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Articolo 21 - Editoriali
Il grande ricatto firmato "Al Jazeera"
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di Francesco Lener*

La sapiente strategia mediatica della guerriglia irakena mostra in diretta "come muore un italiano"

Di Francesco Lener da . Com

â??Adesso vi faccio vedere come muore un italianoâ?. Le ultime parole pronunciate da Fabrizio Quattrocchi prima di subire il colpo alla nuca ricordano un po' le immagini clou della "Grande guerra" di Mario Monicelli, sollecitano emozioni patriottiche, suscitano autentico sdegno civile, catalizzano l'attenzione sulla sorte degli altri italiani sequestrati. A ben vedere, però, costituiscono soprattutto la ciliegina sulla torta della sapiente regia mediatica condotta da quello che agli occhi di molti viene ancora rappresentato come uno dei tanti gruppuscoli sciolti nell'Iraq del dopo Saddam Hussein. Una sfida che corre sul filo delle emozioni e lascia a mille miglia di distanza i pezzi di orecchio dell'Anonima sarda e le foto con ritagli di giornale delle Brigate rosse.
L'orgoglio di Quattrocchi non fa altro che esaltare la sfida di questa sedicente "Brigata Verde del profeta", capace, pur con mezzi artigianali, di fare uso del "Villaggio Globale" come pochi. La tecnica è semplice: una volta attivata l'arma dei sequestri, improvvisamente scattata ai danni di cittadini dei più vari paesi (Stati Uniti, Giappone, Francia, Germania, Canada, tra gli altri), tutte le fasi del ricatto vengono filmate e rivendicate in modo crudo e violento, aprendo un contatto diretto e quasi in tempo reale con con Al Jazeera, che saggiamente ha evitato di mandare in onda le immagini dell'esecuzione, ma che è ormai un autentico ricettacolo di tutti i messaggi che il mondo arabo (almeno quello più inquieto) vuole rivolgere all'occidente. Non che tutto ciò costituisca una novità sconvolgente: tredici anni fa echeggiavano in modo più o meno analogo altre frasi, come "My name is Maurizio Cocciolone". Solo che allora si aveva di fronte un esercito vero, un nemico chiaro e delle normali dinamiche belliche.
L'approssimazione, l'impreparazione e l'improvvisazione di chi ha concepito e condotto un intervento militare basato su un assunto falso (le famose armi non convenzionali dell'ex dittatore di Baghdad) hanno evidentemente prodotto una colossale sottovalutazione della polveriera sulla quale si è deciso di accendere un falò, aprendo la strada a conseguenze imprevedibili e minacciose. Per contro, la saggia e spietata avvedutezza mediatica con la quale un nemico neanche ben identificato sta conducendo la sua battaglia contro chi ha deciso di portare la propria democrazia nella terra altrui sta rivelando potenzialità sempre più chiare. Questi "quattro briganti sciolti" si permettono il lusso di criticare esplicitamente la politica estera del governo italiano, chiamano in causa direttamente Silvio Berlusconi, danno il la ad un circolo vizioso in grado di seminare caos e di far perdere ogni scrupolo a chi già aveva dichiarato di non voler ritirare le proprie truppe da Nassiriya. Il tutto, come da copione, attraverso i benemeriti schermi della celebre emittente del Qatar, anche ieri prima, come sempre, a trasmettere le immagini degli ultimi ostaggi giapponesi liberati.
Come perfetto pendant italico, le dirette di Bruno Vespa e soci hanno sostituito ormai qualsiasi altro canale di comunicazione istituzionale, persino per i parenti delle vittime, costretti ad apprendere della condizione dei loro cari solo dopo le quotidiane note di "Via col vento". Agghiacciante, anche perché alle famiglie dei sequestrati il ministro degli Esteri, Franco Frattini, si è candidamente limitato a consigliare di consultare il call center della Farnesina per ottenere altre informazioni. Il sociologo Giorgio Trani si è lanciato in un'analisi fin troppo prudente: «Ormai lâ??opinione pubblica si forma in tv. Dal porta a porta reale, fatto da persone che distribuivano casa per casa volantini, si è passati al "Porta a Porta" virtuale, dove le notizie dallo schermo arrivano simultaneamente nei salotti di milioni di cittadini». Un altro punto a favore di chi ha interesse a seminare terrore.

*redattore di .Com

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