Articolo 21 - Editoriali
Berlusconi VS Masotti
di Paolo Martini
Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha colto l??occasione dell??infuriare delle polemiche sulle ultime note vicende finanziario-mediatiche (caso Fazio-Fiorani e caso De Benedetti) per affermare con nettezza, da par suo, alcuni principi.
Il primo, ripreso con grande risalto da tutti i giornali, riguarda la pubblicazione delle intercettazioni telefoniche e in generale la divulgazione degli atti giudiziari. Ebbene, il premier sta scrivendo di proprio pugno ??un disegno di legge per punire con pene severe, dai 5 ai 10 anni, chi diffonde e chi pubblica? colloqui privati anche se legittimamente intercettati o trascritti dalla polizia e dalla magistratura nell??ambito di regolari indagini. Il secondo principio, peraltro decisamente più condiviso del precedente, riguarda l??obbligo di correttezza nell??informazione delle televisione pubbliche e private. Aggiungendo, nell??interessantissima lettera a ??la Repubblica?: dalle tv Rai e private ??nessuno tra i nostri politici oppositori ha mai potuto nemmeno lamentare un personale caso di censura o di attacco a proprio danno?.
Meriterebbe attenta considerazione anche la parte del testo epistolare berlusconiano relativa alle radici profonde della disaffezione italiana nei confronti della stampa. L??accusa di populismo che gli viene rivolta mentre in realtà lui mira solo alla semplificazione del linguaggio, nasce ?? secondo il ragionamento di Berlusconi - dai vari pulpiti dello ??snobismo intellettuale dell??intellighenzia nazionale distante anni luce dai problemi che realmente interessano i cittadini?. E proprio perché sono dominati da questa ??certa aristocrazia culturale?, i giornali alla fine parlano sempre solo ai loro 6 milioni di lettori, insomma ad una ristretta minoranza di italiani, rispetto ai grandi media come la tv. In questa affermazione che certo non pecca di reticenza, c??è tutto l??orgoglio dell??imprenditore che per primo ha ribaltato quest??anomalia tra la massa e i media, riportando appunto i mezzi di comunicazione ad una vicinanza strettissima con la massa, tranciando nettamente con la tradizionale mediazione della borghesia intellettuale e delle sue logiche troppo salottiere che indubbiamente hanno pervaso per anni i giornali italiani.
Proprio perché è giusto riconoscere che su queste materie Berlusconi ha le idee molto chiare e non ha nessun timore ad affermarle, sarebbe bene che il presidente del Consiglio imponesse l??adeguamento ai suoi buoni principi, con comportamenti conseguenti, anche in Rai, soprattutto ora che vi siede un nuovo vertice di sicura professionalità, con numerosi e prestigiosi personaggi a lui ben noti (dal fondatore di Forza Italia e già ministro della Cultura Urbani al nuovo direttore generale Alfredo Meocci). Ebbene, nella stagione televisiva appena conclusasi si è segnalata agli onori delle cronache la trasmissione ??Punto e a capo? di Raidue, dove intere puntate sono state imbastite trasmettendo non solo intercettazioni telefoniche di fonte poliziesca, peraltro di ancora non dimostrata importanza giudiziaria (riguardanti i disordini al G8 di Genova e il presunto ruolo di Paolo Cento dei Verdi, come ricordato subito dal fondatore di Articolo 21 Giuseppe Giulietti e oggi da Gian Antonio Stella sul ??Corriere della Sera?) ma persino videocassette private, girate per uso personale (da un notissimo calciatore, mentre un medico gli praticava un cardiotonico per endovena).
La stessa trasmissione si è segnalata per le continue polemiche e le proteste, soprattutto da parte degli ospiti di centrosinistra o dai rappresentanti di categorie come i magistrati, il cui presidente dell??Associazione nazionale si è poi persino rivolto alla Commissione parlamentare di vigilanza. Ma l??autore-conduttore-vicedirettore della trasmissione ??Punto e a capo? forse è sfuggito alla memoria di Berlusconi, quando il premier scriveva a ??Repubblica? e lanciava il suo allarme contro la divulgazione delle intercettazioni. E forse il premier non ricordava che anche un??altra trasmissione di Raidue, ??Dodicesimo round?, prima censurata e poi brutalmente soppressa, balzò agli onori della cronaca perché poterono lamentare ??personali casi di censura o di attacco a proprio danno? non esponenti dell??opposizione ma persino rappresentanti e simpatizzanti di forze politiche vicine al centrodestra come Alessandra Mussolini e Flavia Vento: l??intera puntata con le due intervistate non fu trasmessa. ??Dodicesimo round? è stato soppresso dopo l??avvento a Raidue del vicedirettore-conduttore-autore di ??Punto e a capo? e del nuovo direttore Massimo Ferrario, il cui nome e la cui fama di controllore politico-editoriale in questi giorni è finito anche tra le intercettazioni relative al caso Fiorani.
