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Sulla crisi prove di autocoscienza del Tg1, ma i risultati sono scarsi
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di Osservatorio TG

Sulla crisi prove di autocoscienza del Tg1, ma i risultati sono scarsi

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I Tg di lunedì 21 ottobre - Un tranquillo lunedì di paura per i dati di borsa, spread, inflazione  e disoccupazione. I Tg hanno poca scelta, e impaginano edizioni fotocopia . TG La 7 e TG3 – ma anche Tg 5 – tengono “alto” l’intervento di Napolitano sulla grave inadeguatezza che permea di sé le istituzioni. Ma come nella gag di Totò “E che so’ Pasquale?”, nessuno sembra sentirsi chiamato in causa. Nemmeno il Ministro Sacconi che, come riportano tutte le testate, continua  a parlare di rinascita del terrorismo fomentata dalle parole delle opposizioni e dei sindacati sui “licenziamenti facili”. Il Tg 2 segnala che negli altri paesi europei il lavoro è meno tutelato dal punto di vista dei licenziamenti, ma al lavoratore che lo perde vengono lanciati salvagenti ben più corposi che da noi. Il Tg 1 sui dati di borsa e sull’aumento dello spread si chiede come mai l’Italia venga attaccata, malgrado banche e d economia non stiano peggio di altri. Se lo chiede, ma non osa darsi la risposta che tutti gli osservatori e commentatori internazionali sciorinano da mesi: Minzolini non lo permetterebbe.
Nel nostro commento entriamo oggi nel dibattito  sul ruolo e gli spazi dell’informazione, nel giorno in cui Santoro – ripreso dal Tg 3 -  presenta il suo nuovo programma “fuori dalle reti e dalla politica”, Servizio Pubblico. Abbiamo sentito Sigfrido Ranucci, giornalista di Report, che ieri ancora una volta ci ha presentato un’inchiesta con la “I” maiuscola; quella sullo stato biscazziere e”dintorni”: per dintorni si intenda L’Aquila terremotata e  una delle tante “sedi” di Silvio Berlusconi, Segrate.
Seguendo il suo core business,  oltre che il vecchio adagio “dacci oggi la nostra tetta quotidiana”, Studio Aperto ci informa dell’esistenza di protesi mammarie in grado di essere sgonfiate e gonfiate dopo l’impianto. Accenna anche  al fatto che l’uso  sarebbe solo medico, ma poi si lancia in una reprimenda contro le bellezze italiche che non vedrebbero l’ora di potere, ogni sera, abbinare il seno al decolletè.

Luca Fargione





Il Commento di Sigfrido Ranucci, di Report
 (Intervista di Alberto Baldazzi)



Sigfrido, ma tu sei stato un adolescente particolarmente devoto alla caccia al tesoro, oppure in certi momenti ti avvali del genio della lampada? In altre parole: fare il giornalismo d’inchiesta che cos’è? Un aspetto che ha a che fare con la genetica, con personalità particolari, o la possibilità stessa che te lo facciano fare?

“Innanzitutto la possibilità di farmelo fare. Io mi ritengo un giornalista fortunato in quanto ho avuto sempre la possibilità, lavorando insieme a direttori di rete o di testate e responsabili di trasmissione che mi hanno sempre consentito di fare bene il mio lavoro in libertà. E non è da poco di questi tempi. Il giornalismo d’inchiesta non è altro che accendere i riflettori nel luogo dove c’è il buio.”

Nell’ultima occasione che abbiamo visto su Report questa settimana il buio è stato diradato da una tua inchiesta su una questione come quella dei giochi, legati anche al terremoto de L’Aquila, ed è spuntato fuori il nome Mondadori. Ma io mi chiedo: quel famoso Decreto Legge del 12 luglio l’hai scoperto solo te? Neanche la politica se ne era accorta?

