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I candidati alla presidenza del Lazio prendano le distanze senza ambiguità da chi è coinvolto nelle vicende di mafia
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di Antonio Turri*

I candidati alla presidenza del Lazio prendano le distanze senza ambiguità da chi è coinvolto nelle vicende di mafia

Nel Lazio, dopo lo scioglimento per infiltrazioni mafiose del Consiglio comunale di Nettuno e quello mancato di Fondi, nonostante la richiesta reiterata per ben due volte al Governo dal Prefetto di Latina e dal Ministro dell'Interno Roberto Maroni, i candidati alla carica di Presidente della Regione di ogni schieramento,dovrebbero,ad avviso di LIBERA, senza ambiguità alcuna, prendere le distanze da quei pezzi della politica, a qualunque titolo, rimasti coinvolti nelle vicende di mafia, vuoi per responsabilità penali che politiche.
Tra gli atti politici che LIBERA ritiene necessari vi è quello dell'esclusione dalle liste elettorali di coloro i quali risultano essere indagati o rinviati a giudizio per associazione a delinquere di stampo mafioso o reati connessi o comunque per vicende giudiziarie legate alla commissione di delitti contro la pubblica amministrazione.
Le mafie saranno come sempre sensibili ai messaggi che la politica invierà loro e sono pronte,in particolare nel sud della regione Lazio, ad appoggiare chi farà finta di non sapere.
E' quindi auspicabile che su tale argomento non vi sia tatticismo alcuno e che alle parole corrispondano i fatti.
Ribadiamo che le opportune prese di distanza e i conseguenti comportamenti, a nostro giudizio, valgono per tutti gli schieramenti che si apprestano al confronto elettorale.

*Referente di Libera nel Lazio


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