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Le scuole a pezzi, tra promesse e silenzi
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di Giulia Tosoni

Le scuole a pezzi, tra promesse e silenzi

Una sentenza in Cassazione e un processo che si apre: la sentenza che condanna i responsabili del crollo della scuola di San Giuliano di Puglia, dove morirono 27 bambini e una maestra; l’udienza preliminare del processo per la tragedia del liceo Darwin di Rivoli, in cui perse la vita Vito Scafidi, 17 anni, mentre un suo compagno rimaneva gravemente ferito. Due fatti a distanza di cinque anni che chiedono giustizia, verità e il riconoscimento di chiare responsabilità per tragedie che non possiamo rassegnarci a considerare ineluttabili.
Ma soprattutto impongono alla politica di mettere la parola fine ai rischi di chi ogni giorno varca la porta di una scuola, senza più scuse.
Il Ministro Gelmini, subito dopo il crollo di Rivoli, circondata dalle polemiche per i tagli ai finanziamenti, ha avviato un Tavolo per la realizzazione dell’Anagrafe sull’edilizia scolastica: un censimento sulla sicurezza di tutti gli edifici, ideato nel 1996 e mai portato a termine.
Il Tavolo, che doveva completare il censimento entro il 5 agosto 2009, nel mese di Ottobre è giunto, a quanto risulta, al 60% dei rilevamenti. Probabilmente le modalità scelte per realizzare l’anagrafe hanno creato rallentamenti e rimpalli di responsabilità fra Governo centrale, Regioni, Province: resta il fatto che ancora non si ha notizia del suo completamento.
Il problema ha dimensioni impressionanti: la maggior parte dei 42.000 edifici scolastici risale a prima del 1974, anno in cui è entrata in vigore la normativa antisismica. Più del 38% di questi ha bisogno di interventi di manutenzione urgente.  In un Paese dove il 70% del territorio nazionale è a rischio sismico, la programmazione degli interventi non è credibile senza lo stanziamento di risorse.
La finanziaria 2009 ha “ben cominciato” l’opera del Governo con un taglio di 22,8 milioni di euro ai fondi per l’edilizia.
A Marzo 2009, il CIPE ha sbloccato un miliardo di euro per gli interventi sulle scuole a rischio: di questo miliardo, 226 milioni sono stati dirottati per le scuole dell’Abruzzo, subito dopo il terremoto del 6 Aprile. Mario Mantovani, sottosegretario alle Infrastrutture, ha più volte parlato dell’esistenza di 300 milioni già sbloccati per il 2009, ma non si ha notizia dei primi interventi realizzati, della loro programmazione, né di quando sarà completata l’anagrafe.
Una situazione che mette angoscia, per gli studenti, le famiglie, gli insegnanti.  Per quei nove milioni di persone che ogni mattina varcano la soglia di una scuola. Per il nostro Paese, che abbandonando le scuole al degrado, dimostra ben poca cura per il suo stesso futuro.


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