di Salamandra
Ormai è chiaro! Molto prima della messa in onda del ??salotto vespasiano? di ??Porta a Porta?, si conosceva l??identità dell??italiano ostaggio, trucidato dai sanguinari banditi iracheni. La casualità dei tre familiari in studio o collegati, esclusi quelli del genovese Quattrocchi, suona solo come una pietosa bugia dalle gambe corte, così come la lunga agonia dell??attesa per conoscere la verità dei fatti. Stonano ancora ai nostri occhi la vaghezza degli sguardi assenti del ministro degli esteri Frattini ( il transfuga dai socialisti agli ulivisti, fino ad abbracciare la corte berlusconiana), come stride il ??ritmo televisivo? che Vespa ha dato alla trasmissione con la scelta di prolungare i tempi ben oltre la mezzanotte e di alternare le prime rivelazioni del condirettore di ??Libero? Farina con la pubblicità.
Siamo nel bel mezzo di un??emergenza mediatica, che coinvolge tutti coloro che hanno rispetto per i sentimenti pubblici e privati delle famiglie degli italiani rapiti, del pubblico comunque partecipe al dramma bellico che si sta consumando in Iraq.
A nulla valgono le puerile scuse del ministro Frattini, di Vespa e di quanti altri stanno cercando di rattoppare la tela strappata dell??omertà informativa!
Vespa e i vertici di Viale Mazzini hanno deliberatamente scelto l??interesse degli ascolti ad ogni costo, anziché la correttezza dell??approfondimento e del rispetto della dignità dei sentimenti personali. E questo si può ancora chiamare Servizio Pubblico?
Maurizio Costanzo, da quel marpione di ??animale televisivo? che macina successi e profitti con le sue trasmissioni, ha sentenziato che anche lui si sarebbe comportato allo stesso modo, pur di fare ascolti e di tenere desta l??attenzione del pubblico. Ma Costanzo, si sa, è l??espressione più pregnante della televisione commerciale e non si vergogna di sostenerlo in pubblico.
Mentre il nostro Vespa, con gli inseparabili Del Noce, Direttore di Raiuno, e Cattaneo, Direttore generale della RAI ( i ??fratelli Bandiera?), operano in un contesto diverso, sotto il controllo del Parlamento e dell??opinione pubblica che paga un canone e che vuole un servizio radiotelevisivo diverso da quello commerciale, per qualità e modi di affrontare argomenti di attualità, spettacolo e cultura.
Ci vorrebbe forse un ??Decalogo? entro i cui canoni comportarsi e conseguenti ammende o punizioni per chi sgarra? Non siamo di questa idea. Già esistono ??Codici? etici di comportamento. Ma Vespa sembra non curarsene e con lui Del Noce e Cattaneo, stando ai programmi fin qui visti in RAI sotto la loro ??allegra brigata?, fin troppo criticati dalla stessa Commissione parlamentare di Vigilanza.
L??aver ridotto l??approfondimento quotidiano al solo spazio informativo ad effetto con il ??salotto vespasiano? è senz??altro la peggiore scelta dei vertici aziendali, imposti dalla destra berlusconiana al governo. Sono stati prima allontanati i professionisti scomodi al regime e poi sono stati svuotati gli spazi dei tre Telegiornali.
Un avvenimento come quello dell??altra sera era un tipico caso di approfondimento da TG, altro che delegare ad un programma che ormai risponde solo in parte al Direttore di Raduno, visto che Vespa ha un suo gruppo che lavora per conto dell??azienda, in quanto lui stesso si è messo in pensione anche per guadagnare di più con contratti esclusivi.
A tale proposito vorremmo conoscere le opinioni dei sindacati di categoria ( dall??Usigrai alla FNSI all??Ordine dei giornalisti): le emergenze informative vanno seguite con programmi che si rifanno alla catena organizzativa e gerarchica delle testate giornalistiche oppure sono cambiati i criteri?
Per le prossime occasioni saranno ??liberati? i Telegiornali per poter seguire, sconvolgendo i palinsesti ( come Vespa ha chiesto ed ottenuto, facendo chiudere in anticipo la serata per i Premi David di Donatello)?
Staremo a vedere. Ma intanto, se qualcuno c??è ancora al settimo piano di Viale Mazzini con un po?? di sale in zucca e la coscienza a posto, che si faccia sentire!
Un??ultima annotazione per il ministro Frattini, che ha cercato di mettere in difficoltà la brava inviata del TG1 Lilli Gruber per le sue corrispondenze ( aveva definito alcuni gruppi di ribelli, come sedicenti resistenti alla guerra americana!). A che serve un ministro se in una situazione di crisi predilige il palcoscenico mediatico, anziché restare giorno e notte nei suoi uffici in stretto contatto con i vari contatti esteri,in Iraq, Iran, Arabia Saudita e Afghanistan?
Dopo il presidente-menestrello che se ne sta ??tomo tomo cacchio cacchio? ( la citazione è dal mitico Totò) nella sua villa dorata sulla Costa Smeralda, ci mancava proprio il ministro ??prezzemolino? dallo sguardo ebete che parla come un libro strappato ed ha bisogno delle imboccate del Vespa di turno.
Mala tempora currunt, altro che!