di Luigi Mattucci
Debbo dire la verità . Ho avuto più di una perplessità sullâ??iter che ha condotto Claudio Petruccioli a Presidente della Rai, così come ne ho , ancora ,sul fatto che il Consiglio debba nominare Direttore generale Rai , proprio Meocci in quanto candidato di Berlusconi.
Ma il richiamo che Petruccioli ha fatto a due grandi figure del passato Rai , Paolo Grassi e Sergio Zavoli, è , per me , personalmente commovente e politicamente significativo.
Innanzitutto perché quei due Presidenti sono stati i primi interpreti, politicamente , della Riforma del 1975 , riforma voluta e ispirata dal Partito socialista italiano e riforma che resta , nei principi e nei risultati , il solo vero ed efficace tentativo di cambiare e modernizzare , complessivamente e coerentemente alle necessità di quel tempo , il servizio pubblico radiotelevisivo.
Ma anche perché nelle due figure di Presidenti Rai che Petruccioli richiama si è incarnata - non senza tormenti , contraddizioni e difficoltà - una concezione del servizio pubblico non subalterna alla politica nè schiacciata dalla brutale aderenza alla logica economica e degli ascolti. E caratterizzata invece dalla volontà di ispirare il servizio pubblico a principi informativi, culturali, formativi di interesse generale , tesi a rendere migliore la coesistenza sociale e il pluralismo culturale ( oggi diremmo multi culturale ) nel nostro Paese, a migliorare lâ??immagine dellâ?? Italia fra i suoi stessi cittadini e sulla scena internazionale, a difendere la sua creatività artistica, la sua capacità produttiva,la sua presenza sui mercati globali.
Mi verrebbe da ricordare che Direttori generali di quei tempi furono personalità ricche come quella di Pino Glisenti ,Villy De Luca e Biagio Agnes. Ma al momento non posso non condividere lâ??idea , che quel richiamo suggerisce , di una Rai che â?? anche attraverso una riforma legislativa e organizzativa - deve ritrovare , in un contesto dominato dalle innovazioni tecnologiche e dalla convergenza multimediale, il suo ruolo di massima e riconosciuta istituzione informativa e culturale del Paese riportandosi alla guida del rilancio della nostra produzione audiovisiva e della nostra immagine internazionale.
Câ??è da augurarsi che lâ??intero Consiglio di amministrazione voglia e possa , nelle sue scelte, attenersi allâ?? ispirazione che sembra emergere da queste indicazioni, favorendone la concreta realizzazione in un contesto in parte compromesso da scelte discutibili del recente passato: e nel quale continuano ad essere rilevanti forze che individuano come unico ruolo possibile per la Rai quello della marginalità industriale e , in prospettiva ,dellâ?? autodissolvimento. Ma va anche riaffermato che, rispetto a un richiamo programmatico di questo tipo, è fondamentale la scelta di un Direttore generale che per caratteristiche professionali e per metodo di scelta non contraddica clamorosamente queste intenzioni.