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"Siamo tutti Telejato". La tv antimafia minacciata dalla mafia e dalla legge sul digitale terrestre
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di Alessandra Gaudiano

"Siamo tutti Telejato". La tv antimafia  minacciata dalla mafia e dalla legge sul digitale terrestre Il 24 Settembre 2011, a ormai 12 anni dalla sua fondazione, Telejato scende in piazza, in un sit-in di protesta contro l'ultima legge Finanziaria, che prevede la chiusura di tutte le televisioni comunitarie e la vendita ad altissimo prezzo delle frequenze televisive, ad eccezione della Rai, Sky e La7, che invece potranno continuare a disporre gratuitamente delle loro frequenze.

Una legge inaccettabile per Pino Maniaci, direttore di Telejato, e per Alberto Lo Iacono, suo fondatore, che per anni hanno portato avanti la loro rete televisiva, proponendo la costante denuncia dei sorprusi di stampo mafioso e non lasciandosi intimidire dalle continue minacce e dai numerosi attentati con i quali sono stati presi di mira. La protesta, iniziata davanti la sede di Telejato, ha visto i partecipanti impegnati, durante la mattinata, in un volantinaggio per le vie del paese, con lo scopo di ottenere la solidarietà della cittadinanza partenicese contro la chiusura dell'emittente. Il corteo si è poi spostato in piazza, dove si è tenuta un'assemblea popolare in cui sono intervenuti anche Graziella Proto, dell'associazione Rita Atria, il professore Salvo Vitale, amico e compagno di Peppino Impastato, Riccardo Orioles, giornalista e direttore del mensile Casablanca, il giornalista Rino Giacalone non presente ha inviato un suo messaggio e il regista Pietro Orsatti.

A conclusione degli interventi è stato costituito il comitato "siamo tutti Telejato" , con l'obiettivo di promuovere attività e manifestazioni contro la soppressione della rete televisiva privata. Tutto questo è avvenuto però nell'indifferenza più totale dei cittadini partenicesi, che in numero molto ridotto hanno preso parte alla manifestazione. E questa si che può essere definita la più grande sconfitta per Pino Maniaci, per Telejato e per tutti noi. Quella di sabato scorso è stata una protesta che molti potranno ritenere inutile, considerato che Telejato, o per meglio dire, la sua frequenza, è già stata venduta. Ma sabato si è fatto un passo importante: si è dimostrato che, anche se poche, ci sono persone che ancora credono in Telejato e in una informazione LIBERA che non risponde a padroni e non si piega alle intimidazioni.

* tratto da www.liberainformazione.org

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