A un anno da quel terribile sisma che ha sconvolto l'Aquila vorrei anzitutto sottolineare la coraggiosa battaglia di una piccola grande donna come Stefania Pezzopane. La sconfitta elettorale non può nascondere lo straordinario lavoro fatto da Stefania per difendere caparbiamente i diritti della sua gente e  ottenere un progetto serio di ricostruzione.
Battaglia ancor più importante in quanto si e' svolta dentro una campagna mediatica senza precedenti tesa ad affermare una soluzione miracolistica che in realtà e' ben distante dall'aver risolto i problemi di una Citta' che praticamente non esiste più.
La vittoria del centrodestra anche nella provincia de l'Aquila e'  stata determinata principalmente dal voto delle zone più lontane dall'emergenza vera e propria, dove gli effetti mediatici erano superiori. Dove invece, come nella Citta' de L'Aquila, i cittadini hanno potuto misurare sulla propria pelle la differenza tra realtà e promesse il risultato e' stato diverso.
Ovviamente in democrazia il Voto e' sacro e va sempre rispettato ma una riflessione va fatta: contro il populismo mediatico plebiscitario rappresentato dall'asse tra il Pdl e la Lega occorre saper proporre una diversa "narrazione" del paese, ovvero un'alternativa radicale a questo modello politico sociale e culturale Ciò significa continuare quelle battaglie che concretamente  possono rappresentarla.
Come quella per una vera ricostruzione de L'Aquila non smettendo mai di stare al fianco di chi la combatte, come Stefania.
La cosa peggiore sarebbe rassegnarsi. Invece c'è bisogno di rifondare radicalmente la politica democratica. I partiti attuali non bastano, serve mischiare le carte costruendo soggetti politici nuovi che mettano al centro i cittadini.

* Direttore de "Il Romanista"