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I Tg, quelli che non "raccontano" le crisi umanitarie del mondo
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di OSSERVATORIO TG ARTICOLO 21

I Tg, quelli che non "raccontano" le crisi umanitarie del mondo

I TITOLI DEL 21 APRILE - Questa sera in apertura non analizzeremo  i titoli dei telegiornali, lo faremo più avanti, perché parleremo di un altro argomento sempre relativo alle notizie che ogni sera vengono inserite nelle scalette dei tg e sul perché di certe scelte. Lo spunto ce lo da il rapporto annuale che l’associazione umanitaria Medici senza Frontiere ha  presentato oggi dal titolo emblematico:”Le crisi umanitarie dimenticate dai media nel 2009”.

Nel rapporto si rileva che le notizie sulle crisi umanitarie nei nostri telegiornali sono state il 6 per cento del totale, ancora in calo rispetto agli anni precedenti. Questo è dovuto principalmente al fatto che il sistema dell’informazione in Italia, ricordiamo che i tg sono strumento di formazione delle opinioni per circa il 70 per cento dei residenti,  è vittima di meccanismi, sul valore delle notizie,  che tengono conto principalmente del fattore politico, in base alla maggioranza di governo in carica e dell’audience, controllata quest’ultima dalla pubblicità.

Così nel rapporto si nota  che a Carla Bruni, nel 2008  diventata primiere dame de France, sono stati dedicati, in soli tre mesi, ben 208 servizi contro i 33  dedicati in tutto l’anno dai Tg Rai e Mediaset  all’emergenza colera in Zimbawe, che provocò decine di migliaia di vittime. E per avvalorare la tesi che anche  la pubblicità tiene sotto scacco le scalette dei telegiornali, il rapporto ci svela che nel 2009 sono stati ben 368 i servizi sulle  svendite di fine stagione,  mentre in tutto l’anno solo 116 quelli sulla fame nel mondo.

Del rapporto di Medici senza Frontiere hanno parlato oggi solo il Tg3 ed il Tg La7. Noi continueremo a parlarne  nello spazio commento con Costas Moschochoritis  direttore generale di Medici senza Frontiere Italia. C’è poi un’altra notizia che troviamo nei titoli di tutti i telegiornali dove più che il  commento parlano le immagini. Sono le scorribande di baby camorristi che terrorizzano con sparatorie e devastazioni la gente a Napoli e dintorni. Noi consigliamo la visione di queste immagini a tutte quelle persone convinte  che i libri come Gomorra di Roberto Saviano o fiction come la “Piovra” fanno male all’immagine dell’Italia. Crediamo che le immagini vere, autentiche e non fiction, trasmesse da tutti i telegiornali questa sera, facciano male, ma tanto male a tutti gli italiani.  

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  • Il Commento:  Costas Moschochoriti, Direttore Generale Medici  Senza Frontiere Italia
    (intervista di Alberto Baldazzi)

    Dalla vostra riflessione sui media e soprattutto sui tg, cosa viene fuori?
    “ Viene fuori che quest’anno siamo agli stessi livelli bassi del 2008.  Solo il 6% delle notizie riguardano le crisi così dette dimenticate. Questo  può anche essere considerato positivo perché il trend negativo si è fermato;   però 2 o 3 anni fa eravamo al 10%”

    MSF segnala anche degli irrituali confronti , dei match: Carla Bruni che  batte lo Zimbawe, con  208 servizi nei nostri tg in solo   tre mesi, mentre invece ce ne sono soltanto 33 sulle crisi in questo paese. E tanti altro esempi. Quale è la cosa che vi ha colpito di più?
    “Due cose:  il fatto che per la Repubblica democratica del Congo ed il conflitti che hanno toccato milioni di persone, ci sono stati solo 7 notizie; sulle malattie tropicali, addirittura  zero notizie. Ma anche quando si parla di una crisi, come per esempio in Afghanistan, non si parla delle cose che riguardano la popolazione: l’accesso alle cure, oppure la situazione umanitaria del paese; si parla di cose come le condizioni del contingente italiano,o gli scenari della guerra in corso”

    C’è una canzone di Jovanotti: l’ombelico del mondo.  Abbiamo un ombelico molto e steso, come una sorta di super ego, e forte disattenzione per tutto il resto.
    “E’ vero. Mi ricordo la crisi in Kenia dopo le elezioni, nel natale 2008 :più che delle vittime e del contesto politico del Kenia, i media parlavano dei turisti italiani bloccati lungo le spiagge del Kenia. C’è una falsa percezione: la gente non sarebbe interessata a questi temi. Invece quello che riscontriamo noi, con i  nostri donatori, nei dibattiti,  quando parliamo con la gente,  vediamo che c ‘ è interesse. Arrivano domande, e richieste di approfondimento”

    Si potrebbe dire , passando al “fronte interno”, al rapporto ad esempio, tra gossip e questioni sociali, che ci sia una sì disattenzione non casuale. I nostri tg vogliono essere dei biglietti da visita, delle brochure della nostra società, piuttosto che strumenti d’indagine
    “Possiamo dire che è così, come per  la scelta di parlare dei saldi e non della malnutrizione; manca la volontà di approfondire i temi non propriamente piacevoli”

    I nostri telegiornali, ovviamente non tutti e non sempre, si comportano la sera come noi al mattino davanti allo specchio fanno  – facciamo – maquillage
    “ Questo è vero e vorrei insistere sul fatto che anche quando i media parlano di una crisi, non fanno approfondimenti sulla  realtà nella quale vive la popolazione; ad esempio non parlano delle Jemen se non che quando c’ è un rapimento. Non parlano dei conflitti, anche quando colpiscono , ad esempio gli ospedali”


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