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"Sic transit gloria mundi". I Tg - allineati - archiviano il Rais
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di Osservatorio TG

"Sic transit gloria mundi". I Tg - allineati - archiviano il Rais

 

ASCOLTA L'OSSERVATORIO TG DEL 20 OTTOBRE 2011
ASCOLTA L'ANALISI DEI TG DEL 20 OTTOBRE 2011
ASCOLTA IL COMMENTO DEI TG DEL 20 OTTOBRE 2011

LEGGI L'OSSERVATORIO DEI TG DEL 20 OTTOBRE 2011 

 

I Tg di giovedì 20 ottobre 2011 - Questa sera la fine del rais Gheddafi ha monopolizzato le aperture di tutti i Tg. Titoli-copertina per TG 2 e Studio Aperto, ampio spazio alle reazioni internazionali e a quelle della politica italiana. Ognuno a modo suo, Tg la 7, Tg 4, TG 5  e Tg 1 hanno indagato sulla fine  dei recenti dittatori, da Saddam a Ceausescu, partendo in qualche caso da Piazzale Loreto. Tutte le unità della “flotta” dell’informazione appaiono, stasera , allineate. Noi che “osserviamo “ da tanto tempo i Tg di prime time non possiamo invece non ricordare come nello scorso febbraio, ovvero 8 mesi fa, la situazione libica e l’inizio della ribellione contro Gheddafi generasse atteggiamenti e giudizi molto diversi tra le diverse testate. Il principale “difensore” del Rais era allora Emilio Fede, che ancora il 4 di marzo ci faceva titolare: “Fede “fedele” a Gheddafi”. Ma ricordiamo anche come alcune testate giocassero allora la partita del governo e delle sue ambivalenze. Così il 22 febbraio avevamo titolato “Serve la Ue per convincere Frattini e i Tg Raiset ad abbandonare Gheddafi”, e infine il 23 dello stesso mese, “”E’ ufficiale: il dittatore sanguinario Gheddafi non è più amico dell’Italia e dei Tg”. Tornando a stasera, segnaliamo in particolare un servizio del Tg 2 che ripropone in qualche modo l’analisi che abbiamo qui accennato. Per il commento abbiamo sentito Duilio Giammaria, collega della Rai e più volte inviato in Libia; con lui siamo tornati a riflettere proprio su come l’informazione televisiva  abbia accompagnato la parabola del Rais.

Passando ad altro, ancora una volta la temuta manifestazione dei No Tav di domenica subissa, nelle attenzioni, quella di domani organizzata a Roma dalla Fiom, di cui nessuno si  occupa.

Mentre Tg 3 e TG La7 riportano l’impennata dello spread dei titoli italiani su quelli tedeschi oltre quota 400, Il Tg1, forse per non contraddirsi con l’edizione di ieri che era risultata un peana alla saldezza delle nostra economia, non ne fa menzione, seguito in questo da tutti gli altri.

Impreparazione sugli sviluppi della vicenda Bankitalia per la maggior parte delle testate, ma almeno qui vale l’attenuante dell’ indicazione di Ignazio Visco, giunta a ridosso delle messe in onda.

Studio Aperto, Tg 5 e Tg 1 continuano, non richiesti, a fornirci gran messe di informazioni sul caso Avetrana. Ci rattrista il pensiero che qualcuno di noi teleutenti  possa essere interessato al confronto - proposto da Studio Aperto- tra le silouette di Sabrina e Cosima Misseri prima e dopo il carcere.

Lorenzo Coletta


Il Commento di Duilio Giammaria, giornalista e inviato Rai in Libia
(Intervista di Alberto Baldazzi)

Duilio Gianmaria, questa sera i telegiornali all’unisono sacralizzano la fine della dittatura, durata 42 anni,  del Rais Gheddafi. Ma non era così, a febbraio e a marzo, quando era iniziata la campagna di Libia; quindi anche l’opinione pubblica occidentale e italiana, in particolare, è stata informata in maniera difforme in questo periodo sulla realtà del regime libico.

