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Su giustizia e mafia diviso il "fronte" dei Tg
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di Osservatorio TG

Su giustizia e mafia diviso il "fronte" dei Tg

ASCOLTA L'OSSERVATORIO TG DEL 14 MARZO 2012
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I Tg di mercoledì 14 marzo - Questa sera nel panorama delle aperture spicca la scelta del Tg 3 che, a differenza di tutte le altre testate, relega a centro edizione la sciagura in Svizzera che ha visto la morte dei  22 dodicenni belgi e olandesi e dei 6 accompagnatori adulti, in quella che doveva essere una festosa settimana bianca organizzata dalla scuola. Lungi da noi l’apprezzamento per chi – e non mancano – rimesta e si pasce nelle emozioni più intime facendone oggetto di ostentazione e di speculazioni, ma la scelta – certo legittima – di tenere “bassa” la notizia ci appare comunque un errore giornalistico, senza voler accusare nessuno di insensibilità. Ottima quella di TG la 7 che decide di parlarne in apertura ma “nega” le immagini più private della disperazione dei familiari.

Due servizi -  sul TG 5 e su TG La 7 – riprendono e, almeno in un caso, si schierano nelle polemiche sulla sentenza della Cassazione nel processo Dell’Utri. La tesi “Iacoviello” è ritenuta verità rivelata da Tg 5, che titola sull’ “isolamento” di Ingroia che l’ha contestata.  Più problematica la lettura di Mentana, con un ottimo servizio di Silvia Resta. TG 3 e lo stesso TG La 7 anticipano da “Servizio Pubblico” brani dell’intervista con il figlio di Provenzano; Tg 5 presenta, poi, un altro servizio sulle misure di sicurezza del covo del boss Zagaria. Che nel 2012, a vent’anni dalla stagione stragista e a pochi giorni dal ritrovamento dei resti di Placido Rizzotto, assassinato dagli uomini di Liggio 64 anni fa, la mafia tenga banco e riempia di servizi i Tg, oltre a essere oggetto di contrapposizioni politiche e tra politica e magistratura, è un fatto su cui riflettere. Nel commento abbiamo sentito Don Luigi Ciotti che con Libera a Genova sta per celebrare la XVII° Giornata della Memoria per le vittime della mafia.

Il cambio di clima tra parti sociali e Ministra Fornero nella trattativa sul comparto lavoro è ripreso da tutti, anche se nessuno è in grado di spiegare cosa sia successo tra la “paccata di miliardi” di ieri e il “quasi accordo” di oggi. La consegna del silenzio dopo un importante incontro è qualcosa a cui non siamo abituati.

Complimenti infine al Tg 5 e a Studio Aperto che riescono entrambi a trovare spazio per la ricerca dell’anima gemella del Principe Harry; mentre Studio Aperto non si accontenta e ripropone la sindrome “no Clooney, no party” che avrebbe colpito la povera Elisabetta Canalis.

Lorenzo Coletta


Il Commento di Don Luigi Ciotti, Presidente di Libera
(Intervista di Alberto Baldazzi)

Don Ciotti, la diciassettesima giornata della Memoria delle vittime delle mafie quest’anno  viene celebrata da Libera in un momento particolare. Sono tanti i segnali, anche a valenza storica e simbolica: il ritrovamento del cadavere di Placido Rizzotto, il ventennale della mafia stragista dei primi anni ’90, le sentenze che fanno luce ma fanno anche ombra.  sul rapporto tra Stato e mafia. Elementi in più per parlare di mafia e per combatterla...

“Sì, e non vorrei dimenticare Pio La Torre, ucciso il 30 aprile del 1982, trent’anni fa. A lui dobbiamo quella legge, che  non vide perché fu ucciso quattro mesi prima, che per la prima volta stabiliva il  416 Bis, che parlava di confisca. Quello era stato prima il sogno proprio  di Placido Rizzotto: poter usare quelle terre per i contadini, per le cooperative. Placido Rizzotto venne ucciso e a Corleone arrivò , come tu ben sai, un signore, capitano di Carabinieri, che faceva di nome Carlo Alberto Dalla Chiesa;  e a sostituire Placido Rizzotto  venne Pio La Torre. Li ricordiamo tutti quest’anno, li ricordiamo insieme a tutti gli altri; noi è da anni che chiedevamo insieme al nipote e alla famiglia  di Rizzotto di fare di tutto per individuare quel corpo tra gli altri scheletri in fondo a quella fossa. Questo desiderio, insieme alla generosità e all’impegno di molti, anche delle forze di polizia, si è finalmente realizzato.”

