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Il day after di Celentano a Sanremo: la liberta' di dire idiozie
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di Osservatorio TG

Il day after di Celentano a Sanremo: la liberta' di dire idiozie

ASCOLTA L'OSSERVATORIO TG DEL 15 FEBBRAIO 2012
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I Tg di mercoledì 15 febbraio - Sono soprattutto le testate “altre” a scatenarsi sugli scivoloni del Molleggiato. Quelle Mediaset, non potendo confutare gli ascolti record, sottolineano l’autogol della Rai, che oggi ha chiesto scusa, mentre ieri ha firmato un contratto che consentiva al “Re degli Ignoranti” di dire di tutto, anche scemenze, e di fare affermazioni tipiche dei regimi totalitari - chiudere i giornali cattolici - paradossalmente in linea con i tanti diktat, a partire da quello bulgaro, del precedente Presidente del Consiglio ( ma delle censure berlusconiane i Tg Mediaset non hanno mai parlato). TG La 7 è più credibile nella stroncatura di Celentano e della gestione del Festival, puntando il dito contro le ipocrisie delle ultime ore e sui commissariamenti successivi alla serata del 50% di share. Tg3 è corretto e sintetico, mentre Tg 1 dà spazio alle reazioni dei direttori di Famiglia Cristiana e Avvenire, Sciortino e Tarquini. Nel commento abbiamo sentito il Segretario Nazionale della Fnsi Franco Siddi, che ha parlato della parabola discendente di un grande artista e della insipienza dirigenziale della Rai che si riscontra in tantissimi ambiti del servizio pubblico.

Il Monti oramai protagonista dei media internazionali troneggia nelle aperture di Tg1, Tg3, Tg 5 e Tg la 7, con l’applauditissimo intervento al Parlamento Europeo. Ma la “recessione tecnica” resa ufficiale proprio oggi occupa l’altra faccia della medaglia, e non è un bel vedere.

TG 5 e Studio Aperto seguono il processo Mills con la stessa equidistanza con cui il Corriere dello Sport accompagna una trasferta della Roma in Europa. Sintomatico il titolo del Tg di Clemente Mimun: calpestati i diritti della difesa, e poi tutto lo spazio è per il poco sobrio Ghedini.

Da sottolineare  la forte rilevanza giornalistica di un titolo ed un servizio di Studio Aperto: “Osama Bin Laden era ossessionato da Whitney Houston; avrebbe voluto  sposarla e regalarle un villa”.

Lorenzo Coletta


                                       Il Commento di Franco Siddi, Segretario Nazionale FNSI

                                                (intervista  di Alberto Baldazzi)

Siddi, che cos’è,  fisiologia televisiva o patologia quello che è avvenuto ieri sera, in generale, per la prima serata di Sanremo ed in particolare per l’intervento di Celentano? Sto parlando, soprattutto, degli attacchi alla stampa e dell’invito alla chiusura di due testate...

“La Rai ha altre patologie, credo. La Rai aveva l’opportunità di avere un grande artista come Celentano, e lo ha preso facendo una scelta. Nessuno forse poteva immaginare che stavolta Celentano avrebbe deragliato in questo modo. Da un artista, un po’ cantante, un po’ comico, un po’ predicatore sui generis, va riconosciuto che ci si può aspettare di tutto per fare audience. E questo è anche in linea con il suo personaggio. L’invocazione a chiudere i giornali, però, è una cosa che istituzionalmente, oltre che da cittadini, non possiamo accettare. Da una tribuna come quella di Sanremo un’affermazione di questo genere, pure in contesto di tante frasi sgangherate, lancia un messaggio che è  privo di senno. Siccome io credo che Celentano abbia il diritto di parola come chiunque altro, è ben paradossale   - e non mi pare una banale provocazione -  che  chieda di chiudere due giornali di identità, di idee e di qualità professionale come l’Avvenire e Famiglia Cristiana. Questo ,ovviamente, varrebbe anche se avesse chiesto la chiusura di giornali di altro segno. Credo, e voglio sperare, che i giornali non dipendano ancora  né da Sanremo né da Celentano; e penso che, questa  volta, il molleggiato non è riuscito neppure a far ridere. Questa volta né Sanremo, né Celentano e né evidentemente la Rai - che ha messo in piedi questo spettacolo - sono riusciti  a far ridere. Hanno fatto tutt’altro,  ma sul piano sociale e della comunicazione è giusto che siano altri  ad esprimersi.  Vorrei però parlare di un altro aspetto: gli applausi scoscianti del pubblico che hanno accompagnato  queste parole sgangherate del molleggiato. Se il pubblico vuole vedere chiudere i giornali, allora io voglio sperare che l’umore dei cittadini sia diverso dal rumore di Sanremo e del suo pubblico”.

Sicuramente l’autorevolezza comica e teatrale di Celentano è riconosciuta da tutti. Ma quando si coniugano una grande autorevolezza personale con una grande azienda, forse il risultato che viene fuori  dovrebbe essere  più “ordinato” di quanto non sia avvenuto ieri, come per altro avviene in tante altre situazioni. C’è quindi un problema di solidità psichico-organizzativa da parte della Rai…

“Io credo che la risposta sia già nella domanda, ed in qualche modo nelle scelte di oggi della Rai, che trovo anch’esse paradossali. Il  vice direttore Generale fa il commissario a Sanremo? Ed io allora mi chiedo: chi ha firmato questo contratto di Celentano? Chi ha immaginato questa presenza? Mi pare che qui ci sia poco da commissariare. Bisogna essere seri fino in fondo, e spegnere al più presto questo tipo di sterili polemiche. La Rai ne è sicuramente in grado, ha tante energie per fare un reale  servizio pubblico. L’impressione è, però, che si affidi oramai agli espedienti, come nel caso di  grandi artisti come Celentano, che possono anche “farla fuori dal vaso”. Può anche capitare che  i grandi finiscano totalmente fuori registro, ed  è quanto è capitato questa volta.” E questo è triste, perché rimane il dubbio che la tv pubblica si sia orientata nella  scia per cui qualsiasi cosa è buona  pur di fare ascolti. Ma tornando alla cosa che più mi preoccupa  -  che si sia invocata  la chiusura di giornali,  Celentano, si dice, lo ha fatto per ragioni artistiche,  ma quale  artistica  può portare ad invocare la chiusura di un giornale? Mi pare si sia trattato, piuttosto,  dello scivolone  di un grande artista  a fine carriera”.

Dati auditel dei TG di martedì 15 febbraio

Tg1 - ore 13:30 4.653.000 24,46% ore 20:00 7.223.000 26,34%.
Tg2 - ore 13:00 2.991.000 17,43% ore 20:30 1.937.000 6,39%.
Tg3 - ore 14:30 2.154.000 12,01% ore 19:00 2.888.000 13,83%.
Tg5 - ore 13:00 3.794.000 21,74% ore 20:00 5.275.000 19,14%.
Studio Aperto - ore 12:25 2.319.000 16,66% ore 18:30 1.678.000 9,77%.
Tg4 - ore 11:30 389.000 5,06% ore 19:00 1.276.000 6,02%.
Tg La7 - ore 13:30 820.000 4,31% ore 20:00 2.309.000 8,36%.

Fonte:www.tvblog.it


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