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Articolo 21 - Editoriali
Comunicazione, Art.21 ha chiesto in Europa la procedura d'infrazione nei confronti del governo
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di Federico Orlando*

Cara Europa, leggo che per la presidenza Rai si riparla di Petruccioli (a Roma si dice: riciccia); leggo che c??è luna di miele tra il rifondazionista Curzi, consigliere anziano, e il berlusconiano Cattaneo, direttore generale; leggo che il ministro del Tesoro non è in grado di proporre nomi per la presidenza perché il premier lo espropria di quel potere; leggo che il consigliere d??amministrazione Rognoni (Ds) appena eletto va anche lui, come Curzi, in luna di miele con Cattaneo (che forse in una ??Rai competitiva?, deluso ?? e chi non lo è? ?? di Berlusconi). Ma, fra tante tristezze (fra l??altro, non leggo che i giornalisti Rai sciopereranno affinché l??azienda abbia il direttore), ricevo una boccata d??ossigeno dalla prima pagina di Repubblica: il Consiglio di Stato ha deferito alla Corte di Giustizia europea il caso dell??imprenditore Francesco Di Stefano, titolare di Europa 7. Questa rete televisiva ha l??autorizzazione a trasmettere ma non può farlo perché la sua frequenza è occupata da Rete 4, illegalmente, ma pare garantita dalle leggi Mammì del 1990, Maccanico del 1997 e Gasparri del 2004, sopraggiunta in articulo mortis, quando la Corte costituzionale aveva ribadito il 31 dicembre 2003 come ultima scadenza per il trasferimento di Rete 4 sul satellite. Sono cose che, orecchiando, abbiamo imparato a memoria. Ma, proprio riandando con la memoria, mi pare che battaglie analoghe a quella del Consiglio di Stato avesse già fatte Articolo 21, con ricorsi alla Commissione e al Parlamento europei; e con decisioni favorevoli, ma non ancora operative. Sarà così anche per il Consiglio di Stato?
(ANDREA BALDUCCI, OSTIA)

Non credo proprio, caro Balducci.
Lei stesso definisce ??analoghe? le iniziative del Consiglio di Stato e di Articolo 21, cioè parallele, non uguali. Articolo 21, organo politico, ha posto il problema politico dell??anomalia italiana nel settore della comunicazione nelle sedi politiche europee (Commissione, Parlamento) alle quali ha chiesto di aprire la ??procedura d??infrazione? nei confronti del governo italiano.
Il Consiglio di Stato, organo giurisdizionale, ha fatto altra cosa: una causa. Investito dall??imprenditore Di Stefano di un problema specifico (la violazione dei diritti giuridici a danno di Europa 7), ha trasmesso gli atti alla Corte di Giustizia europea, riconoscendo che, anche in materia di comunicazione, la giurisdizione e gli organi giurisdizionali europei prevalgono sulla giurisdizione e gli organi giurisdizionali nazionali.
In pratica, il Consiglio di Stato ha chiesto alla Corte di Giustizia se la legge Maccanico, che all??epoca del ricorso Di Stefano era vigente in Italia, era conforme alla normativa europea sulla libertà d??informazione. L??obbiettivo di Articolo 21, invece, è la successiva legge Gasparri, ritenuta incompatibile col pluralismo dell??informazione, come già rilevato dal presidente Ciampi quando la respinse al Parlamento. Pluralismo dell??informazione ?? si legge nel ricorso dell??avvocato Domenico D??Amati agli organi europei ?? che è anche tra i principi fondativi dell??Unione. Tant??è che la Commissione europea ha valutato favorevolmente il ricorso D??Amati; e il Parlamento di Strasburgo, su iniziativa di una deputata liberale olandese, e col consenso di tutti i socialisti, i liberali e per- fino di una parte dei popolari-conservatori, si è espresso a favore del ricorso: punto di partenza per aprire la procedura d??infrazione nei confronti del governo Berlusconi.
Perciò lei dice bene, caro Balducci, le due questioni ?? quella sollevata da Articolo 21 e quella del Consiglio di Stato ?? sono analoghe perché attinenti alla stessa materia, ma riferite a obbiettivi, leggi e tempi diversi. Il Consiglio di Stato chiede che l??Unione (la sua Corte di giustizia) riconosca il buon diritto di Europa 7 e le dia la frequenza per trasmettere, togliendola a chi la detiene abusivamente; Articolo 21 chiede invece una pregiudiziale di incostituzionalità della legge Gasparri, in modo che essa cada completamente.
L??una e l??altra iniziativa aprono a un mondo di imprenditori nuovi ?? giovani, capaci, costretti finora alla rinuncia o all??emarginazione ?? la possibilità di costruire imprese, dare lavoro ai giovani, programmi alle famiglie, pluralità di voci non solo allo spettacolo ma anche alla democrazia. Se qualcuno di questi nuovi imprenditori sarà, oltre che bravo, anche spiritoso, apporrà negli studi una lapide: «Questa tv è nata da procreazione politicamente e giudiziariamente assistita. Se ne ringraziano i molti padri putativi e i laboratori sparsi in Italia e in tutta Europa».
(FEDERICO ORLANDO) da "Europa" - 21 luglio 2005

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