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Rai, il Cda sospende i talk show politici. Questa sera alle 20 tutti a via Teulada
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di Redazione

Rai, il Cda sospende i talk show politici. Questa sera alle 20 tutti a via Teulada

Niente 'Porta a Porta', 'Annozero', 'Ballaro'' fino alle elezioni regionali. Il cda della Rai, convocato stamattina per una seduta straordinaria proprio sull'applicazione del regolamento della Commissone di vigilanza sulla comunicazione politica pre-elettorale, ha infatti deciso, su proposta del direttore generale Mauro Masi, di sospendere tutti i talk show politici di prima e seconda serata per l'ultimo mese prima del voto, quindi da oggi al 29 marzo.

"Articolo21 sarà presente questa sera in via Teulada all'iniziativa convocata dal sindacato dei giornalisti. Non si tratta - affermano Giuseppe Giulietti, Federico Orlando e Tommaso Fulfaro di difendere solo e soltanto le trasmissioni cancellate ma anche di dire basta al tentativo di imbavagliare la Costituzione e in particolare l'art.21. Forse è davvero giunto il momento di mettere insieme quanti non intendono più assistere alla realizzazione di una repubblica presidenziale a telecomando unificato".

GIORGIO VAN STRATEN: "Scelta sbagliata, ho espresso la mia totale contrarietà"
Il Direttore Generale della Rai, col sostegno della maggioranza del Consiglio di Amministrazione, ha deciso di sopprimere per un mese l'informazione sulla televisione pubblica. Restano i notiziari ma questo, visti i comportamenti dell'attuale direzione del Tg1, non puo' rassicurare nessuno'. E' una scelta sbagliata perche'  fa venir meno il nostro dovere di servizio pubblico, crea polemiche e conflitti esterni, procura un danno alla Rai in termini di ascolti e quindi anche di ricavi pubblicitari. Come Consigliere di Amministrazione ho espresso la mia totale contrarieta' a questa scelta di applicazione del regolamento della Vigilanza, un regolamento che oltretutto molti autorevoli giuristi hanno valutato come incostituzionale".

RIZZO NERVO: "Legge è alibi per brutta pagina"" 
Lo stop dei talk show fino al voto è " una decisione contraddittoria, sbagliata, che tradisce profondamente i doveri del servizio pubblico che sono quelli di ampliare non di comprimere gli spazi di informazione. Con cinque voti a favore e quattro contrari il Consiglio di amministrazione oggi è andato oltre lo stesso regolamento approvato dalla Commissione parlamentare che, pur limitando pesantemente la libertà di espressione, non prevedeva la cancellazione per un mese di programmi importanti come Porta a Porta, Ballarò, Anno Zero e L'ultima parola. Sconcerta anche la totale mancanza di rispetto dimostrata nei confronti delle capacità professionali dei conduttori e dei direttori di rete ai quali in sostanza si dice: vi sospendiamo sino alla fine della campagna elettorale perché non ci fidiamo di voi. Commissione di Vigilanza e Rai hanno scritto una brutta pagina: la legge sulla par condicio è soltanto un alibi inconsistente tant'è  che nei dieci anni di sua applicazione mai erano state soppresse trasmissioni di approfondimento giornalistico.

GIUSEPPE GIULIETTI: "Portiamo in piazza le puntate soppresse"
"La decisione della Rai di imbavagliare le sue trasmissioni è sbagliata. Va persino oltre il pessimo regolamento della Vigilanza e contrasta con gli stessi principi costituzionali. Una decisione pertanto assolutamente non condivisibile, ma lamentarsi seve poco adesso. Serve invece un'azione immediata capace di beffare il censore e di impedire un nuovo assalto all'articolo21 della Costituzione. Il popolo che ha riempito le piazze in questi giorni e che rispose all'appello del sindacato dei giornalisti il 3 ottobre scorso è pronto a promuovere iniziative ovunque e organizzare sulle pubbliche piazze le puntate che saranno imbavagliate". 

VINCENZO VITA: "Rai più realista del re"

"La Rai di questi tempi non poteva purtroppo che produrre un regolamento sulla campagna elettorale piu' realista del re. Non era un atto dovuto e neppure il testo votato a maggioranza dalla commissione di Vigilanza lo imponeva.
Tantomeno la legge sulla par condicio, che - anzi - viene bellamente aggirata. E' una scelta del tutto sbagliata che, con la forza dei numeri, impone al Paese un servizio pubblico dimezzato. Proprio quando il servizio pubblico dovrebbe esercitarsi nel massimo della sua espressione. Inoltre, e' un oltraggio alla sintassi televisiva, che viene snaturata con un atto di imperio. C'e' da sperare che la scelta di oggi non rimanga senza risposta. 

