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Monti: "VedRai, vedrai che cambiera'"
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di Osservatorio TG

Monti: "VedRai, vedrai che cambiera'"

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I Tg di lunedì 9 gennaio 2012 - Mentre i Tg Mediaset ci dicono “che tempo che fa”, con riferimento al sole e al clima primaverile in mezza Italia, Tg La 7 “apre” sul programma di Fazio e sulla seguitissima intervista di ieri a Mario Monti che ha mandato in fibrillazione il centro destra per i riferimenti ad un preannunciato – ma non meglio definito – intervento del Governo sulla Rai. In una sorta di repetita che, però, non juvant, Gasparri e Cicchitto sono tornati a casa, come Lassie, e nelle ultime 48 ore hanno ripreso ad abbaiare: prima su Cortina e, quindi, contro l’”operazione mediatica” della Agenzie delle Entrate, oggi contro il rischio che qualcuno scardini gli equilibri demenziali quanto funzionali al centro destra della governance della Rai. Come dire: toccatemi tutto, ma giù le mani dalla comunicazione, vero core business ed instrumentum regni della politica berlusconiana. Titolo anche per Tg3, ma è soprattutto Mentana che, da osservatore esterno, si può permettere di approfondire meglio. Nel commento abbiamo sentito Carlo Verna, Segretario dell’Usigrai, che dall’intervento di Monti ha  ricavato un’impressione assai diversa.

Il pollice verso della Lega su Cosentino guadagna titoli su Tg la 7, Tg 3 e Tg 2; servizio su Tg1 e solo notizia da studio su Tg 5; mentre gli sviluppi della vicenda Malinconico sono in evidenza su Tg 3 e soprattutto su Tg la 7.

 L’incontro Sarkozy-Merkel è alto per tutti, con annessa “rubrica quotidiana” sullo spread. Ma il differenziale btp-bund dovrebbe rimanere notiziabile e a questi livelli almeno per tutto il 2012, per sperare di avvicinarsi al successo mediatico della madre di tutte le notizie criminali. Avetrana, infatti, con l’alibi del processo che apre domani, continua a macinare titoli e servizi soprattutto sui Tg Mediaset, ma anche su Tg 1 e Tg 2. Non ne possiamo più, e il fatto che anche il Corriere della Sera sia caduto in basso, con la pubblicazione nel suo sito delle foto del cadavere di Sarah, non giustifica il rimestare morboso che il Tg 2 ci ha proposto  giovedì scorso con le foto del pozzo di Zì Michè. Prepariamoci ad una nuova abbuffata.

Lorenzo Coletta


Il Commento di Carlo Verna, Segretario Usigrai
(Intervista di Alberto Baldazzi)


Carlo Verna, domenica sera le dichiarazioni di Monti sulla Rai, oggi un fiorire di dichiarazioni soprattutto da parte del centrodestra che dice “commissariare no, privatizzare sì”. Questa è una delle “ricette” che viene dall’ex maggioranza di centrodestra sulla Rai, qual è quella del sindacato?

“Noi siamo contrari sia al commissariamento che alla privatizzazione. La privatizzazione è una svendita di stato, per cui credo non valga neanche la pena di spendere ulteriori parole. Dare agli “amici degli amici” un bene comune è un’azione veramente scellerata e non credo che sia quella che abbia in testa il Presidente del Consiglio Monti. Non penso neanche che lui ritenga il commissariamento la migliore soluzione. Noi pensiamo che occorrano rimedi profondi ma in via ordinaria. D’altra parte, come fai da un punto di vista formale a commissariare un’azienda che ha chiuso in pareggio un bilancio? Andrebbe fatta comunque una legge, e a questo punto tanto vale che una legge dia una volta e per sempre i criteri di nomina degli amministratori, quindi disciplini la governance. Ma se anche questa legge non si volesse farla una volta e per sempre, basterebbe una legge in via transitoria che dia, ad esempio, al Presidente della Repubblica, che è l’arbitro supremo del nostro sistema costituzionale, il potere per una volta di individuare delle personalità autorevoli, indipendenti e capaci in grado di traghettare la Rai fuori dalla crisi etica, tecnologica e finanziaria.”

Verna, una doppia domanda: la governance è sicuramente il primo problema, ma è l’unico? Non c’è anche una questione relativa alle risorse, alle mancate risorse, agli sprechi, alla collocazione, come dire, “professionale” della categoria dei giornalisti all’interno del servizio pubblico? Tutti temi che animano anche il vostro dibattito.

“Non c’è dubbio, ma sono temi che, comunque, hanno una “madre comune”, quella della governance. Perché quando in un’azienda si lottizzano anche le aiuole tutte le tematiche che hai accennato sono evidentemente riconducibili alla testa dell’azienda. Solo cominciando a mettere le persone autorevoli, veramente capaci e indipendenti si potrà risolvere. Io insisto molto sulla questione dell’indipendenza, perché è e deve essere la vera partita da giocare. Da lì poi tutti i problemi verrebbero esaminati nella loro oggettività, piuttosto che rispetto al punto di vista di quanto fieno si può portare nella cascina di ciascuna parte. Soltanto così ne usciremo.”

In conclusione, una nostra valutazione della redazione che osserva i Tg tutti i giorni non è totalmente negativa rispetto all’ultima fase. Abbiamo visto nei Tg nazionali delle reti pubbliche un emergere del sociale. E’ vero, ci sono stati dei cambiamenti importanti nella direzione, come nel caso del Tg1. Come dire? Pur nelle strettoie attuali, la professione si mobilita appena gli si crea un minimo di spazio.

“Esatto, noi dobbiamo allargare questo spazio, è questo quello che stiamo facendo. Noi abbiamo resistito anche nei momenti peggiori. Se non ci fosse stata una resistenza attiva con una serie di iniziative, probabilmente non avremmo avuto delle espressioni libere anche in un contesto asfittico; siamo riusciti ad averle proprio perché c’è stata una grossa resistenza. E’ chiaro che questi spazi vanno sempre più riconquistati ed allargati. Essendo questo un momento di transizione importante, noi domani ci vedremo con tutti i quadri dirigenti dell’Usigrai, anche gli ex segretari e anche i colleghi Rai che hanno delle responsabilità importanti all’interno della nostra categoria. Ci incontreremo per fare il punto su tutto, in maniera un po’ seminariale, ma anche per andare ad elaborare nuove ed efficaci strategie per questa fase. Perché credo che sia una fase importante per quest’azienda e anche per questo paese, e poiché il servizio pubblico è sempre stato il cuore pulsante della democrazia in Italia, abbiamo il dovere di svolgere fino in fondo la nostra funzione come sindacato e mettere al servizio di un’idea di sviluppo positivo le migliori energie di cui la categoria dispone.”


Dati Auditel di domenica 8 gennaio 2012

Tg1 - ore 13:30 5.468.000 25,94% ore 20:00 5.941.000 22,85%.
Tg2 - ore 13:00 3.423.000 17,74% ore 20:30 2.296.000 8,07%.
Tg3 - ore 14:30 2.164.000 10,82% ore 19:00 2.520.000 11,72%.
Tg5 - ore 13:00 3.755.000 19,14% ore 20:00 4.996.000 19,15%.
Studio Aperto - ore 12:25 2.351.000 14,80% ore 18:30 2.047.000 10,36%.
Tg4 - ore 11:30 774.000 7,75% ore 19:00 1.128.000 5,23%.
Tg La7 - ore 13:30 1.241.000 5,90% ore 20:00 1.499.000 5,76%.

Fonte: www.tvblog.com


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