di Alberto Baldazzi)


    Dottor Palamara, partiamo da quello che potrebbe apparire un dettaglio: cosa significa, dentro l’itinerario di un procedimento di una corte italiana, la prescrizione breve?

    “Il discorso di fondo è uno ed è molto chiaro : assistiamo ancora una volta ad interventi che sono episodici e contingenti e che non tengono conto del complesso del processo penale e che sono inoltre in contrasto da quello che proviene dalle convenzioni internazionali; in particolar modo quelle sulla corruzione. Ma cosa dicono? Queste convenzioni ci parlano della necessità di definire i processi, non di dire: “Non procediamo perché è trascorso il tempo del reato”. Questo significa la prescrizione breve”.

    È possibile ipotizzare dei numeri? La prescrizione breve, così come viene incernierata all’interno del processo breve, che seppure in una condizione esteticamente assai negativa, è in questo momento all’attenzione della Camera. Ecco: la prescrizione breve con quanti processi in essere potrebbe incidere?

    “In Italia circa 150 mila processi vengono cancellati per prescrizione. È ovvio – e lo Stato lo dovrebbe calcolare – quanti danni si verificherebbero in virtù di questo ulteriore accorciamento dei termini di prescrizione. Sono numeri che potremmo calcolare nel prossimo immediato futuro facendo una ricognizione in tutti i tribunali italiani”.

    La prescrizione breve, e più in generale l’attuazione eventuale del processo breve , inciderebbero su reati e procedimenti, come dire, di pura criminalità.

    È proprio questo il discorso di fondo: il fatto che si lancia un messaggio di sostanziale impunità . Chi ha commesso un reato rischia di farla franca perché il processo non si svolge entro i tempi ragionevoli , e questo comporta la conseguenza che una volta che il processo è finito in prescrizione, non si consente l’accertamento di una eventuale responsabilità”.

    Le faccio una domanda da cittadino della strada: se essere condannati, essendo incensurati, diventa molto più difficile perché la prescrizione breve comprime i tempi del procedimento, soprattutto di quelli in essere, ciò significherà che verranno condannati in pochi, sempre di meno, e quindi l’ingiustizia trionferà.

    Un altro dato sul quale poggiare l’attenzione è il seguente: si rischia di creare una differenzazione tra chi ha commesso , ad esempio, una grave truffa miliardaria o un grave fatto di corruzione ed è incensurato, e nei suoi confronti quindi il processo potrà durare di meno, e chi ha commesso un fatto “bagattellare” e magari tanti anni fa, una ventina di anni fa, ha commesso un piccolo reato. In questo caso invece non scatterà il regime differenziato e privilegiato. Tutto questo rischia di creare anche una palese situazione di irragionevolezza e quindi un contrasto con la Carta Costituzionale.

     


    Dati Auditel di mercoledì 30 marzo

    Tg1 - ore 13:30 4.454.000 25,91% ore 20:00 5.905.000 24,50%.
    Tg2 - ore 13:00 3.139.000 20,39% ore 20:30 2.911.000 10,78%.
    Tg3 - ore 19:00 2.301.000 14,68%.
    Tg5 - ore 13:00 3.686.000 23,43% ore 20:00 4.477.000 18,48%.
    Studio Aperto - ore 12:25 2.520.000 20,49% ore 18:30 1.149.000 9,31%.
    Tg4 - ore 19:00 1.109.000 7,08%.
    Tg La7 - ore 13:30 1.014.000 5,90% ore 20:00 2.562.000 10,43%

    Fonte: www.tvblog.it


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