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Pdl a Roma: la gente in piazza c'era. Ma Berlusconi?
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di Roberto Secci

Pdl a Roma: la gente in piazza c'era. Ma Berlusconi?

Bisogna ammettere che Roma è stata, sabato , teatro di almeno due miracoli. Il primo è quello compiuto dal suo sindaco Gianni Alemanno che,  dopo essere riuscito nella difficilissima impresa di far diventare la capitale la città con le strade più disastrate del Paese, è riuscito a dimostrare che Piazza San Giovanni è a geometria variabile:  poco più di 150 mila persone, quando a scendere in piazza sono i sindacati con il "Concertone del 1° Maggio" o per le manifestazioni del centro sinistra e del Popolo Viola .... un milione (qualche anno fa addirittura più di  due) se a salire sul palco è  Silvio Berlusconi o il Popolo delle Libertà. Dobbiamo ricordare la famosa teoria sostenuta in più occasioni dagli organi ufficiali del Cavaliere :dato che in un metro quadro entrano non più di quattro persone, si prende la superficie totale e si moltiplica per quattro. La superficie di Piazza San Giovanni è di 39.100 mq, con una capienza totale, quindi, di 156.000 persone. Tenendo conto, ovviamente, che palco e vie di fuga “rubano” qualcosa e che ieri la scenografia imposta dalla riprese televisive limitava la piazza in un triangolo ristretto, il miracolo di Alemanno sembra quindi evidente .  Il barba ad ogni previsione malevola, il secondo miracolo si è determinato con la partecipazione di centinaia di migliaia di persone: insomma la gente in Piazza e nei due cortei c’era davvero. Tutti sorridenti, nessuno incazzato come fanno “quelli di sinistra”. Seguiamo per comodità il corteo partito dai Colli Albani: molte persone sono anziane ma ci sono anche tanti giovani, alcuni (molti per la verità) brandiscono contemporaneamente due bandiere… e poi striscioni, magliette monocolore, musica dance, canzoni italiane e l’immancabile coretto “meno male che Silvio c’è” alternato a “chi non salta comunista è”. I bar dell’Appia sono affollatissimi di persone affamate e assetate (qualcosa forse non ha funzionato nella logistica), ma tutte (o quasi) marciano fiere verso la Piazza, dove si aspettano ciò che il Cavaliere ha promesso.  L’impressione che si ha entrando nella piazza è quella di accedere in un grande set cinematografico dove si mescolano stand regionali, centinaia di bandiere bianche, stendardi degni del Duce e divanetti in pelle, collocati dentro privé,  immediatamente occupati dagli “anziani” del gruppo . Insomma una manifestazione degna del soviet supremo (anche se lì divanetti in pelle e privé non si sono mai visti). Nell’attesa del discorso del Premier, l'orchestra di Demo Morselli fa ballare il popolo del centrodestra con musica soul, ma soprattutto tante canzoni italiane a partire da " Nel blu dipinto di blu" di Domenico Modugno. Acclamato come un imperatore, arriva Silvio Berlusconi. È il solito Berlusconi che, dimenticando di avere una maggioranza schiacciante nei due rami del Parlamento, accusa l’opposizione per tutto ciò che non è stato fatto dall’inizio della legislatura: solito disco stanco e rotto che sentiamo ormai da anni.  Poi il premier, come un capace conduttore di trasmissioni televisive, legge i punti del "patto per l'Italia": "Attuare prontamente il piano casa, snellire in maniera significativa tutte le procedure burocratiche eliminando almeno cento leggi regionali, dimezzare le liste d'attesa e assicurare prevenzione per una sanità veramente umana, mettere a dimora cento milioni di alberi e costruire piste ciclabili per fare dell'Italia il giardino d'Europa". I candidati giurano in coro: "Di fronte a questo popolo prendiamo il solenne impegno di rispettare tutti i punti del patto per l'Italia". Giuramento che ha fatto dei candidati, sono parole del premier, "missionari di verità verso chi legge solo i giornali della sinistra". La gente ieri a Piazza San Giovanni c’era. Più di centocinquantamila (dato della Questura, che stavolta ha impiegato diverse ore a diffondere il dato ufficiale). A una settimana dal voto amministrativo Silvio Berlusconi ha dimostrato che le manifestazioni si possono organizzare presto e bene. La sua capacità di comunicare amore e positività si scontra con un Paese dilaniato dalla crisi economica. Davanti a questa situazione che pesa come un macigno sulla partecipazione al voto amministrativo del prossimo fine settimana, può il premier manifestare a Roma portando avanti sempre lo stesso copione: Gli attacchi ai 'magistrati politicizzati' e alla sinistra che, in caso di vittoria 'renderebbe l'Italia meno libera ?' Si è vero:  Berlusconi, non si è comportato da Premier: non è uno statista e neppure un leader ma è, sicuramente, un capopopolo.  Alle urne l’ardua sentenza.


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