Clicca qui per il nuovo sito di Articolo 21 »
Ricerca con Google
Web articolo21.info
 
 
Articolo 21 - Editoriali
Lettera dall'Italia - Il governo italiano è convinto dell'importanza del suo impegno in Iraq a fianco degli Stati Uniti. Ma molti americani non ne sanno nulla - Volenterosi e lontani
Condividi su Facebook Condividi su OKNOtizie Condividi su Del.icio.us.

di Frederika Randall

da Italieni

La Toscana è arrivata tardi nell'America rurale, dove di recente ho passato qualche giorno. Ero in una sperduta cittadina della Pennsylvania occidentale, dove sono nata. Qui, in una delle contee "rosse" (quelle che hanno votato George W. Bush alle presidenziali del 2004), la regione italiana che tutto il mondo adora è arrivata da pochissimo tempo con il Tuscany square ristorante (sic), l'ultima novità locale in campo gastronomico.
La cucina del Tuscany square è fusion, per non dire confusion. Il piatto forse più strampalato del menù, oltre ai ravioli fritti, sono le olive nere farcite di formaggio e salsa messicana e fritte con una "panatura alla giapponese". Di sicuro non sono vere olive ascolane (né toscane). Almeno, però, è vero "cibo straniero".
In questi giorni, l'America campagnola che ha votato per Bush è patriotticamente addobbata con bandiere; pickup e gipponi sono coperti di nastrini gialli con scritto "siamo con le nostre truppe". Se dici a un abitante della Pennsylvania rurale che vieni dall'Italia, gli si aggrotta la fronte per lo sforzo di ricordare dove si trova la penisola: e non sto scherzando.
Se gli spieghi che l'Italia appartiene alla coalizione dei volonterosi, risponde sorridendo: "E che cos'è?". Ha sentito per caso parlare dei diciannove italiani uccisi a Nassiriya? Ha pianto la morte di Nicola Calipari? Macché. Andare a mangiare al Tuscany square ristorante è il massimo della sua conoscenza dell'Italia.
Insomma, quelle famose olive ascolane in stile nippo-messicano la dicono lunga su come l'America tratta quell'alleata minore che è l'Italia. E cioè con suprema condiscendenza. Si chiama Tuscany square un ristorante non perché offra cucina toscana, ma perché il nome evoca vaghe fantasie di cose simpaticamente d'altri tempi. Questo "chic contadino" oggi è ancor più popolare dell'alta moda e del design italiani. Autori toscanofili come Frances Mayes (The taste of Tuscany, Bella Tuscany) dimostrano che un americano può fare fortuna con la semplice cronaca di una grigliata di costolette o della ristrutturazione di un casale nella campagna italiana.
Torno a Roma rimuginando su tutte queste cose. La questione, mi sembra, ha due facce. I miei connazionali sono fortemente americocentrici: del resto del mondo gli basta sapere poco. Quanto all'Italia, specie sotto la leadership di Silvio Berlusconi, è incapace di proiettare un'immagine che vada molto oltre la dolce vita. A confronto con la Spagna, che è riuscita a farsi la reputazione di protagonista dinamica dell'Europa e non solo, quando parli d'Italia la gente pensa soprattutto allo stile, all'estetica.
L'America rurale degli stati "rossi" che ha votato per Bush è la stessa America i cui figli e figlie si offrono volontari per andare sotto le armi. Quindi dovrebbe essere la più solidale con i sacrifici compiuti dagli italiani nel lontano Iraq, se solo ne sapesse qualche cosa. D'altro canto sembra di capire che l'Italia ha spedito laggiù i suoi soldati solo nella speranza di aumentare il proprio prestigio internazionale alla luce riflessa degli Stati Uniti. E di arraffare qualche appalto. Ma questi sono stati bloccati appena gli insorti iracheni si sono fatti sentire.
La Spagna non ha certo perduto la considerazione della comunità internazionale quando ha ritirato le sue truppe dall'Iraq. Ora anche l'Italia ha annunciato il rientro di un numero limitato di soldati per l'autunno. Forse comincia a capire che potrebbe avere più peso stando nella coalizione dei non disponibili, piuttosto che restare obbediente al fianco degli Stati Uniti. 

Letto 701 volte
Notizie Correlate
Audio/Video Correlati
Dalla rete di Articolo 21