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Per TgLa 7 i figli dei ministri "malati" di mammismo e monotonia
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di Osservatorio TG

Per TgLa 7 i figli dei ministri "malati" di mammismo e monotonia

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 I Tg di martedì 7 febbraio - Com’era inevitabile, l’emergenza e le 30 vittime del maltempo occupano nei Tg di serata più di metà dell’edizione. Le telecamere, abbandonata la Capitale, armate di catene e pneumatici termici, raggiungono sparute frazioni e cittadini che attestano come l’emergenza sia tutt’altro che passata. Dopo tre giorni di sterili polemiche, le riflessioni sulla “sterilizzazione” della Protezione Civile prendono quota con le dichiarazioni di Gabrielli, che ottiene la conferma di fiducia e ruolo da parte del governo. Tg La7 e Tg2 enfatizzano l’intervento diretto di Monti.

Nella giornata delle “scuse” del ministro Cancellieri per l’ulteriore, infelice dichiarazione sui giovani “mammoni”, i Tg presentano la difficile giornata di domani, con la ripresa del tavolo governo – parti sociali sulla riforma del comparto lavoro. Tg3 “chiede” a D’Alema – ospite in diretta dal Medio Oriente – di accendere la miccia sull’articolo 18. Ma l’ex presidente del Consiglio si mostra tranquillo o, quantomeno, fa il pompiere. Mestiere non conosciuto da diversi ministri dell’attuale governo, che hanno parlato molto e, spesso, a sproposito. Ma – parafrasando Moretti – chi parla male, pensa male e “fa vivere male”. Nel commento, con Riccardo Iacona, autore di una recente splendida inchiesta su giovani, lavoro e precariato, abbiamo verificato se poi è vero che i giovani siano “sfigati”, “monotoni” e “mammoni”. Mentana, scatenato, fa un titolo sul posto “assolutamente fisso” dei figli di Monti, Fornero e Cancellieri. 

La ripresa del “dialogo politico” Pd-Pdl sulla riforma elettorale infiamma Emilio Fede, e lascia scettiche le altre testate. I Tg Mediaset, in una consolidata tradizione, prima ancora della notizia del rinvio a giudizio di Berlusconi per la vicenda Giornale-Unipol-Fassino, riportano - facendoli propri – i commenti e le rimostranze dell’avvocato Ghedini. 

Mancava solo Zi’ Miché nella “foto di famiglia in un interno” che ha campeggiato su Tg4, Tg5 e Studio Aperto riproponendoci Sarah, Sabrina, zia Cosima, mamma Concetta e “l’amico” Ivano.

Luca Fargione



                                    Il Commento di Riccardo Iacona, giornalista e autore televisivo

                                                          (intervista di Alberto Baldazzi) 

   

Riccardo Iacona, i precari vengono rappresentati insieme, più in generale, alla categoria dei giovani come “sfaccendati” e “squilibrati”. Nelle tue inchieste sul mondo giovanile ritrovi questo eloquio così altamente espresso da alcuni ministri?

“Assolutamente no. Io ho sempre incontrato persone molto motivate sul lavoro. Ho incontrato ragazzi che sono dovuti andare all’estero per ottenere il diritto a un contratto, non al posto fisso, ma al contratto giusto, che è una cosa diversa. Perché il problema del precariato in Italia è quello dell’illegalità delle condizioni di lavoro. L’esempio che abbiamo fatto in trasmissione è la Spagna, dove c’è una forte flessibilità in uscita, ma dove c’è anche il sussidio di disoccupazione universale per tutti. Al contrario che da noi, lì i ragazzi hanno subito un contratto a tempo indeterminato per il lavoro che svolgono, sia come impiegati di una casa editrice, che dietro il bancone di un bar. Invece da noi o lavorano in nero o stanno a partita Iva; abbiamo raccontato le finte partite Iva degli architetti e degli avvocati e di molti altri. Bisogna spianare questa foresta di illegalità dando la possibilità ai ragazzi di entrare nel mondo del lavoro con un contratto dignitoso, a prescindere se poi questo contratto sarà per tutta la vita, se il posto di lavoro si trovi vicino o lontano da casa; i ragazzi sono disposti a viaggiare. Il punto è che non viaggiano semplicemente perché non possono permettersi il costo del biglietto. Bisogna rimettere la legalità dentro il lavoro, difendere il lavoro e il lavoratore, non il posto fisso dentro l’azienda, bisogna difendere il lavoratore e costruire un sistema di welfare che consenta alle persone in mobilità, dopo che hanno lavorato per un po’ di anni, di mantenersi in attesa di trovare un nuovo posto di lavoro. Da noi il precariato invece è stato l’invito a nozze per un paese che vive nell’illegalità, con contratti che non stanno né in cielo né in terra.”

Se i ragazzi non si muovono non è perché sono mammoni...

“I ragazzi purtroppo si muovono e non tornano, soprattutto quelli che hanno più carte in mano, anche se cominciano a muoversi un po’ tutti adesso. Io ho incontrato all’estero ogni tipo di lavoratore, anche di lavori manuali nei cantieri pur di uscire dal nero. E’ una vera e propria emorragia di persone competenti, che con quelle esperienze, quei titoli di studio, vanno ad arricchire altri paesi. Poi, naturalmente il “primo mondo” è in crisi, in recessione, quindi diminuiscono le possibilità di lavoro anche in Spagna, in Germania, in Francia, però la differenza è che se all’estero diminuiscono le possibilità di lavoro, tu hai un paracadute che ti sostiene. In Italia questo paracadute non esiste, perché nel frattempo non sei riuscito a costruire niente: hai lavorato a nero, non hai un contributo, non hai costruito una tua autonomia, e poi, certo, diventi mammone per forza. Se questa poi diventa una sudditanza culturale, beh, ha una ragion d’essere; questo è il paese delle consorterie dove il figlio del farmacista diventa farmacista, quello del notaio diventa notaio. In questo senso sì, il paese è conservatore, però la situazione del mercato del lavoro in Italia è talmente scandalosa  che mi aspetto il governo mettere immediatamente mano contro questa foresta dei contratti esterni. Se facesse questo potrebbe trattare su tutto il resto e darebbe la possibilità a un’intera generazione di rientrare nel lavoro e quindi far ripartire il paese.”


Dati auditel dei TG di lunedì 6 febbraio

Tg1 - ore 13:30 5.229.000 24,72% ore 20:00 7.237.000 24,61%.
Tg2 - ore 13:00 3.474.000 17,99% ore 20:30 3.301.000 10,64%.
Tg3 - ore 14:30 2.407.000 12,58% ore 19:00 3.614.000 15,80%.
Tg5 - ore 13:00 4.449.000 22,74% ore 20:00 6.380.000 21,68%.
Studio Aperto - ore 12:25 3.114.000 19,64% ore 18:30 2.128.000 11,18%.
Tg4 - ore 11:30 777.000 7,93% ore 19:00 1.359.000 5,84%.
Tg La7 - ore 13:30 1.195.000 5,64% ore 20:00 2.576.000 8,68%.

Fonte:www.tvblog.it


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