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Eternit: Giustizia e Informazione una volta tanto "a braccetto"
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di osservatorio TG

Eternit: Giustizia e Informazione una volta tanto "a braccetto"

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I TG di lunedì 13 febbraio - Una volta tanto, chapeau! Anche i più distratti questa sera hanno appreso dai Tg la storica sentenza  sull’Eternit  al processo per le migliaia di vittime dell’amianto a Casal Monferrato.  I 16 anni di condanna ai due proprietari per  disastro colposo permanente e omissione dolosa di anti infortunistica,  sono apertura per  Tg 3, TG 5, Tg La 7, secondo titolo per Tg 1 e Studio Aperto, terzo per Tg 2 e Tg 4. Già nelle edizioni di pranzo l’attenzione e l’attesa per la sentenza era stata alta. Su tutti campeggiano le dichiarazione del Pm Guariniello e le lacrime di commozione dei parenti delle 2.300 vittime di Casale. Una sentenza la cui lettura ha occupato tre ore, a testimoniare quanto l’amianto abbia segnato un’intera comunità, l’intero Paese. Per non parlare dei morti che sta ancora procurando, e non solo in Italia. I Tg riprendono tutto questo e dopo la sentenza per la Thyssen, segnalano il valore storico del riconoscimento delle responsabilità di chi ha costruito impianti e prodotto beni senza preoccuparsi della sicurezza sul lavoro e della salute di operai e cittadini. Nel commento abbiano sentito il collega Santo Della Volpe, che da vent’anni segue questa emblematica vicenda e che ci ha “riversato” dal Tribunale di Torino tutto il suo entusiasmo e la sua emozione.  Complimenti, quindi per una volta tanto a tutti i Tg.
Lorenzo Coletta


                               Il Commento di Santo Della Volpe, giornalista e Presidente di Libera Informazione

                                                               (intervista di Alberto Baldazzi)

Santo  Della Volpe, partiamo dall’assonanza: 16 anni per il caso Thyssen, 16 anni per Casal Monferrato. Due sentenze storiche che fanno anche giurisprudenza…..

“Certamente sì, perché in entrambi in casi, grazie al lungo lavoro fatto in maniera  preziosa, certosina dalla Procura della Repubblica, è stato riconosciuto il dolo, che è una variante nuova per processi di questo tipo ed entrerà sicuramente nella storia. Significa che, in sostanza  in questo processo, come per in quello della Thyssen, i responsabili dell’Eternit sapevano –almeno secondo questa sentenza – che l’amianto era cancerogeno e che poteva provocare vittime, molte vittime, dentro e fuori lo stabilimento. Ma hanno taciuto o comunque sottovalutato questo rischio, per continuare a fare profitti con questa azienda. Ricordiamo che l’Eternit nel suo settore è una delle aziende più ricche. Si calcola che il patrimonio personale di uno dei due imputati, Schmidheiny , sia di quattro miliardi di sterline. Ma non c’è soltanto questo: la sentenza è storica perché all’interno del processo di lavorazione dell’amianto è stata riconosciuta la presenza di rischi mortali. L’amianto, che in Italia è vietato fin dalla fine degli anni ’80, è ancora usato in tanti paesi del mondo, come il Brasile, gli Stati Uniti, il Canada, l’Asia, dove si lavora in condizioni sicuramente peggiori di quelle che si avevano nello stabilimento di Casal Monferrato. Da oggi in questi paesi diventa possibile fare processi nei confronti degli stabilimenti che usano ancora l’amianto, perché è accertato che causa il cancro e la morte. Questa è l’importanza di questo processo, che poi  contiene  anche tante altre cose . La commozione che si vive qui ancora adesso è fortissima. C’è stato un rosario di nomi, di quasi 2300 persone, che sono le parti civili riconosciute, per le quali è stato chiesto l’indennizzo, ed alle quali il Presidente della Corte ha dovuto  riconoscere , una per una, il risarcimento, la  provvigionale  , ecc …  Ebbene, questo rosario di nomi è il simbolo  della tragedia: ore e ore di nomi di persone morte, o di parenti di vittime che si sono costituite parte civile, e che rappresentano l’immane tragedia di un luogo - in questo caso dell’Italia.Ma  altri ce ne possono essere ovunque, dove l’amianto ha fatto strage, e dove da oggi si può dire che non si può più affermare “non è certo”; che gli operai possono continuare a lavorare perché “la scienza non ha deciso”. Oggi non solo la scienza, ma anche un tribunale ha deciso che l’amianto uccide, e chi lo lavora deve avere o il massimo delle precauzioni possibili, altrimenti  devono  essere chiuse tutte le lavorazioni dove si utilizza l’amianto”.

Della Volpe,  per concludere una battuta sul mondo dell’informazione: nel caso della Thyssen i tempi sono stati relativamente veloci, per Casale Monferrato e l’Eternit, invece, sono dovuti passare decenni.

“Sì, però devo dire che il mondo dell’informazione su questo – lo dico da persona che conosce questi fatti e ne scrive dal 1982 – si è mobilitato parallelamente con le istituzioni. E’ stato difficile e lungo anche confrontarsi  con la mentalità di chi - dalle organizzazioni sindacali, agli abitanti di Casale –  comunque ha pensato che fosse  possibile  correre il rischio per mantenere i posti di lavoro. Infine  nel  1987, quando il comune di Casale Monferrato ha vietato l’uso dell’amianto, si è avuta la consapevolezza piena della nocività dell’amianto, , e insieme a questa sono stati pubblicati  articoli di giornali, servizi della televisione nei quali si  è detto esplicitamente  che l’amianto uccide e che quelli di Casal Monferrato sono morti sul lavoro: morti  per aver respirato l’amianto in fabbrica e fuori. Soni stati tantissimi  le interviste, i libri – ce ne sono già 3 o 4 - che raccontano la storia di persone che avevano la tuta piena di amianto, o quella della panettiera che vedeva gli operai che venivano a prendersi il panino per il pranzo . e che è morta perché respirava le fibre che venivano rilasciate dalle tute. Tantissimi sono i servizi che noi abbiamo fatto, anche per rendere consapevoli tutti gli italiani dell’esistenza dell’amianto e della sua canceroginità… Ebbene, la sentenza di oggi è stato resa possibile anche da questo. Il processo è’ cominciato nel 2004, nel 2009 è approdato in aula, nel 2010 sono state fatte le prime udienze e dopo due anni per tutte queste parti civili – ricordo che inizialmente erano circa seimila, adesso sono scese alla metà circa – si è arrivati a una sentenza. C’è da dire che ogni tanto la giustizia funziona, e che anche l’informazione, se lo si vuole ,  può fare il suo lavoro, cioè quello di essere la “sentinella” della giustizia in questo paese.”


Dati auditel dei TG di domenica 12 ottobre

Tg1 - ore 13:30 7.070.000 29,56% ore 20:00 6.932.000 24,40%.
Tg2 - ore 13:00 4.902.000 21,32% ore 20:30 3.069.000 10,14%.
Tg3 - ore 14:30 3.336.000 14,69% ore 19:00 3.151.000 13,03%.
Tg5 - ore 13:00 4.805.000 20,65% ore 20:00 6.055.000 21,23%.
Studio Aperto - ore 12:25 2.761.000 14,19% ore 18:30 2.358.000 10,77%.
Tg4 - ore 11:30 1.650.000 12,24% ore 19:00 1.705.000 7,02%.
Tg La7 - ore 13:30 1.282.000 5,36% ore 20:00 1.856.000 6,51%.

Fonte.www.tvblog.it


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