ANTONIO DI BELLA: "Faremo di tutto per poter andare in onda con Ballarò"
"Raitre si oppone con forza ad una decisione gravissima e senza precedenti ed esperira' ogni tentativo possibile per poter andare in onda con 'Ballaro'' e con ogni altra trasmissione nel rispetto dei telespettatori, della legge e della Costituzione. L'interesse aziendale della Rai era di interpretare e applicare la legge sulla par condicio e il relativo Regolamento, difendendo al meglio la propria autonomia editoriale e la programmazione. E' percio' inspiegabile la decisione presa a maggioranza dal cda che cancella programmi di grande ascolto interpretando il regolamento ancor piu' radicalmente dello stesso relatore, il radicale Beltrandi, e ignorando il parere dello stesso Ufficio Legale della Rai che dava il via libera alla messa in onda dei talk show, a condizione che non ci fossero ospiti politici e che non fossero trattati temi politico-elettorali".

USIGRAI: "Momento buio per la libertà di stampa"
"E' uno dei momenti piu' bui per la liberta di stampa in Rai da quando esiste il Servizio pubblico radiotelevisivo. Il cda a maggioranza ha voluto il bavaglio piu' soffocante, applicando nella maniera maggiormente restrittiva il gia' pessimo regolamento della Vigilanza, con la chiusura di tutti i talk show e i programmi di approfondimento giornalistico. Speriamo che il direttore generale e i consiglieri d'amministrazione della Rai, insieme ai commissari della Bicamerale, si rendano conto della responsabilita' che si sono assunti. A meno di un mese dalle elezioni, anche in presenza di una serie di gravissime vicende di cui l'opinione pubblica vuole sapere, cala il silenzio. Negare gli approfondimenti costituisce una penalizzazione enorme per i cittadini e dunque per la democrazia, che fa passare in secondo piano persino il pur rilevantissimo danno economico per un'azienda come la Rai, che gia' sta ipotizzando tagli. L'Usigrai intende reagire nel modo piu' fermo. La legge sui servizi pubblici essenziali ci impedisce di scioperare in tempi utili, nonostante siano state esperite le procedure di conciliazione. Stiamo quindi preparando un video-comunicato ed una manifestazione pubblica. Sullo scandalo del silenzio  non c'e' bavaglio che possa impedirci di gridare". (com/fan) 011532 MAR 10 NNNN

BRUNO VESPA: "Decisione grave e ingiusta"
"E' una decisione grave, ingiusta e sorprendente. So bene che certe trasmissioni hanno sempre calpestato la par condicio nella sostanza prima ancora che nella forma. Ma non e' una ragione sufficiente per azzerare l'intera informazione politica della Rai alla vigilia delle elezioni. Il danno economico e d'immagine che ne viene all'azienda e' largamente superiore ai rischi che si sarebbero corsi con alcuni programmi settari. In ogni caso quello stabilito oggi e' un precedente molto preoccupante perche' disabilita i principali conduttori giornalistici della Rai dal toccare la politica in campagna elettorale e li delegittima rispetto ai colleghi delle televisioni commerciali

PAOLO GENTILONI: "No a silenzio imposto dalla destra"
La decisione presa a maggioranza dal CdA RAI svela quello che fin dall'inizio era l'obiettivo del regolamento-bavaglio, imposto dal centrodestra in Vigilanza: cancellare i programmi in cui si danno notizie e si confrontano opinioni diverse, affidando al filtro dei soli tg l'attualita' in campagna elettorale. La scelta di imporre il silenzio - prosegue l'esponente Pd - non era e non e' obbligata come aveva chiaramente affermato lo stesso direttore generale della RAI nella circolare di due settimane fa in cui suggeriva la messa in onda dei programmi di informazione, sia pure senza ospiti politici. Mi auguro  che anche la decisione di oggi sia reversibile e non costituisca l'ultimo capitolo di una brutta storia per la liberta' di informazione.

LUCIA ANNUNZIATA: "Non voglio andare in onda neanch'io"
La decisione presa a maggioranza dal cda Rai di sospendere i talk show di prima e seconda serata fino al voto e' ''una doppia beffa. Il cda non ha chiuso la mia trasmissione, e' vero  ma resta il cappio al collo della par condicio: dunque posso andare in onda ma non posso parlare di politica interna. Lo considero una doppia beffa A queste condizioni non ci penso proprio ad andare in onda, anche come gesto di testimonianza e di denuncia e di solidarieta' nei confronti dei colleghi i cui programmi vengono sospesi. Ho appena manifestato a Di Bella la mia posizione e gli ho chiesto di tornare dall'Iraq.

SANDRO RUOTOLO: "Non andiamo in onda, è censura"
''La Rai ha deciso, 5 a favore, 4 contrari (compreso il presidente di garanzia): non andiamo in onda fino al voto delle Regionali. Questa e' censura".

 

Firma l'appello di Art.21: "No al bavaglio"

 

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