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TG fotocopia nella giornata mondiale dell'informazione
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di Osservatorio TG

TG fotocopia nella giornata mondiale dell'informazione

I Tg di martedì 3 maggio - L’uccisione di Osama Bin Laden con annessi e connessi, l’ansia per possibili attentati anche nel nostro Paese e la ritrovata o raggiunta intesa armata tra lega e pdl  per il voto della mozione del carroccio sulla missione in Libia, si contendono lo spazio all’interno della scalette dei Tg di prime time. Racconto della giornata politica in chiave ordinaria per quasi tutte le testate. Così come tutti i Tg, con l’eccezione di Studio Aperto e Tg4,  riprendono sin dal titolo le dichiarazioni del pentito Brusca che, dal processo di Firenze accusa l’ex ministro dell’Interno Mancino, e parla di contatti che Cosa Nostra avrebbe cercato con il futuro presidente del consiglio. Del nuovo attacco sferrato in serata dal premier, contro i magistrati e contro le intercettazioni, ci informano soltanto con una breve da studio Tgla7 e Tg2, che sfruttano in corsa i lanci di agenzia usciti dopo le 20.
Così come sul presidio davanti alla sede della commissione di vigilanza Rai contro l’oscuramento mediatico dei referendum, servizio soltanto per il Tg3. Nessuna testata stasera, invece,  ha ricordato che oggi è la giornata mondiale per la libertà di stampa. Settore che nel nostro Paese non gode certo di ottima salute, a guardare i posti  in cui l’Italia si colloca nelle classifiche annuali,  stilate dai maggiori osservatori internazionali. Del ruolo dell’informazione italiana, che guarda più ai fatti di casa propria e meno a quanto accade nel mondo, parliamo nel commento con Roberto Natale, presidente della Fnsi.  Per il resto, segnaliamo ed apprezziamo, l’attenzione del Tg3 al Paese reale con un servizio sulle occupazioni abusive di edifici abbondanti, da parte di lavoratori - ex cuochi, sarte ed operai italiani-  che una volta perso il lavoro, non hanno più  neppure una casa.  Il Tg di Enrico Mentana invece sempre attento alla politica,  si chiede nel titolo “Fini si sgancia dal terzo polo?”, riprendendo l’intervista rilasciata dal presidente della Camera al quotidiano L’Unità. Mentre Emilio Fede, la sua attenzione la dedica sempre al meteo e stasera ci rassicura non solo sull’arrivo del bel tempo, ma anche con due titoli fondamentali su salute e moda, dicendoci come difenderci dai rischi più gravi per il cuore e che la moda femminile torna agli anni ’70 e riparte dai pantaloni a zampa di elefante.
Mariella Magazù


Il commento di Roberto Natale, Presidente FNSI
   (intervista di Alberto Baldazzi)

Roberto Natale, la FNSI ha deciso di dedicare la giornata mondiale sulla libertà d’informazione agli avvenimenti del nord Africa ….

“Si, abbiamo scelto di dedicare questo 3 di maggio0 al nord Africa perché lì stanno avvenendo fatti drammatici ed esaltanti; drammatici perché rischiano la vita da anni le giornaliste ed i giornalisti che lì lavorano; esaltanti perché si sta assistendo ad una vera e propria primavera. Con felice espressione il Presidente Napolitano nelle settimane in cui in Italia festeggiavamo i 150 anni dell’Unità, ha parlato di “Risorgimento dei popoli arabi”, mentre qualcun altro – il Presidente del Consiglio-, parlava di “tsunami umano”, mostrando solo preoccupazione per l’arrivo di immigrati. Questo processo è esaltante anche per quello che riguarda noi giornalisti, perché dimostra quale ruolo civile possa ancora svolgere l’informazione quando è in sintonia con le speranze di libertà di un popolo; nella primavera dei paesi arabi di questi mesi, c’è motivo del lavoro sotterraneo che in questi anni l’informazione ha continuato a svolgere; noi ce ne siamo accorti – come spesso capita -  piuttosto tardi; la reazione dominante è stata quella della sorpresa perché afflitti da quel nostro tradizionale vizio di non alzare lo sguardo oltre al cortile di casa nostra”

Natale, non vorrei farle abbassare troppo lo sguardo nel cortile di casa nostra, ma oggi ci sono due fatti che possono avere un valore anche simbolico: l’ulteriore protesta davanti alla commissione parlamentare di vigilanza  per la totale assenza di informazione sui referendum,   dall’altra – da Viale Mazzini – la notizia dell’indicazione della nuova Direttrice Generale ….

Sì, non si tratta di abbassare lo sguardo. Tra l’altro in questo tre maggio, in questa giornata mondiale della libertà d’informazione la federazione europea dei giornalisti ha fatto un documento nel quale parla di “situazione preoccupante” in un gruppo di paesi, in primo dei quali è l’Ungheria per la pericolosissima legge sui media approvata pochi mesi fa, ma il secondo è l’Italia. I referendum  continuano ad essere una delle ragioni per le quali, a livello internazionale,  siamo considerati così male. Se ci pensate sta ormai diventando una pericolosa consuetudine quella che, alle campagne elettorali, che si tratti di politiche, di regionali, di amministrative o di referendum, si associa una riduzione d’informazione: sta succedendo adesso con i referendum. Noi giornalisti non abbiamo da limitare per il Sì o per il No - ciascuno, come privato cittadino ha le sue opinioni -, ma ciò su cui dobbiamo tutti noi giornalisti essere intransigenti e militanti è il diritto dei cittadini a sapere: è proprio questo che viene messo in questione. Collegherei a questo anche un primo giudizio sulla nuova direzione generale della Rai. Per la prima volta abbiamo una donna, Lorenza Lei, che viene dalla carriera interna alla Rai; la giudicheremo dai suoi atti, anche se va sottolineato un primo elemento positivo: si tratta della prima volta che una donna arriva alla responsabilità di Direttore Generale. Sergio Zavoli, presidente della vigilanza, ha commentato poco fa dicendo: “Ci attendiamo anche un’inversione di tendenza sul modo in cui il servizio pubblico racconta le questioni connesse all’immagine della donna. Sappiamo che il servizio pubblico in questi ultimi anni ha avuto un ruolo assai negativo sulla scia di quanto aveva fatto l’emittenza commerciale. Ci attendiamo comunque da questo nuovo direttore generale un primo ed importante segno di discontinuità rispetto la disastrosa epoca di Mauro Masi. Ci aspettiamo che sull’informazione il servizio pubblico recuperi un profilo di autonomia e di apertura. Che non si associ più, com’è successo negli ultimi anni, servizio pubblico all’idea di informazione che viene tagliata, che non c’è, che viene imbavagliata e che deve subire le telefonate in diretta del Direttore Generale.



Dati Auditel di lunedì 2 maggio 2011

Tg1 - ore 13:30 4.557.000 25,25% ore 20:00 6.717.000 27,28%.
Tg2 - ore 13:00 3.596.000 22,01% ore 20:30 2.714.000 9,77%.
Tg3 - ore 19:00 2.418.000 15,27%.
Tg5 - ore 13:00 4.299.000 25,70% ore 20:00 5.271.000 21,53%.
Studio Aperto - ore 12:25 2.793.000 21,45% ore 18:30 1.240.000 9,83%.
Tg4 - ore 19:00 1.092.000 6,87%.
Tg La7 - ore 13:30 1.003.000 5,56% ore 20:00 2.396.000 9,70%.
Fonte: www.tvblog.it


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