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"Baciamo le mani". Li chiamano “uomini d’onore” ma sono "uomini in fuga"
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di Giulia Fresca

"Baciamo le mani". Li chiamano “uomini d’onore” ma sono "uomini in fuga"

“Baciamo le mani!” quante volte l’abbiamo sentito dire, un po’ per scherno un po’ per identificare in maniera chiara ed inequivocabile una realtà del Sud! “Baciamo le mani” è tutto in certi luoghi. È il pane quotidiano, è il capitale sociale che alcune persone costruiscono in territori dove lo Stato non si fa sentire, dove mancano, perché sono sempre mancate, le politiche di coesione sociale. Gli applausi al super boss della 'ndangheta Giovanni Tegano, che un centinaio di persone hanno atteso per salutare e “rendere omaggio”, non devono lasciare sorpresi, per il semplice fatto che non è la prima volta che episodi simili accadano.
Sono situazioni assurde che inneggiano all’antistato ma per certe realtà è proprio l’antistato l’unica fonte di sostentamento familiare. Un manipolo di delinquenti che vive ai margini della società, dovendosi nascondere in continuazione. Li chiamano “uomini d’onore” ma in realtà sono “uomini in fuga”. Eppure gestiscono potere, danno lavoro, sporco sì, ma in assenza di altro è fonte di guadagno, e dunque meritano riconoscenza e devozione. “Baciamo le mani”, anche se sono sporche di sangue innocente, magari di un bambino ammazzato per sbaglio, o di quello dei tanti morti per droga grazie ai loro traffici. “Baciamo le mani” perché in Calabria, in Sicilia, in Campania sono questi gli esempi che hanno seguito.
Lo Stato dov’è? Cosa fa? Non esistono politiche di coesione sociale, non esiste la capacità di fornire delle vie di legalità a chi decide di abbandonare la criminalità. In certe realtà il “Boss” è l’unico punto di riferimento e non solo per motivi economici ,e quindi di sostentamento delle famiglie, ma anche per la rete di rapporti che esso crea ed intesse.
Mantovano ha dichiarato che in Sicilia la situazione è migliore, che Palermo risponde meglio. Forse ci sei dimentica di analizzare i fenomeni criminali. La mafia è diversa dalla ‘ndrangheta ed il numero di pentiti e di collaboratori di giustizia lo dimostra. La ‘ndrangheta si basa sui rapporti di sangue, sulle famiglie, sulle parentele, dunque non semplici gregari ma compari, “san Giovanni”, cugini, fratelli, figli. Ecco perché Tegano esce sorridente, ecco perché gli ‘ndranghetisti arrestati salutano la folla, ecco perché la folla risponde con l’applauso. “Baciamo le mani” a chi ci rispetta, dandoci lavoro e considerandoci al pari. Se lo Stato fosse presente, se mettesse alla pari i cittadini, se li aiutasse a non avere bisogno dell’Antistato, gli applausi andrebbero tutti alle Forze dell’Ordine.


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