“Sì, ed è dipeso dall’incertezza dei governi europei – incluso naturalmente quello italiano – su come valutare quello che stava avvenendo negli ultimi giorni di febbraio, quando la rivolta libica ha preso il suo inizio. E’ stato, ovviamente, un momento molto delicato, perché, dopo aver in qualche modo celebrato la vittoria e la caduta di Ben Alì in maniera abbastanza clamorosa, ci sono stati invece più tentennamenti, almeno all’inizio, nei primissimi giorni, da parte delle cancellerie europee e, come dicevo, anche da quella di Roma, sull’atteggiamento da utilizzare riguardo il regime di Gheddafi. Molte le voci che sostenevano che bisognava “lasciar perdere” la Libia come una sorta di fenomeno unico, per la garanzia di Gheddafi che forniva in qualche modo  sul controllo dell’immigrazione e sulla copertura contro il fondamentalismo islamico, avevano nei primi giorni prevalso”.

Oggi invece le cancellerie europee ed il governo italiano sono netti nel dire: “Si chiude una pagina negativa nella storia del Mediterraneo con la fine del regime di Gheddafi”. Forse si può ipotizzare che anche gli esecutori materiali dell’omicidio siano stati “armati”, in qualche misura, dalla voglia dell’occidente di uno avere un Gheddafi in grado di parlare, magari di fronte al tribunale dell’Aya.

“Diciamo che la ricostruzione più credibile è quella di un Gheddafi catturato e ferito, che poi viene in qualche modo giustiziato dai ribelli che lo hanno preso. Questo è il segno dell’enorme difficoltà che la stessa Libia avrebbe avuto se il Colonnello fosse entrato nel circuito del tribunale internazionale, prolungando probabilmente la fase di guerriglia e di tensioni che abbiamo visto riemergere nei giorni scorsi a Tripoli. È stata quindi una scelta dettata dal tentativo di mettere una pietra sopra questo capitolo della storia libica e un voltar pagina definitivamente.

Duilio, tu sei stato tante volte il Libia e soprattutto negli ultimi mesi. Passando all’Italia e alla sua immagine , presso  il CNT e il nuovo governo libico, che dovranno   riprendere i rapporti con  l’occidente, che prospettive  dare a questa nostra condizione di ex-paese collegatissimo col regime di Gheddafi?

“I libici hanno dimostrato una grande maturità nell’affrontare il rapporto con l’Italia anche al di là del semplice rapporto tra governi.  Il popolo libico ha sempre riconosciuto all’Italia una sorta di vicinanza e quasi di “fratellanza” mediterranea. Il regime di Gheddafi ha poi espresso a più riprese il suo rancore nei confronti di un governo, quello Berlusconi, che fino a pochi mesi fa era considerato uno dei governi più vicini al regime.  Era una sorta di tradimento, che veniva sottolineata con le immagini di Berlusconi e Gheddafi riuniti nei loro incontri, continuamente presentate all’opinione pubblica libica.Ma devo dire che, complessivamente, il popolo libico ha sempre mantenuto un distinguo tra l’atteggiamento del singolo governo italiano e la simpatia verso il popolo italiano”.

 

I TG di mercoledì 19 ottobre

Tg1 - ore 13:30 3.633.000 20,78% ore 20:00 5.569.000 22,03%.
Tg2 - ore 13:00 2.851.000 17,96% ore 20:30 1.915.000 7,14%.
Tg3 - ore 19:00 2.751.000 15,53%.
Tg5 - ore 13:00 3.539.000 21,90% ore 20:00 5.190.000 20,69%.
Studio Aperto - ore 12:25 2.354.000 18,36% ore 18:30 1.284.000 9,41%.
Tg4 - ore 19:00 1.136.000 6,39%.
Tg La7 - ore 13:30 1.198.000 6,84% ore 20:00 2.976.000 11,77%.

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