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L’Aquila: come rubare soldi
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di Samantha Di Persio

L’Aquila: come rubare soldi

Se provassimo a tornare in una città che abbiamo visitato due anni fa, troveremmo sicuramente cambiamenti, fosse solo un senso unico al posto di un doppio senso. Tornare a L’Aquila, dopo trentuno mesi, significa vedere una città ferma alle 3.32 del 6 aprile 2009. Sì, è vero sono state riaperte alcune vie principali, alcune attività che c’erano prima, altre sono nate di recente, ma lo spettacolo che si presenta agli occhi sono puntellamenti di legno e tubi innocenti, a dimostrazione che non è stato ricostruito nulla. Entrare in alcuni negozi può essere utile per capire il concetto di precarietà delle strutture, possono essere aperti al pubblico perché è stata concessa un’agibilità parziale, nonostante le lesioni, le crepe sulle pareti, mentre i piani sovrastanti sono inagibili, con un due parole: molto danneggiati. Vi avevano perfino convinto a fare una giocata a Win for life, illudendovi che voi avreste potuto avere una rendita per vent’anni e gli aquilani la ricostruzione delle loro case, ma la realtà è sempre più complessa e difficilmente ha un lieto fine. Non è stato dato nessun incentivo per: commercianti, lavoratori autonomi, artigiani, può essere considerata una piccola vittoria l’imposizione per avere quella agibilità parziale per poter ripartire. Il coraggio e l’onestà però non vengono mai premiati, se da una parte ci sono imprese che hanno chiuso perché non hanno più vinto appalti oppure hanno ridotto i loro lavori e 7000 lavoratori in cassa integrazione o mobilità, dall’altra parte c’è chi ha speculato sui morti e sulle macerie. Ci sono numerose inchieste, oltre a quelli noti sorridenti, che vedono in ballo milioni di euro e vedono coinvolti Stato, politici, imprenditori e perfino la Curia. Se è possibile avere queste informazioni è grazie alle intercettazione, ma andiamo per ordine. Con il decreto 39 del 2009 si prevedeva un gioco, appunto Win for life, una parte dei ricavi, 500 milioni ogni anno, dovevano essere destinati alla ricostruzione post terremoto. Il Presidente del consiglio, attraverso la Mondadori, è socio di una società di giochi dal 2010, quindi chi gioca on line, di fatto aiuta la famiglia Berlusconi a pagare meno interessi alle banche, il Presidente prestigiatore sottrae 14 miliardi di euro proprio all’Abruzzo, mentre il Governo ha annunciato il taglio dei costi per la popolazione assistita da 350 milioni a 30, gli aquilani assistiti sono 14785, 20370 aquilani sono distribuiti fra progetto case e map (moduli abitativi provvisori), le foto di queste case hanno fatto il giro del mondo sono state spacciate come il miracolo della ricostruzione, adesso il comune deve far fronte alla manutenzione, e chi paga? Ovviamente i terremotati, è quasi certo che verrà chiesto il pagamento di un canone, senza distinguere fra chi prima del 6 aprile era in affitto, chi aveva una casa di proprietà ed aveva un mutuo sulle spalle, del resto è un problema di soldi. Tornando agli speculatori, i primi, non vogliono farsi scappare una commissione di un milione e mezzo di euro che devono essere assegnati ad Abruzzo Engineering. Gli arresti per corruzione riguardano: Ezio Stati, ex consigliere regionale Dc, ora nel Pdl già condannato per finanziamento illecito ai partiti, padre di Daniela ex assessore regionale alla Protezione Civile (le dimissioni sono state date dopo questa inchiesta), Vincenzo Angeloni, ex deputato, Marco Buzzelli, compagno di Daniela Stati, Sabatino Stornelli, ex amministratore delegato di Telespazio e attuale amministratore delegato di Selex service management (società di Finmeccanica) e controllore del 30 per cento delle quote di Abruzzo Engineering. Un'altra indagine, sul dopo sisma, riguarda un appalto di circa seicento milioni, sono stati indagati l’imprenditore romano Carlo Strassil e l’ex provveditore alle opere pubbliche Giovanni Guglielmi. Come se non bastasse nascono associazioni onlus ad hoc, che fanno capo ad un’unica associazione della Curia. La fondazione Abruzzo solidarietà e sviluppo è stata presieduta dal vescovo Giuseppe Molinari e dall'ausiliare Giovanni D'Ercole, ad un certo punto, qualche settimana prima degli arresti ad ottobre di quest’anno, i due se la danno a gambe, oggi dichiarano di essere estranei, sottolineo che nelle intercettazioni  si parla di lettere che partono dall’arcidiocesi ed i fatti fanno riferimento al 2010. Una fondazione onlus non può avere scopo di lucro, ma di fatto voleva accaparrarsi nove milioni di euro, su dodici, stanziati dal dipartimento Politiche per la famiglia dal sottosegretario Carlo Giovanardi, a favore delle aree terremotate, per diventare proprietaria di strutture per anziani, servizi socio-educativi per la prima infanzia. Gli accusati per tentativo di truffa, millantato credito ed estorsione sono: Fabrizio Traversi e Gianfranco Cavaliere (figlio del capogruppo Pdl in Consiglio comunale e referente provinciale dei Popolari liberali). Nell'inchiesta sono coinvolte come indagati altre tre persone: il sindaco di San Demetrio ne’ Vestini Silvano Cappelli, l’ex assessore regionale e provinciale Mahmoud Srour e il presidente di Eurispes Abruzzo Nicola Ferrigni. Ma le case, quelle da riparare? Sono tutte lì, come lasciate 31 mesi fa, i progetti si fermano quando la triade: Reluis, Cineas e Fintecna devono visionare le pratiche, alcuni progetti rigettati perché sforavano di qualche euro, un rimpallo di responsabilità fra burocrazia lenta e progettisti inadempienti che trova una possibile soluzione chiedendo una fideiussione ai progettisti. Insomma, l’intransigenza compare solo quando si tratta di una manciata di euro, morale della parabola: i fondi giacciono inutilizzati e probabilmente verranno utilizzati per altro, mentre chi paga, manco a dirlo, sono i cittadini.


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