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Si avvera la profezia di Montanelli?
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di Stefano Corradino*

Si avvera la profezia di Montanelli?

“Io voglio che vinca, faccio voti e faccio fioretti alla Madonna perché lui vinca, in modo che gli italiani vedano chi è questo signore. Berlusconi è una malattia che si cura soltanto con il vaccino, con una bella iniezione di Berlusconi a Palazzo Chigi, Berlusconi anche al Quirinale, Berlusconi dove vuole, Berlusconi al Vaticano. Soltanto dopo saremo immuni. L’immunità che si ottiene col vaccino”. Così dieci anni fa Indro Montanelli spiegava, intervistato da Enzo Biagi, la sua teoria per battere Berlusconi.

E’ davvero iniziata la fase di disintossicazione e di ipnosi collettiva? Il risultato, inaspettato, del primo turno delle amministrative, sembra segnare una netta inversione di tendenza. Berlusconi ci ha messo la faccia e l’ha persa, salvo poi ricostruirla con l’aiuto di qualche chirurgo plastico. Ha attribuito a queste consultazioni un valore nazionale, convinto di poter battere con nonchalance l’avversario.

Ha utilizzato  tutti i suoi mezzi: le videocassette a reti semiunificate, le intimidazioni, la compravendita dei parlamentari… E poi le tante promesse fatte in questi anni e rimaste lettera morta: il milione di posti di lavoro, la riduzione delle tasse, l’abolizione dell’Irap e delle province, la casa a tutti gli sfollati de l’Aquila, lo sgombero della spazzatura a Napoli, la soluzione al problema degli sbarchi, la cura del cancro in tre anni. Ha promesso di far fare all’Italia la sua parte nella lotta contro l’Aids salvo poi “dimenticarsi” di versare la quota per i progetti contro l’Hiv ed essere estromessi dal Fondo Globale.

Per questo ci auguriamo che tra due settimane al ballottaggio questo “venditore di tappeti taroccati“ subirà l’ennesima sconfitta. Detto ciò, non dovremo illuderci. Berlusconi è l’uomo più potente d’Italia e altre volte abbiamo assistito a cadute rovinose dalle quali si è brillantemente rialzato. E anche questa volta cercherà di attingere da tutto il suo repertorio per riguadagnare il terreno perduto. E lo farà, come sempre ha fatto, con tutti i mezzi, leciti e illeciti.

Oggi è un bel giorno. Ma da domani è importante che tutte le energie positive, vive e vibranti di questo Paese, tutti coloro che amano la Costituzione e la legalità non si adagino, continuino a tenere gli occhi aperti e che facciano fronte comune senza dividersi, mettendo da parte sterili particolarismi e rendite di posizione per inseguire un progetto comune, un’utopia concreta. Che non è la semplice liberazione da Berlusconi e dal berlusconismo, ma la costruzione di una società migliore.

Un’altra Italia è possibile.

* Pubblicato su "Il Fatto Quotidiano"

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