Don Ciotti, come definirebbe la situazione attuale del riutilizzo dei beni dei mafiosi; perché ci sono anche complicazioni giuridiche e burocratiche che attardano; e come vede gli atteggiamenti del nuovo governo su questo tema?

“Devo dire che quel sogno si è realizzato. Libera ha raccolto un milione di firme nel 1996 proprio per avere questa legge, realizzando il sogno di Pio La Torre e di Placido Rizzotto. Non è un caso che la prima cooperativa dei beni confiscati ai grandi boss l’abbiamo chiamata proprio “Pladico Rizzotto”; si trova nei territori di Corleone, di San Giuseppe Jato e di San Cipirello. Di passi in avanti ne sono certamente stati fatti, come quello di due anni fa con l’istituzione dell’Agenzia Nazionale dei beni confiscati. Restano però molte ombre da superare, nonostante la generosità e l’impegno di tante persone che ci credono, che ci investono, che ce la mettono tutta. Uno dei grandi nodi, per fare un esempio, è quello delle ipoteche bancarie perché una buona parte dei beni confiscati - una gran parte - non possono essere destinati perché sotto ipoteca bancaria, e le banche rivendicano questa ipoteca. Qui la situazione fa sbloccata. Questo è un nodo politico, ed il mi auguro che questo governo – a cui però non si può chiedere tutto - accolga questa priorità, che oggi più che mai bisogna portare avanti. Sotto un altro aspetto importante,  io mi chiedo come sia possibile che si debba ancora condurre la  battaglia perché, nella legislazione vigente, sia eliminata la “data” del 1961, la norma che, prima di quella data, non ammette che le famiglie possano fare istanza per essere riconosciute vittime di mafia, del terrorismo e del dovere. Questo è un paradosso. Prima del 1961 la legge non ammette questo riconoscimento …”

La mafia, ufficialmente, non esisteva …

“Non viene fatto il riconoscimento. Si riconosce che la persona è morta – non si potrebbe fare diversamente – e basta. Noi invece lo chiediamo. In questo momento si parla dei funerali di Stato per Placido Rizzotto. Io sono d’accordo. È giusto, è un segno importante; è la responsabilità della memoria, la volontà di trasmettere la vicinanza ai familiari e far sentire la voce del nostro Paese. Vanno bene i funerali di Stato per Placido Rizzotto, ma per tutti gli altri che sono stati uccisi prima del 1961 non viene fatto nulla. Oggi neppure i familiari di Placido Rizzotto – c’è sua sorella, e suo nipote, con cui abbiamo lottato in questi anni per chiedere delle procedure più attente - possono fare istanza per essere riconosciuti come vittime di Mafia”.

Allora? Appuntamento a Genova …

“Genova è considerata la porta d’Europa. Noi vogliamo che sia considerata una porta aperta  -perché lo è stata  sempre - all’incontro tra le gente e verso i diritti di ogni persona; ma deve, oggi più che mai, essere una porta sbattuta in faccia alle mafie, la criminalità e la corruzione”.


Dati Auditel di martedì 13 marzo 2012

Tg1 - ore 13:30 4.088.000 (23,14%) ore 20:00 5.726.000 (21,72%).
Tg2 - ore 13:00 2.936.000 (18,08%) ore 20:30 2.512.000 (8,76%).
Tg3 - ore 14:30 1.801.000 (11,24%) ore 19:00 2.456.000 (13,14%).
Tg5 - ore 13:00 3.475.000 (21,15%) ore 20:00 5,821.000 (19,96%).
Studio Aperto - ore 12:25 2.396.000 (18,44%) ore 18:30 1.008.000 (7,09%).
Tg4 - ore 11:30 354.000 (5,27%) ore 19:00 1.065.000 (5,68%).
Tg La7 - ore 13:30 896.000 (5.06%) ore 20:00 2.176.000 (8,16%).

Fonte: www.tvblog.it


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