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Rosarno, un'esplosione prevedibile
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di Bruna Iacopino

Rosarno, un'esplosione prevedibile

Non c'era nulla di inatteso, nulla di imprevedibile. Quello che sta accadendo in queste ore a Rosarno era tutto scritto e risaputo, il problema è che nulla si è fatto per evitare il peggio. Così molti commentatori e giornali locali raccontano le ore di violenza che infiammano la cittadina di Rosarno e vedono due fronti contrapposti: da un aparte i migranti, braccianti agricoli arruolati per pochi spiccioli da datori di lavoro e caporali senza scrupolo, e dall'altra parte la cittadinanza locale, vittima di una rabbia trattenuta per anni e improvvisamente esplosa in seguito al ferimento di ieri ai danni di due giovani immigrati proveniente dai campi dopo una giornata di lavoro. Rabbia che ha portato a compiere atti di violenza e di vandalismo, danneggiamenti di auto, e l'aggressione ad una donna. Una sorta di guerriglia urbana che continua a tener desta l'attenzione di istituzioni locali e procura. In massa le forze dell'ordine stanno convergendo verso la piana, il governatore Loiero ha fatto pressioni sulla procura di Reggio affinchè si tenga sotto controllo una situazione che col passare delle ore sembra diventare esplosiva. Ma quel c'era da spettarselo ha basi solide.
Centinaia e centinaia di persone costrette a vivere in condizioni subumane, nella completa mancanza delle più elementari norme igienico sanitarie, senza un tetto sulla testa, esposti al freddo e ad ogni sorta di intemperie, continuamente a rischio perchè irregolari, sprovvisti quindi di quel permesso di soggiorno indispensabile per poter prendere casa, hanno mostrato in maniera brusca il volto della disperazione. E la loro rabbia ha preso di mira anche alcuni giornalisti presenti sul posto per riprendere quanto stava avvenendo: una troupe del Tg2 è stata presa a sassate. Stessa reazione ache da parte della popolazione locale, come si legge sul sito di Peacereporter: in maniera neanche molto sottile a qualche giornalista è stato intimato di non “fare foto”.
Da anni la situazione degli immigrati di Rosarno e della Piana di Gioia Tauro era stata definita nei termini di una vera e propria “emergenza umanitaria”, lo ha fatto a più riprese l'organizzazione di Medici senza Frontiere che già nel 2005 descriveva la condizione dei lavoratori stagionali di Rosarno nel rapporto “I frutti dell'ipocrisia” e successivamente nel 2008 con “Una Stagione all’Inferno”. “ Sfruttamento sul lavoro, scarso accesso alla salute, alloggi totalmente inadeguati ed episodi di violenza costituiscono la realtà quotidiana degli stagionali in quest'area” si legge sul sito di Msf, è il 18 dicembre 2009. Da allora le condizioni sono rimaste identiche, questo nonostante le promesse fatte dallo stesso Ministro Maroni, che giunto in Calabria nel marzo dello scorso anno aveva promesso lo stanziamento di 200 mila euro del PON Sicurezza per l`emergenza migranti: eppure di interventi concreti neanche l'ombra. Si cambia ora registro, e interpretando gli umori della gente, Maroni annuncia un nuovo giro di vite contro la clandestinità, come a dire che gli unici responsabili, dello stesso sfruttamento che ogni giorno li porta all'alba nei campi per un'intera giornata e per poco più di 20 euro al giorno, siano loro, i migranti sprovvisti di un pezzo di carta.


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