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Rifiuti in Campania, Ue condanna Italia
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di Iolanda Stella Corradino

Rifiuti in Campania, Ue condanna Italia

I giudici hanno accolto il ricorso presentato della Commissione europea  nel luglio 2008. La Commissione aveva contestato all'Italia di non aver creato per l'anno 2007 una rete adeguata di impianti di smaltimento rifiuti con rischi, ovvi, per la salute umana e per l'ambiente. Ed ecco, quindi, la condanna: il 2007 è l'annus horribilis per la Regione Campania. Ai vertici per la gestione rifiuti c'era Corrado Catenacci, cui subentrò poi Alessandro Pansa quest'ultimo alla guida anche della prefettura di Napoli mentre ad inizio 2008 l'incarico passò nelle mani di Gianni De Gennaro.
La notizia, diffusa dalle principali agenzie di stampa, non sorprende più di tanto. I cittadini della Regione Campania erano più che consapevoli del disastro di quell'anno e delle conseguenze gravi che ancora oggi incidono sulla salute dei cittadini. Una emergenza ed una criticità che ha inzio da prima dell'arrivo di Catenacci, precisamente dal 1994, anno in cui doveva partire il termovalorizzatore di Acerra ma che poi non ha mai visto un taglio d'inizio e che ora, per le ultime notizie bomba sulle ecoballe giuglianesi date in garanzia per il ponte sullo stretto di Messina, rischia anche di non aver nulla da bruciare.
Del 2007 campano si ricordano i rifiuti per le strade e la diossina tra le nuvole, il percolato che scoppiava come un gayser e le cave ripiene di manifestanti.
Quel che è grave è che, ancora una volta, anzichè riflettere sul disastro ambientale che pure è stato stigmatizzato dalla Commissione Europea, i politici- in piena campagna elettorale- pensino solo ad uno scambio reciproco e strumentale di colpe. Nessuno, da Cosentino a Bassolino, sembra ricordare le parole di Alessandro Pansa che nel novembre scorso sottolineava come ''nei bandi di gara per i fondi Por del 2006 c'erano tantissimi soldi per realizzare i siti di compostaggio e tutta l'impiantistica per la differenziata. Pochissimi sono stati i Comuni che hanno chiesto questi fondi, e anzi alcuni che li avevano ottenuti hanno successivamente rinunciato''. Ma a livello politico si finisce col definire la questione campana come un disastro "della gestione Prodi-Bassolino che ha fatto della Regione Campania la pattumiera di Italia" con l'ovvia e banale strumentalizzazione in chiave elettorale da parte di Nicola Cosentino di uno dei danni ambientali più gravi della storia. Ma spiega Cosentino  "il governo del fare, quello di Silvio Berlusconi, ci ha insegnato che la Campania puo' rinascere e ritornare ai suoi antichi splendori. Per fortuna il cambiamento e' alle porte''. Senza contare che in realtà i roghi, in realtà, e i bidoni per le strade, ci sono ancora oggi ma oggi, si sa, è meglio non parlarne. A commentare la condanna Ue è anche l'assessore all'ambiente della Campania, Walter Ganapini: "La condanna si riferisce a fatti avvenuti fino al 2007. La condanna era assolutamente certa e ritengo che ci sia stata una pesante sottovalutazione, in questi mesi, della  vicenda". Quel che è certo è che la condanna da parte dell'Unione Europea all'Italia ed alla Campania avrà, ce lo si augura, il merito di dare il via all'anno zero per i rifiuti della Campania Felix; anno zero che dagli anni '80 ad oggi  non è ancora iniziato.


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