di Marcella Ciarnelli
Cambiare candidato premier? Nel Polo cresce il consenso alla proposta di Casini
Follini si schiera, An si divide. La Lega chiede discontinuità sui programmi
da L'Unità
«ALLE PROSSIME ELEZIONI il leader sarò ancora io». Solo qualche giorno fa, alla celebrazione del partito unitario che non c??è, Silvio Berlusconi aveva ribadito con la consueta sicurezza che lui e solo lui potrà far vincere nel 2006 il centrodestra contro Prodi. Si
palesa il rischio che a credere nella premiership di Berlusconi restino solo lui e i suoi amici di partito. Tutti poi?
La freddezza con cui era stata accolta in casa Udc la dichiarazione del premier, nonostante i 40 gradi all??ombra, è diventata presto un iceberg. Ci ha pensato Pier Ferdinando Casini a dar il calcio d??inizio. E Marco Follini ha preso al volo il passaggio. Così il segretario che non ha più voluto fare il vicepremier: «Condivido il ragionamento di Casini. Un??alleanza che si propone il cambiamento del Paese deve essere capace anche di cambiare se stessa. Da tempo insisto che la possibilità di affermazione di questa maggioranza è strettamente legata alla sua capacità di innovazione».
«Non ci sto a farmi logorare» ha reagito Berlusconi davanti all??uno-due centrista cui non potrebbe essere estranea la questione difficile dei collegi sicuri da trovare per tutti. Ieri sera Berlusconi era pronto a volare di nuovo a Palermo, questa volta per l??onomastico del ministro La Loggia. Ma gli è venuta la febbre. Solo una telefonata per ricordare ai 400 festeggianti che «noi di FI ci aspettiamo molto dalla Sicilia».
«Mi devono ancora spiegare cosa significa per loro discontinuità. Se ne sono capaci lo facciano e se ne può discutere altrimenti ognuno se ne vada per la sua strada». Si è sfogato con i suoi il premier. Ed il suo più suo tra i suoi, un furibondo Sandro Bondi, si è preso l??onere di rispondere all??alleato che ama prendere le distanze. «? giunto il momento da parte dell??Udc di mettere le carte in tavola. In caso contrario le interviste e le dichiarazioni come quelle di Casini e Follini finiranno per annoiare tutti e per produrre lacerazioni che noi abbiamo ancora la speranza nessuno voglia provocare». Ed anche il logoramento di quello che per gli ??azzurri? continua ad essere l??unico candidato capace di portare a casa la vittoria nelle politiche e, cioè, l??attuale premier: l??uomo solo al comando che rischia di non vincere la gara con i gregari lì a guardare.
Ad oggi la Lega è d??accordo con la discontinuità ma solo sui programmi. Una posizione a metà del guado che ha fatto sembrare anche credibile l??appoggio a Casini del capogruppo del Carroccio alla Camera, Andrea Gibelli, prima diffuso e poi smentito con veemenza sospetta. An. Alemanno tifa per la discontinuità e Fisichella mette in guardia davanti al rischio della «rassegnazione nei confronti dello status quo». E Gianfranco Rotondi, segretario Dc, uno di quelli che dovrebbe portare a Berlusconi quel 4/5 per cento di voti per il pareggio, punta sul cambio di cavallo che sarebbe stato già deciso. «Una figura nuova, esterna, di altissima caratura, che non apra la competizione tra i cinquantenni, un nome che scompagini i giochi alla vigila delle elezioni e che resterà segreto fino a gennaio». A sorpresa «sono amico di Casini ma anche quella di Montezemolo sarebbe una candidatura autorevole» fa sapere il ministro Giovanardi. Il nome è già svelato?