“Diciamo che capita spesso di notare delle disattenzioni; questa faccenda l’ho saputa strada facendo. Sapevo che Mondadori era entrata nel mondo del gioco e mi sono subito posto il problema se questo evidenziava un conflitto di interessi. Non trovavo normale che un’azienda che fa riferimento al Presidente del Consiglio sia anche concessionaria dello Stato e occupandosi di raccolta dei giochi, sia di fatto anche un esattore dello Stato. Poi in questo si è inserito anche l’elemento sorpresa: proprio in seguito a una nostra inchiesta il Ministro Tremonti aveva ritenuto opportuno- con merito devo dire – di inserire nell’ultima legge di stabilità i requisiti per le concessionarie che si occupano dei giochi. Queste concessionarie, visto che indossano la maglietta dello Stato, devono essere trasparenti; quindi si deve indicare chi è il reale proprietario fino al 2% delle azioni e non deve avere dei procedimenti penali, soprattutto per quello che riguarda il riciclaggio e frode fiscale, perché sarebbe paradossale che chi si occupa di raccolta per conto dello Stato abbia questo tipo di procedimenti. Bene, queste norme sono entrate in vigore dal giugno scorso, ma solamente per tutte quelle concessionarie che si occupano della raccolta dei giochi “fisici” ; mentre per quelli che si occupavano dei giochi on line, le norme sono entrate in vigore solo a partire da luglio, cioè solo un mese dopo che Mondadori aveva ottenuto la concessione. Questo è un particolare non di poco conto, perché di fatto abbiamo visto che nella società concessionaria dove c’è la Mondadori c’è anche una fiduciaria che possiede il 15% delle azioni, di cui non si conoscono i reali proprietari.”
Abbiamo fatto tutti “Oooh” davanti alle rivelazioni di quest’inchiesta; al di là dagli aspetti di coinvolgimento dal punto di vista penale, ma invece proprio dal punto di vista dell’opportunità politica, qual è stata la reazione della Mondadori, se c’è stata?

“La Mondadori ci ha querelato oggi perché abbiamo detto delle “falsità” , secondo lei. Noi ci siamo mossi su fonti aperte: i documenti che abbiamo citato e che abbiamo mostrato. Noi pensiamo di avere la coscienza a posto, pensiamo di aver sollevato un problema serio, quello del conflitto di interessi. C’è anche una questione di opportunità: abbiamo sottolineato se è opportuno che un Presidente del Consiglio, facendo un Decreto Legge che sostanzialmente implementa la politica dei giochi per la ricostruzione in Abruzzo, poi di fatto si inserisca una sua società nei giochi per fare affari, quando poi abbiamo visto a che punto è la ricostruzione a L’Aquila. Ci sembrava una questione di opportunità che andava segnalata, secondo noi.”

E per concludere come abbiamo iniziato: chi fa il giornalista d’inchiesta soffre di solitudine in questo paese, in questi anni?

“No, io posso dire che non mi sono mai sentito solo. Dietro le spalle di un’azienda importante come la Rai, che è servizio pubblico -e non va dimenticato- e che quindi ha come unico padrone di riferimento il pubblico che paga il canone, e poi dai continui commenti che arrivano sulla nostra posta in redazione, la sensazione di essere solo non l’ho mai avuta.”

Dati Auditel dei TG di domenica 30 ottobre
Tg1 - ore 13:30 4.775.000 25,27% ore 20:00 5.268.000 22,49%.
Tg2 - ore 13:00 2.929.000 17,56% ore 20:30 2.336.000 9,40%.
Tg3 - ore 19:00 2.092.000 11,35%.
Tg5 - ore 13:00 3.274.000 19,13% ore 20:00 4.341.000 18,56%.
Studio Aperto - ore 12:25 2.435.000 19,30% ore 18:30 1.177.000 7,94%.
Tg4 - ore 19:00 933.000 5,11%.
Tg La7 - ore 13:30 1.177.000 6,22% ore 20:00 1.740.000 7,42%.

Fonte: www.tvblog.it

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