di Michele Mezza
Mentre a Roma si discute Sagunto cade. Meno drammaticamente si potrebbe dire che mentre si dipana la matassa delle incompatibilità al vertice della rai il mondo della comunicazione continua a correre. Da ieri è in onda in tutti gli Stati Uniti Current Tv, il network promosso dallâ??ex vice presidente americano Al Gore. Lâ??evento, oltre che rfe3ndere sempre più fluido il quadro mediatico americano parla direttamente anche a noi. Current Tv infatti â?? ne parlammo qualche mese fa-è un sistema televisivo basato integralmente sulla post produzione. Lâ??intero flusso di materiali che viene utilizzato per documentare notizie e approfondimenti viene ricavato da Internet. La rete diventa così concretamente la fabbrica e non la vetrina della televisione. Unâ??ispirazione che già nel 98 si cercò di sperimentare in Rai con il progetto di Rai news 24. Già con uno sguardo al sito di riferimento dellâ??emittente (www.current.tv) si può comprendere come sia mutato lo scenario. Il sito è concepito come un grande new gatering, un centro raccolta e selezione del materiale che arriva dalla stessa platea degli utenti... Eâ?? la lezione di Londra che viene ulteriormente amplificata. Lâ??informazione sulle bombe nella capitale inglese è stata alimentata per la maggior parte proprio da forme di giornalismo spontaneo che la miniaturizzazione dei mezzi multimediali, insieme alle connessioni wireless rendono oggi possibile. Cambia il modo di produrre, si sarebbe detto una volta.E dunque cambia la natura e la logica degli apparati di produzione. Su questo come giornalisti e in particolare come professionisti del servizio pubblico dovremmo avviare una riflessione3 seriamente intrecciata al dibattito sul futuro dellâ??azienda.prescindendo persino da nomi ed assetti degli organigrammi. Molti sono già partiti su questa strada. Come ad esempio murdoch che da mesi sta facendo incetta di siti di servizio per integrarli con la propria struttura di produzione giornalistica. Il magnate della News Corp ha già indicato la nuova frontiera: riclassificare il modello di produzione giornalistica, limitando ruolo e funzione della discrezionalità dei redattori. Questa è una direzione, ma come sempre la tecnologia apre molte strade. Bisogna esplorarle , concretamente per non doverci poi limitare a denunciare lâ??esito finale di un processo che non ha nulla di deterministico.