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Intercettazioni: si scatenano gli uffici stampa del Governo
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di Osservatorio Tg

Intercettazioni: si scatenano gli uffici stampa del Governo

ASCOLTA L'OSSERVATORIO DEI TG DEL 23 GIUGNO 2011
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LEGGI L'OSSERVATORIO DEI TG DEL 23  GIUGNO 2011 

 I Tg di giovedì 23 giugno 2011- Bisignani, l’uomo in contatto con tutti, riesce a sintonizzare anche tutti i Tg di prime time. Intendiamoci: non è che, dopo giorni di reticenze i Tg Raiset si siano messi a parlare della P4. Queste sciocchezzuole sono lasciate al Tg 3 e al Tg La 7. Tg 1, Tg 5 possono finalmente occuparsene “ di rimbalzo”, perché  hanno la linea ed un “prodotto da vendere”. Consueti banditori del governo, all’unisono propagandano l’Alfano pensiero sulla necessità di un intervento immediato sulle intercettazioni. Il ragionamento non fa un grinza: senza intercettazioni non si avrebbe ragione di parlare di tante brutte cose, e neanche di P4. Emilio Fede, rappresentante eponimo del giornalismo made in Arcore, è già da diversi giorni che ha riesumato la questione intercettazioni: apertura anche stasera per il Tg4. TG 2 compie un quasi capolavoro, dando spazio in apertura ad un’ altra brava persona: Licio Gelli, che assicura tutti come la P4 sia poca cosa rispetto alla P2. Che il momento sia cruciale lo rivelano le aperture del  TG 5 e del Tg1, sostanzialmente identiche e intente  a sottolineare l’elemento più  ”pop”: il costo delle intercettazioni. Come dice chi firma il servizio del Tg 1: “In momenti di crisi è da qui che bisognerebbe cominciare a risparmiare”. Per la gioia del  parco utenti del Tg 1 – per quanto vedovo di un milione abbondante di spettatori persi per strada -   il Direttorissimo  Minzolini regala stasera uno dei suoi editoriali. Un compitino da  6 - - sul quadro politico dopo la verifica del governo in Parlamento, impreziosito però da una gemma: l’invito a mettere mano immediatamente proprio alle intercettazioni. Per chi avesse avuto dei dubbi, Minzolini ha voluto far sapere che la pensa come Alfano.
I contenuti delle intercettazioni che risultano divertenti, penalmente irrilevanti, ma costose, - questa la “declinazione” e la vulgata del ministro segretario in pectore del Pdl – sembra siano qualcosa di ordinario che fa ribrezzo solo a pochi; tra questi si colloca Ezio Mauro, Direttore di Repubblica. Nel commento abbiamo ripreso il suo odierno intervento alla riunione di redazione.
Il resto della politica, e soprattutto le divisioni interne alla Lega, trovano ospitalità solo su Tg 3 Tg 2 e Tg La 7, mentre del dramma rifiuti a Napoli si discute come in una curva calcistica, giungendo al punto che Emilio Fede riesce a censurare il direttore del Mattino, che stava cercando di ricordare che La città è in attesa di un decreto del Governo che non arriva.
Infine segnaliamo che l’abbinamento Tg 1/Tg 5 non vale solo quando operano in qualità di ufficio stampa del governo: il primo ed il secondo Tg italiani più seguiti (sempre meno) anche stasera ci regalano dotte riflessioni e approfondite analisi sulla rottura Clooney-Canalis. Visibilmente commossi, ringraziamo.


Alberto Baldazzi


 


                         IL COMMENTO DI EZIO MAURO, DIRETTORE DE LA REPUBBLICA

                                       (DAL SITO WWW.REPUBBLICA.IT)     

“Rispunta la legge bavaglio, che è l’esito naturale di un potere spaventato che non sa gestire politicamente e non sa gestire neanche moralmente davanti all’opinione pubblica questa emergenza che lo assedia. E’ lo spettacolo di uno snodo di potere abusivo, che è creato proprio dentro il mondo del governo e che fa mercimonio di tutto il lavoro, diciamo, normale che passa tra lo stato, tra il “para”stato, tra le aziende pubbliche, tra il mondo dell’economia, e che fa da crocevia tra i poteri italiani, assoggettandoli a questa potestà impropria gestita da questo uomo della P2, che porta i metodi della P2 proprio sulle soglie dello stato italiano grazie al governo Berlusconi.

Il potere non sa, non sa distinguersi da questa cosa che è accaduta perché non può farlo. Evidentemente il metodo Bisignani, l’antropologia politica e di potere che ne emerge è “consustanziale” al potere berlusconiano, nella forma di Berlusconi stesso, nella forma di Gianni Letta, il suo principale collaboratore, nella forma di un tardo “andreottismo”, declinato secondo le forme della P2, secondo le forme di un potere autocratico come quello che conosciamo da anni. Non c’è stata la capacità di parlare di questa cosa, di dirla al paese, di spiegare che cos’è; di prendere le distanze dalle parti più evidenti; dal comportamento di questo parlamentare di Forza Italia che si chiama Papa. Ecco, non c’è stata quella che in politica è l’unica cosa che conta, cioè l’assunzione di responsabilità. C’è soltanto il terrore per le intercettazioni, terrore che era già emerso quando sullo sfondo c’era qualcosa che noi non sapevamo ancora che cosa fosse, ma che Berlusconi sapeva bene: lo scandalo Ruby.

Allora, per evitare che lo scandalo Ruby si condensasse in qualcosa di comprensibile per i cittadini, si tentò di intervenire con la legge bavaglio; raccontando agli italiani un mucchio di panzane: “Siamo tutti intercettati, siamo il paese che ha più intercettazioni”, tutte cose che sono state smontate numeri alla mano. Questa legge è semplicemente, oltre ad essere illiberale, oltre a far sì che i cittadini non siano informati delle cose che devono giudicare, delle cose che devono conoscere, contro il sentimento politico dei tempi. Vuol dire non aver capito niente della tornata elettorale, intendo dire non aver compreso qualcosa che viene “prima” della destra o della sinistra: lo spirito dei tempi, quella cosa che ha spinto i cittadini ad andare fuori casa quel giorno e di andare a votare. Non si capisce che è una dichiarazione di autonomia dal potere, è una presa di coscienza. Come si può pensare di dire ai cittadini: “Ma io ti impedirò di sapere alcune cose”, oltre naturalmente a intralciare le indagini e il controllo della legalità? Ci sono le impronte digitali di un potere impaurito su questa tentazione, e c’è lo spettacolo di un potere arroccato, che non sa affrontare politicamente questa emergenza, e quindi si chiude e alza un ponte levatoio.”  


Dati Auditel di mercoledì 22 giugno

Tg1 - ore 13:303.378 19.93% ore 20:00 4.140 22.32.
Tg2 - 
ore 13:00 3.393 21.49 ore 20:30 2.028 9.70%.
Tg3 - 
ore 19:00 1.837 15.60%.
Tg5 - 
ore 13:00 3.726 23.20% ore 20:00 3.661 19.65%.
Studio Aperto - 
ore 12:25 3.136 24.69% ore 18:30 981 9.86%.
Tg4 - 
ore 19:00 725 5.88%.
Tg La7 - 
ore 13:30 951 5.36% ore 20:00 2.098 11.24%Fonte:www.tvblog.it


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