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''148 Stefano. Mostri di inerzia''
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di Giuseppe Giulietti*

''148 Stefano. Mostri di inerzia''

"148 Stefano. Mostri di inerzia." Questo il titolo del film documentario presentato a Roma al Film Fest. 148 perchè , prima di Cucchi, altre 147 persone erano morte,nel solo 2009, di carcere e nel carcere. Non a caso il regista, Maurizio Cartolano, i coraggiosi produttori indipendenti dell'Ambra Group, (Valerio Terenzio e Simona Banchi, da sempre impegnati sul terreno dei diritti civili e della libertà di informazione), e il Fatto quotidiano che distribuirà l'opera a partire dal prossimo 30 novembre, hanno voluto legare, a partire dal titolo, la storia di Stefano a quelle di tanti altri che non hanno avuto diritto neppure a qualche riga nelle brevi di cronaca.
Il film ricostruisce, anche attraverso la voce dei familiari, gli ultimi istanti della vita di Stefano,un ragazzo che dopo essere stato picchiato, viene lasciato solo, abbandonato morente in uno scantinato, senza neppure avvertire i familiari.
Una tragedia che ancora non ha mandanti, nè esecutori, perchè molti hanno scelto la strada del silenzio, della complicità, convinti che questo sia il modo migliore per salvaguardare "l'onore delle istituzioni".
Questo film, realizzato con grande rigore, con immensa partecipazione civile ed umana, può e deve essere fatto vedere nelle sale cinematografiche, nei centri sociali, sulla rete, magari sugli schermi delle tv nazionali, a partire da quelli del servizio pubblico.
Esattamente come accadde per il film dedicato alla morte violenta de giovane ferrarese Federico Aldrovandi, realizzato dal giornalista e autore Filippo Vendemmiati, che, dopo essere stato osteggiato, boicottato, raccolse, invece, consensi, premi, riconoscimenti istituzionali e , alla fine,la medesima Rai fu "costretta" a mandarlo in onda, e a riaccendre i riflettori su una vicenda che si voleva nascondere nelle cantine della legalità repubblicana..
Per queste ragioni, anche questa, volta come associazione articolo21, ma con noi ci saranno decine e decine di associazioni, per chiedere che, almeno in questa occasione, il servizio pubblico faccia il suo mestiere, trasmetta questa opera, anzi promuova a partire da essere una serata speciale dedicata al pianeta carcere, ai suoi drammi quotidiani, alle sue tragedie irrisolte.
Le famiglie Cucchi, Uva, Aldrovandi, Ferulli, Bianzino, per citarne solo alcune, non hanno mai chiesto vendetta, ma solo verità e giustizia, affinche non accada ad altri quello che è accaduto ai loro cari.
Ci sembra una richiesta giusta e condivisibile.
Per questo abbiamo promosso e firmato questo appello, per questo vi chiediamo di fare altrettanto, di diffonderlo, di promuovere, ovunque e comunque sarà possibile, la visione e la discussione di questa opera.
Un ringraziamento sincero va infine a quanti, con grande sensibilità umana, politica e professionale, hanno concorso alla ideazione, alla produzione, alla realizzazione e alla distribuzione di questo film che dovrebbe davvero inorgoglire chi ancora crede nello stato di diritto, nella legalità repubblicana, nella carta costituzionale.

FIRMA L'APPELLO: La Rai trasmetta il documentario su Stefano Cucchi


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