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REFERENDUM ELETTORALE. Silenzio mediatico assordante
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di Andrea Morrone*

REFERENDUM ELETTORALE. Silenzio mediatico assordante

Mancano pochi giorni per completare la raccolta delle firme per il referendum elettorale contro la “legge porcata”: ma il silenzio assordante dei media continua forte e chiaro. I nemici della nostra iniziativa sono molti e, tra questi, un ruolo di primissimo piano stanno avendo i mezzi di comunicazione. Dall’avvio della raccolta delle firme, annunciata il 4 agosto, ad oggi, le emittenti radiotelevisive hanno sistematicamente ignorato la campagna referendaria per il diritto politico di scelta dei rappresentanti politici. Abbiamo denunciato subito questo stato di cose, insieme ad altri e, tra questi, “Articolo 21”, in prima linea insieme a noi anche in questa difficile partita.
Abbiamo sollecitato un intervento dell’Agcom affinché, nell’esercizio dei suoi compiti istituzionali di garante del pluralismo e dei diritti degli utenti, assicurasse il diritto costituzionale all’informazione. Il risultato è stato un timido atto di indirizzo emesso il 19 agosto, ribadito il 5 settembre alla luce di un monitoraggio interno del quale, però, non conosciamo i dati, che ha certificato, come se ce ne fosse bisogno, l’insufficiente informazione sul referendum elettorale e sulla raccolta delle firme. Insistiamo: non basta. E’ necessario innanzitutto dare conto dei risultati del monitoraggio e, poi, adottare misure ferme per ristabilire un livello di informazione quantomeno sufficiente.
Siamo ricorsi a forme di protesta civile, innanzitutto contro la concessionaria del servizio pubblico, manifestando davanti alla sede di Viale Mazzini a Roma. L’incontro, avuto da me e Arturo Parisi con il Presidente della Rai Paolo Garimberti, mercoledì 7 settembre, ha sortito un invito alla Direzione generale per sensibilizzare le testate affinché informassero circa i contenuti del referendum e l’imminente scadenza della raccolta. Risultato: solo un piccolo servizio nel Tg2 delle 13.
Anche per questo ci siamo rivolti al Presidente della Commissione parlamentare di vigilanza sui servizi radiotelevisivi. In una lettera ufficiale inviata l’8 settembre ho chiesto un suo fermo e deciso intervento nei confronti della concessionaria del servizio pubblico, per assicurare, al più presto, il diritto costituzionale all’informazione dei cittadini: e, ciò, avuto riguardo sia ai contenuti dei referendum promossi, sia, soprattutto, alla possibilità che attraverso questi referendum tutti i cittadini possano essere messi nelle condizioni di partecipare ad una iniziativa di valore costituzionale, esercitando un diritto di iniziativa politica loro garantito dalla Costituzione.
Nonostante tutto, dobbiamo registrare una generale e diffusa indifferenza che si traduce in manifesta ostilità contro chi chiede diritti e democrazia. Non lo possiamo accettare, non solo come referendari, ma soprattutto come cittadini. In questo difficile momento di emergenza economica e sociale, la necessità di ripristinare la pienezza del diritto all’informazione costituisce una delle priorità della nostra Repubblica. La sfida referendaria per abrogare la “legge porcata” non è solo una battaglia per il diritto politico di partecipazione democratica di tutti i cittadini, ma anche un atto di denuncia delle gravi corresponsabilità del sistema informativo italiano nel processo, in atto da tempo, di depauperamento e di svilimento del discorso pubblico.

*presidente comitato referenderario

L'iniziativa di Valigia Blu davanti a Montecitorio 


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