Clicca qui per il nuovo sito di Articolo 21 »
Ricerca con Google
Web articolo21.info
 
 
Articolo 21 - INTERNI
Immigrazione, ai giornalisti non fa bene la camomilla
Condividi su Facebook Condividi su OKNOtizie Condividi su Del.icio.us.

di Ottavio Olita

Immigrazione, ai giornalisti non fa bene la camomilla

“Sono ormai vent’anni che abito qui e ancora oggi mi fate le stesse domande di quando sono arrivato”. “Perché non provate a chiedere ai residenti, ai cittadini italiani che si lamentano della nostra presenza, se sarebbero disposti a far fare ai loro figli i lavori che facciamo noi?” “A me pare che la cosa che ancora oggi risulta più difficile a gran parte di voi e ai vostri lettori sia considerarci semplicemente persone”. Queste sono state alcune delle questioni sollevate dagli immigrati nel confronto diretto con i giornalisti organizzato dal Consiglio dell’Ordine professionale della Sardegna e dalla Fnsi nella comunità “La Collina” di Serdiana guidata da don Ettore Cannavera. Un confronto a volte duro, nel quale un artista come lo scultore Pinuccio Sciola ha accusato una parte della categoria di cercare troppe autogiustificazioni, probabilmente per colpa della “troppa camomilla bevuta”.
Tante le osservazioni sulla qualità dell’informazione relativa al mondo dell’immigrazione, come ha fatto notare anche il garante della privacy, Mauro Paissan: “Marocchino ruba”, “Rumeno violenta”, “Albanese rapina” sono espressioni che ancor oggi si leggono sui giornali e che indirettamente alimentano il razzismo. Poco cambia se tutto questo è frutto di incultura o di approssimazione, tanto che dal dibattito è emersa in modo deciso l’indicazione che per i giornalisti sia necessario un diverso livello di formazione e di aggiornamento che nasce dalla quotidianità, dall’osservazione di una realtà diversa da quella che si percepisce nelle redazioni. “Sono ormai pochi i colleghi che si sporcano le scarpe – ha detto il presidente dell’Ordine dei Giornalisti sardi Filippo Peretti – andando a cercare le storie, a verificarle per raccontarle. Il desk, internet, le mail stanno stravolgendo la professione, snaturandola”.
Il rischio che i giornali diventino solo contenitori di comunicati scritti dagli uffici stampa, eliminando di fatto la necessaria funzione di mediazione svolta dai redattori, è stato sottolineato dalla sezione di Cagliari dell’Associazione Articolo 21 che ha proposto la creazione di un ponte ideale tra l’iniziativa della “Collina” e l’appuntamento annuale di Capodarco su “Redattore Sociale”. Un’azione in sinergia, in due diversi periodi dell’anno, con scambio di progetti e proposte e verifica annuale, anche nella struttura di don Ettore Cannavera, dei programmi e delle attività. Appuntamento di Serdiana basato soprattutto sull’ascolto delle esperienze, del vissuto, della qualità dell’informazione che realizzano, o piuttosto subiscono, mondo dell’immigrazione, minori, emarginati. E’ questo il modo per far sì che l’articolo 21 della Costituzione abbia una piena applicazione, per i chi lavora nell’informazione e per il cittadino che, informato, è in grado di costruire livelli sempre più avanzati di democrazia.
Franco Siddi, segretario della Fnsi, ha poi suggerito che  Capodarco e Serdiana lavorino per temi, scambiandosi informazioni e indicazioni perché è un problema serio quello della formazione dei giornalisti, soprattutto in un’epoca in cui è sempre più difficile imporre vincoli contrattuali agli editori.
La debolezza della categoria è emersa anche da altre considerazioni proposte nel dibattito da giornalisti democratici che hanno fatto notare come l’intreccio di interessi degli editori, anche in una realtà piccole come la Sardegna, condizioni la qualità del lavoro. Ci sono stati colleghi che sono arrivati a chiedere aiuto alla società, ai cittadini, agli immigrati, perché pretendano, anche con manifestazioni pubbliche, la completezza dell’informazione.
E’ il segno dei tempi. Il coraggio è merce sempre più rara, anche fra quanti sono contrattualmente più garantiti. Ecco perché è indispensabile l’incontro, l’ascolto, il confronto con quella parte della società che rischia l’espulsione, l’allontanamento, la fame, l’emarginazione, non l’esclusione della firma dalla prima pagina.


Letto 3449 volte
Dalla rete di Articolo 21