Berlusconi certo non può seguire personalmente tutte le trasmissioni, ma si soffermi un attimo anche sulla vicenda di ??Dodicesimo round?, dove peraltro erano presenti giornalisti che per ruolo e vicinanza sicuramente il presidente del Consiglio ricorda, come il responsabile della redazione romana di ??Libero? o il caposervizio della giudiziaria del ??Giornale?. Se non si fida degli interessati, chieda al suo consigliere economico Renato Brunetta, o al suo ministro Giorgio La Malfa, che sono stati anche gentilissimi latori di un appello alla Rai per non chiudere il programma, oppure si faccia raccontare tutto dall??avvocato Carlo Taormina o dalla portavoce di Forza Italia Elisabetta Gardini, che conoscono molto bene la questione e hanno sfidato gli intervistatori notturni sul ring di Raidue ora smontato.
Ecco, ci sono piccole e grandi ferite da rimarginare, sulla delicatissima vicenda della libertà d??espressione e dell??uso distorto dei grandi mezzi di comunicazione come la tv. Gli strappi feroci alle regole del gioco operati da ??Punto e a capo? e dal suo autore-conduttore-vicedirettore, anche a proposito di ??Dodicesimo round?, non possono essere più bellamente ignorati da un uomo che si mostra sempre così competente in materia di mass-media, come il nostro presidente del Consiglio. Siamo certi che per sensibilità vorrà occuparsene anche il nuovo presidente della Rai Claudio Petruccioli, che si è dovuto più volte interessare di questi casi alla Commissione di Vigilanza e ha mostrato sempre l??equilibrio e la pazienza che giustamente gli vengono riconosciuti da tutti. Ma anche Berlusconi, per amore di verità e di completezza, dovrebbe ricordarsi delle intercettazioni addirittura trasmesse in tv senza riguardi da ??Punto e a capo?, delle videocassette private trasformate in oggetto di pubblico scandalo, degli assalti irriguardosi agli intervistati scomodi, delle censure perpetrate ai danni di giornalisti e politici anche della sua stessa area, come è successo a ??Dodicesimo Round?.
Il primo, ripreso con grande risalto da tutti i giornali, riguarda la pubblicazione delle intercettazioni telefoniche e in generale la divulgazione degli atti giudiziari. Ebbene, il premier sta scrivendo di proprio pugno ??un disegno di legge per punire con pene severe, dai 5 ai 10 anni, chi diffonde e chi pubblica? colloqui privati anche se legittimamente intercettati o trascritti dalla polizia e dalla magistratura nell??ambito di regolari indagini. Il secondo principio, peraltro decisamente più condiviso del precedente, riguarda l??obbligo di correttezza nell??informazione delle televisione pubbliche e private. Aggiungendo, nell??interessantissima lettera a ??la Repubblica?: dalle tv Rai e private ??nessuno tra i nostri politici oppositori ha mai potuto nemmeno lamentare un personale caso di censura o di attacco a proprio danno?.
Meriterebbe attenta considerazione anche la parte del testo epistolare berlusconiano relativa alle radici profonde della disaffezione italiana nei confronti della stampa. L??accusa di populismo che gli viene rivolta mentre in realtà lui mira solo alla semplificazione del linguaggio, nasce ?? secondo il ragionamento di Berlusconi - dai vari pulpiti dello ??snobismo intellettuale dell??intellighenzia nazionale distante anni luce dai problemi che realmente interessano i cittadini?. E proprio perché sono dominati da questa ??certa aristocrazia culturale?, i giornali alla fine parlano sempre solo ai loro 6 milioni di lettori, insomma ad una ristretta minoranza di italiani, rispetto ai grandi media come la tv. In questa affermazione che certo non pecca di reticenza, c??è tutto l??orgoglio dell??imprenditore che per primo ha ribaltato quest??anomalia tra la massa e i media, riportando appunto i mezzi di comunicazione ad una vicinanza strettissima con la massa, tranciando nettamente con la tradizionale mediazione della borghesia intellettuale e delle sue logiche troppo salottiere che indubbiamente hanno pervaso per anni i giornali italiani.
