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Aperture "contese" tra Perugia e Barletta. Il Tg1 perde il pelo ma non il vizio
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di Osservatorio TG

Aperture "contese" tra Perugia e Barletta. Il Tg1 perde il pelo ma non il vizio

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I Tg di martedì 4 ottobre - Superata quota 15 ci siamo stancati di contare i servizi dedicati alla sentenza di Perugia; una volta tanto, però, i nostri Tg avevano almeno “l’alibi” di una notizia vera come la contrastata  sentenza della Corte d’Assise d’appello di Perugia, che ha ribaltato la sentenza di primo grado. Primo titolo per Tg 1, Tg4 e Studio Aperto. Il dramma di Barletta, che non ricade esclusivamente nella ben conosciuta casistica delle morti sul lavoro, ma dà il senso di un Paese perduto che annega nella palude del precariato, dello sfruttamento e dell’insicurezza sociale, è apertura per Tg 3,Tg 5 e Tg 2; quest’ultimo riprende con evidenza le dichiarazioni di Napolitano. Nel commento abbiamo sentito Riccardo Iacona, autore e conduttore di Presa Diretta, che dalla ripresa autunnale ci “costringe” a leggere la vera cifra che caratterizza la tematica lavoro nel nostro Paese, popolato da molti facenti funzione di “esperti” che magnificano il precariato con annesso  abbattimento di tutti i livelli dei diritti e della sicurezza. Non a caso gli ulteriori dati resi pubblici dal Cnel sulla forbice che riguarda la remunerazione del lavoro femminile, interessano poco ai nostri Tg,  magari pronti  a “scandalizzarsi” per i 4 Euro l’ora che percepivano, a nero, le vittime di Barletta.

Gattopardescamente il Tg1 cambia da stasera impaginazione, eliminando i titoli e proponendo una “prima pagina” dedicata alla sentenza di Perugia. La sostanza non cambia, e il Tg del Direttorissimo ci regala un bel supporto alle reti Mediaset, con un titolo ed un servizio  sull’esposto di Marina Berlusconi contro la sentenza che ha costretto Fininvest a “versare” i 500 e più milioni di Euro alla Cir – ampiamente ripresa da Tg 5, Tg 4 e Studio Aperto. Per sovra mercato Tg 1 presenta un servizio sulle 30 indagini che  hanno riguardato o riguardano il Premier, e che si conclude “logicamente” con le dichiarazioni di Berlusconi che si ritiene “il più perseguitato” della storia.

Tg La7 apre sulla “gaffe” di Tremonti sul beneficio derivato alla Spagna dalle elezioni anticipate; Mentana è l’unico che, fin dai titoli, anticipa la bagarre che ripartirà domani sulla legge contro le intercettazioni.
Siamo alla frutta, anzi al dolce: Tg 5 e Studio Aperto ci avvertono che mangiare un babà – come ha fatto una donna  al battesimo del nipotino – fa salire il tasso alcolico e porta al ritiro della patente: un vero caso di “informazione di servizio”.

Luca Fargione


                          Il Commento di Riccardo Iacona, autore e conduttore di Presa Diretta
                                              (intervista di Alberto Baldazzi)

Una volta tanto i Tg si occupano non di aria fritta, ma di una sentenza importante in una vicenda drammatica come il delitto Meredith. È però inevitabile dover segnalare lo squilibrio che in queste ultime ore c’è stato e continua ad esserci tra due fatti, uno di cronaca giudiziaria ed un di cronaca di una sciagura come la vicenda di Barletta. Riccardo Iacona,  tu hai recentemente confrontato lo sviluppo della Germania Est, che noi potremmo considerare una Germania “Sud” rispetto al grande paese, forte istituzionalmente, che era la Germania ex-occidentale, con il deperimento del nostro mezzogiorno, La vicenda di Barletta non è solo un caso di morte sul lavoro: è qualcosa di più e di peggio. Tu cosa ne pensi?

