di Santo Della Volpe
"E’ la solita storia, non è la prima volta che quest’uomo ripete questa storia, come se parlare di mafia significasse fare pubblicità alla criminalità oppure parlare male del nostro paese. Certo un disco rotto,ma non ci sono più parole…cosa rispondere di nuovo?". Sandro Petraglia, con Stefano Rulli sceneggiatori ed ideatori de"La Piovra", è senza parole di fronte alle nuove parole di Silvio Berlusconi su Saviano o "La Piovra" che farebbe "cattiva pubblicità" al nostro paese.
"Penso all’effetto devastante di queste parole per i familiari delle vittime,per chi ha subito la morte di un familiare, di un figlio o di un marito… penso ai fratelli o sorelle delle vittime della mafia. Cos’è successo ai loro congiunti? Sono stati vittima di una cattiva pubblicità? Dovrebbero tacere il loro dolore, la loro ricerca di giustizia, magari mettere tutto a tacere, niente filmati, niente notizie in televisione o sui giornali?"
Ma quello del presidente del consiglio è una considerazione o un invito al silenzio?
"Penso ai giovani che vivono in una zona,in una delle tante regioni, dove mafia e camorra tengono intere popolazioni in stato di soggezione personale ed economica…cosa dovrebbero fare? Stare zitti e non parlare con i giornalisti e chiedere a noi sceneggiatori di non scrivere più fiction sulla mafia in attesa che il fenomeno passi da solo?Purtroppo quello del presidente del consiglio diventa automaticamente un invito al silenzio, all’omertà, ad ignorare la realtà criminale, a non guardare in faccia il fenomeno della criminalità che controlla il territorio, diventa un invito a silenzio, quindi alla complicità perché , con la mafia, se non la rappresenti non la combatti, se non la fai conoscere non puoi contrastarla, socialmente parlando, non solo con il contrasto delle forze di polizia e della magistratura".
Ma il fatto che lo ripeta spesso non ha il fine , neanche tanto nascosto, di far passare un messaggio politico-pubblicitario?
"Questa è forse una tecnica pubblicitaria, ma sembra che continui a parlarne così perché sembra che Berlusconi veda la mafia come un fenomeno apparente… voglio dire, come se vedesse la mafia dal punto di vista del ‘messaggio promozionale’ e come se la denuncia fosse un’arte di pubblicità. Insomma come se la mafia fosse quella che viene rappresentata e che quindi non parlandone o non facendola vedere in tv, sparirebbe. Un prodotto che fa apparire in modo sbagliato l’Italia, non viceversa, cioè un fenomeno che proprio perché è così grave e omicida, provoca poi una immagine dannosa al nostro paese, a prescindere da come se ne parla…"
Anche perché poi la mafia parla da sola, con gli omicidi, gli affari che la magistratura scopre, i latitanti che vengono arrestati…
"Sì, ma c’è poi anche un’altra questione diciamo,,, fastidiosa. E’ quel tono che quest’uomo, che poi è il primo ministro italiano, ci dovrebbe rappresentare tutti…, usa quando parla di questo grave problema. Un tono quasi scherzoso, da barzelletta ,come se dire non bisogna parlare di mafia fosse una battuta, una barzelletta. Mai un tono serio, frutto di un pensiero approfondito quando si parla di mafia o camorra. Come se dietro questi fenomeni,come si è ben visto nella realtà dei fatti, nella "gomorra" o negli atti del maxi processo di Palermo, ad esempio, non ci fossero sofferenze, tragedie, meschinità ed omicidi terribili, uomini scomparsi nell’acido o lupare bianche infinite quanto dolorose."