Proprio perché è giusto riconoscere che su queste materie Berlusconi ha le idee molto chiare e non ha nessun timore ad affermarle, sarebbe bene che il presidente del Consiglio imponesse l??adeguamento ai suoi buoni principi, con comportamenti conseguenti, anche in Rai, soprattutto ora che vi siede un nuovo vertice di sicura professionalità, con numerosi e prestigiosi personaggi a lui ben noti (dal fondatore di Forza Italia e già ministro della Cultura Urbani al nuovo direttore generale Alfredo Meocci). Ebbene, nella stagione televisiva appena conclusasi si è segnalata agli onori delle cronache la trasmissione ??Punto e a capo? di Raidue, dove intere puntate sono state imbastite trasmettendo non solo intercettazioni telefoniche di fonte poliziesca, peraltro di ancora non dimostrata importanza giudiziaria (riguardanti i disordini al G8 di Genova e il presunto ruolo di Paolo Cento dei Verdi, come ricordato subito dal fondatore di Articolo 21 Giuseppe Giulietti e oggi da Gian Antonio Stella sul ??Corriere della Sera?) ma persino videocassette private, girate per uso personale (da un notissimo calciatore, mentre un medico gli praticava un cardiotonico per endovena).
La stessa trasmissione si è segnalata per le continue polemiche e le proteste, soprattutto da parte degli ospiti di centrosinistra o dai rappresentanti di categorie come i magistrati, il cui presidente dell??Associazione nazionale si è poi persino rivolto alla Commissione parlamentare di vigilanza. Ma l??autore-conduttore-vicedirettore della trasmissione ??Punto e a capo? forse è sfuggito alla memoria di Berlusconi, quando il premier scriveva a ??Repubblica? e lanciava il suo allarme contro la divulgazione delle intercettazioni. E forse il premier non ricordava che anche un??altra trasmissione di Raidue, ??Dodicesimo round?, prima censurata e poi brutalmente soppressa, balzò agli onori della cronaca perché poterono lamentare ??personali casi di censura o di attacco a proprio danno? non esponenti dell??opposizione ma persino rappresentanti e simpatizzanti di forze politiche vicine al centrodestra come Alessandra Mussolini e Flavia Vento: l??intera puntata con le due intervistate non fu trasmessa. ??Dodicesimo round? è stato soppresso dopo l??avvento a Raidue del vicedirettore-conduttore-autore di ??Punto e a capo? e del nuovo direttore Massimo Ferrario, il cui nome e la cui fama di controllore politico-editoriale in questi giorni è finito anche tra le intercettazioni relative al caso Fiorani.
Berlusconi certo non può seguire personalmente tutte le trasmissioni, ma si soffermi un attimo anche sulla vicenda di ??Dodicesimo round?, dove peraltro erano presenti giornalisti che per ruolo e vicinanza sicuramente il presidente del Consiglio ricorda, come il responsabile della redazione romana di ??Libero? o il caposervizio della giudiziaria del ??Giornale?. Se non si fida degli interessati, chieda al suo consigliere economico Renato Brunetta, o al suo ministro Giorgio La Malfa, che sono stati anche gentilissimi latori di un appello alla Rai per non chiudere il programma, oppure si faccia raccontare tutto dall??avvocato Carlo Taormina o dalla portavoce di Forza Italia Elisabetta Gardini, che conoscono molto bene la questione e hanno sfidato gli intervistatori notturni sul ring di Raidue ora smontato.
Ecco, ci sono piccole e grandi ferite da rimarginare, sulla delicatissima vicenda della libertà d??espressione e dell??uso distorto dei grandi mezzi di comunicazione come la tv. Gli strappi feroci alle regole del gioco operati da ??Punto e a capo? e dal suo autore-conduttore-vicedirettore, anche a proposito di ??Dodicesimo round?, non possono essere più bellamente ignorati da un uomo che si mostra sempre così competente in materia di mass-media, come il nostro presidente del Consiglio. Siamo certi che per sensibilità vorrà occuparsene anche il nuovo presidente della Rai Claudio Petruccioli, che si è dovuto più volte interessare di questi casi alla Commissione di Vigilanza e ha mostrato sempre l??equilibrio e la pazienza che giustamente gli vengono riconosciuti da tutti. Ma anche Berlusconi, per amore di verità e di completezza, dovrebbe ricordarsi delle intercettazioni addirittura trasmesse in tv senza riguardi da ??Punto e a capo?, delle videocassette private trasformate in oggetto di pubblico scandalo, degli assalti irriguardosi agli intervistati scomodi, delle censure perpetrate ai danni di giornalisti e politici anche della sua stessa area, come è successo a ??Dodicesimo Round?.
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