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Referendum, oltre un milione di firme per cancellare il porcellum. Partito o non partito, la gente sa valutare
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di Adriano Donaggio

Referendum, oltre un milione di firme per cancellare il porcellum. Partito o non partito, la gente sa valutare Una sberla. Uno schiocco secco, sonoro come un colpo di fucile. Unmilioneduecentodiecimilaquattrocentosessantasei firme per abrogare una legge che truffava gli elettori. Non solo un porcellum per usare il termine usato dalla mente  che l’ ha concepita, sostenuta e difesa nelle sedi previste, molto di peggio. Un sequestro della vita democratica del paese, del diritto dei cittadini di scegliere i propri rappresentanti, di avere un confronto democratico nel territorio in cui vivono con chi li rappresenta. Ma come?  In un momento in cui si chiedono sacrifici a grandinate contro i soliti disgraziati (lavoratori e pensionati) che pagano le tasse, qualcuno che sta a Roma sceglie per noi chi rappresenta i nostri interessi, i nostri sacrifici? Ma come? Venite a parlarci di Roma Ladrona e decidete a Roma o a Varese chi ci rappresenta? Per favore risparmiateci almeno la presa in giro. Risparmiateci questa cosa cui nessuno crede, un mezzo bicchiere di acqua del Po buttato nella laguna inquinata di Vemezia. Per favore un po’ di rispetto per il Veneto.
Sarò sincero. Quando Arturo Parisi, quest’ agosto, con il caldo che faceva, mi parlò del referendum pensai che era pazzo. Come sarebbe stato possibile raccogliere tutte quelle firme avendo davanti a sé soltanto un mese di tempo, in pratica, il mese di settembre? E anche Articolo 21 e Giulietti mi sembrarono spericolati. La loro solidarietà? Un eccesso di coraggio. Non era così. Avevano ragione. Partito o non partito, la gente sa valutare. Non è vero che la gente la butta in antipolitica. Butta dalla finestra chi fa  cattiva politica. Ormai quella gente lì che inquina, sempre gli stessi, le trasmissioni televisive, il cittadino non l’ ascolta più e non sa che farsene. Devono metterselo bene in testa. Il cittadino sa cosa è importante e cosa non lo è.  Sa valutare in proprio, ha un testa che gli funziona, ragiona e decide.
Mai come in questa occasione un referendum non è stato sponsorizzato dai media. I partiti, con le solite eccezioni, ricordavano un detto veneto: “”Mi raccomando alla larga dalle tette delle suore. Per dire: non toccate i tabù, vi potete far male e potete far del male. Niente. Chi è stato prudente, per non dire reticente, si trova oggi con la faccia pitturata di bianco. Farebbe bene a stare zitto e smettere di fare prediche. La gente è matura e sa giudicare. Chi ha cercato di portare a spasso l’ opinione pubblica, vada a spasso lui, i giardinetti sono pieni di panchine vuote.
Scrive il sito del Corriere della sera (quarta notizia): “la proposta di abrogare il referendum sostenuta da una quantità inattesa di cittadini”. Ma come? I sondaggisti del Corriere dov’erano? La sensibilità del giornale era in sonno? E poi c’ è una notizia sostenuta da più di un milione di persone e viene relegata al quarto posto? Si lamentano che oggi la gente legge sempre meno i giornali. Dicono che la colpa è di internet. E se avessero perso il contatto con la realtà sociale? Se fossero meno letti perché  noiosi, perché non sanno interpretare, esprimere, dare un volto agli interessi dei cittadini?
Dice un vecchio detto: lasciamo che i morti seppelliscano i morti. Speriamo non sia così per molti giornali, magari di lunga, autorevole tradizione. Vogliamo troppo bene ai molti giornalisti di valore, coraggiosi e intelligenti che vi lavorano, per augurarci un insuccesso della carta stampata.
Non è finita. Berlusconi non si illuda. Se crede di riuscire a far passare la legge sulle intercettazioni e sul web così come sogna lui, altri referendum sono pronti per abrogare leggi liberticide, non accettate dai cittadini. Last but not least. Un altro referendum abrogativo si rende necessario, quello sul falso in bilancio. Niente chiacchiere. La gente capisce benissimo. Si tratta solo di aspettare l’ occasione. L’ esperienza dimostra che verrà.

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