di Loris Mazzetti
Ho aspettato alcuni giorni prima di intervenire a proposito della dichiarazione del nuovo presidente Petruccioli su Biagi e Santoro che, secondo il presidente, dovrebbero rientrare in Rai.
Ho atteso le eventuali reazioni degli uomini che parlano per Berlusconi che, come immaginavo, non sono arrivate. Questo mi fa pensare che siamo di fronte soltanto a buoni propositi. Come già è accaduto per la nomina del direttore generale Meocci e negli ultimi quattro anni per i palinsesti e le strategie aziendali, anche per Biagi e Santoro le decisioni non verranno prese dal consiglio di amministrazione, nonostante le buone intenzioni dei rappresentanti dellâ??Unione, ma dalla maggioranza di governo.
Ringrazio Petruccioli del pensiero a nome di tutti i componenti della redazione de â??Il Fattoâ? che dopo lâ??editto bulgaro è stata soppressa.
Detto ciò ritengo che lâ??ex senatore commette un errore quando dice che la Rai deve chiedere scusa a Biagi. La tv di Stato non ha nulla da rimproverarsi. Come più volte lo stesso Biagi ha dichiarato è lui che ringrazia la Rai per 41anni di intenso lavoro. Saccà , Del Noce e Baldassarre sì, loro sì che dovrebbero chiedergli scusa per averlo messo nelle condizioni, dopo tutti i programmi fatti in tanti anni di onesto e proficuo lavoro, di andare via dalla Rai.
Lei ha dichiarato che la nostra televisione ha bisogno dellâ??intelligenza e dellâ??esperienza di Biagi e il suo ritorno sarebbe per lui un risarcimento. Mi scusi presidente ma il vero risarcimento è quello di ridargli â??Il Fattoâ? alle 20,35 su RaiUno al posto del clone â??Batti e ribattiâ?.
Chiariamolo una volta per tutte: Biagi se avesse voluto continuare a lavorare in Rai lo avrebbe potuto fare, Saccà aveva già un nuovo contratto pronto. Biagi ha smesso perché Saccà e Del Noce gli avevano, su ordine di Berlusconi, tolto â??Il Fattoâ? e dopo mesi e mesi di polemiche la proposta di andare in onda su RaiTre alle 18,50 era miserabile e inaccettabile.
La responsabilità di quei signori e non solo loro, è di aver contribuito allâ??attuale crisi della Rai e di aver portato al più basso livello mai raggiunto lâ??approfondimento informativo grazie allâ??abbandono, per ragioni diverse, di Biagi, Santoro e Lerner.
Per Biagi câ??è qualche cosa in più che non può essere dimenticata: lâ??età . Martedì prossimo, il 9 agosto, per lui sono 85 le primavere, non è giusto illudere un signore di quellâ??età , anche se per Biagi il momento dellâ??illusione è finito da un pezzo, come lui dice spesso â??questo è il momento dei ricordi più che delle speranzeâ?.
Grazie presidente Petruccioli, grazie del pensiero, ma per Biagi la televisione è finita il 18 aprile del 2002, il giorno dellâ??editto bulgaro e che forse tutti noi che facevamo la televisione, lei compreso, sottovalutammo e la considerammo una delle tante esternazioni del Cavaliere.
Quellâ??ordine non ha portato solo la chiusura di alcuni programmi come â??Il Fattoâ? o â??Sciuscià â? ma la fine di una televisione libera e indipendente, esattamente come era quella che per 41anni ha fatto Enzo Biagi.