“Intanto che hai ragione. Questa è l’ultima storia di tante storie nascoste che avvengono nel nostro Sud e che non sono raccontate. E questo è una parte del problema. Diciamo che la grande opinione pubblica, che non legge i giornali e si informa solo con la televisione. non ha neanche lontanamente l’idea di quello che sta succedendo nel nostro sud.  Il nostro Sud si sta staccando dall’Europa, è questa la verità. Ce l’ha detto lo Svimez negli ultimi dati pubblicati. Siamo più vicini all’Africa che alla Francia. Stiamo oltretutto perdendo un serbatoio umano: c’è un sacco di gente che studia e si forma; ma anche di lavoratori; ma anche di bellezza; ma anche di entusiasmo,  che non riescono ad entrare in circolo nel Paese. Stiamo condannando milioni di persone a drammatiche  condizioni di lavoro. Io ci sono entrato tante volte. È da Samarcanda che entriamo dentro quelli scantinati per raccontare il lavoro nero e lo sfruttamento. Quante volte abbiamo detto che quelle condizioni di lavoro sono pericolose anche per i luoghi  in cui avvengono queste attività.  Mi sento ferito come se fossero morti dei parenti miei. Ci abbiamo messo tanta passione per raccontare queste cose. Naturalmente questo è un muro che, se non si rompe, se non diventa patrimonio in tutto il giornalismo nazionale, allora rimane lì . Magari poi la cronaca che colpisce molto, sulla quale i palinsesti delle televisioni hanno campano per mesi, penso al caso Scazzi, prende sempre più forza”.

Riccardo, paradossalmente, lo sfruttamento di queste giovani donne era anche sviluppato in maniera “soft”; venivano anche pagate le ferie, soltanto che la retribuzione era di 3.95 euro l’ora in un luogo, appunto,  fatiscente, quasi che questa fossa la normalità. Purtroppo dobbiamo però dire che questa è la normalità in molte aree del Paese.

“Sì, è la normalità.  Ora consentimi di dire una cosa che mi hai fatto venire in mente; sono quelle classiche cose che rovesciano il punto di vista più diffuso. Da una parte è vero che noi abbiamo un Sud che non cresce, che produce il 40% in meno rispetto al Nord. Abbiamo però un Nord dove i rapporti di lavoro per i giovani sono uguali. Io ho incontrato e mandato in onda una ragazza che oggi fa la responsabile di 5 bar a Barcellona,  che per sette anni a Torino - a Torino, non a Napoli, non a Barletta o a Bisceglie - ha fatto lo stesso mestiere  a nero  o con contratti finti. Contratti dove si dice che ti sono retribuite 3-4 ore, e per il resto del lavoro che fai non ti vengono versati i contributi. Quando da qualche parte  si abbassa la quota delle garanzie,  poi la si abbassa per tutti. In questo caso non è che si ha  necessariamente a che fare con cattivo datore di lavoro, che io immagino – poveretto – starà passando le pene dell’inferno per quello che è successo. Queste modalità sono diventate un dato strutturale del sistema. È così che l’economia italiana risponde alla crisi, ossia agendo sull’unica variabile su cui può operare: abbassare il salario, le tutele e i diritti; risparmiare il 30 o 40% perché magari, al posto di “prenderti” con il contratto “giusto”, ti faccio aprire  la partita Iva. Questa è una condizione che, alla fine, ci colpirà tutti i. Ecco perché  sbagliano quelli che vogliono ridisegnare i confini e dicono: “Vabbhè, ma queste cose succedono al Sud perché il Sud è fatto così, la classe politica non è stata in grado, ma noi siamo divers”i. No, non siamo diversi! Tutti assieme ne usciamo o tutti insieme  precipitiamo . E quelle condizioni di lavoro le troviamo identiche in tutte le città del Nord”.


Dati Auditel dei Tg di lunedì 3 ottobre 2011

Tg1 - ore 13:30 3.733.000 21,88% ore 20:00 5.987.000 23,79%.
Tg2 - ore 13:00 2.560.000 16,51% ore 20:30 3.149.000 11,37%.
Tg3 - ore 19:00 2.465.000 15,55%.
Tg5 - ore 13:00 3.640.000 23,09% ore 20:00 5.256.000 20,87%.
Studio Aperto - ore 12:25 2.115.000 17,10% ore 18:30 936.000 8,36%.
Tg4 - ore 19:00 983.000 6,10%.
Tg La7 - ore 13:30 1.050.000 6,12% ore 20:00 2.617.000 10,28%.

Fonte: www.tvblog.it


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