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Articolo 21 - Editoriali
La Rai, i giudici, le liste di proscrizione. Sulla sentenza di Venezia
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di Giuseppe Giulietti

â??Giornalisti, mantenete la schiena dirittaâ?. Lo ha giustamente richiesto cento volte in questi anni il Presidente Ciampi. Nella categoria câ??è chi ha raccolto lâ??appello cercando e di fare bene il proprio mestiere e di difendere in ogni sede la propria dignità. Ma lâ??attacco allâ??indipendenza, allâ??autonomia e alla professionalità è stato pesantissimo, al centro come in periferia. Non solo Berlusconi, ma anche i suoi proconsoli sul territorio hanno dato prova di enorme arroganza. Un esempio clamoroso arriva dal Veneto. Eâ?? di oggi la notizia che il Presidente della Regione il forzista Galan è stato condannato dal tribunale di Venezia al pagamento complessivo di 260mila euro di risarcimento per la campagna diffamatoria messa in atto contro due giornalisti della sede veneta della Rai, Roberto Reale e Giuseppe Casagrande. Il giudice ha riconosciuto che Galan avesse leso la loro credibilità professionale facendoli passare per uomini schierati e manipolatori dellâ??informazione. Li avesse in sostanza delegittimati professionalmente. I fatti risalgono ai primi mesi del 2001. Presentandosi come il â??proprietario unicoâ? del servizio pubblico nel Veneto, Galan aveva insultato lâ??intera redazione ( accusata addirittura di essere un soviet) e  in particolare i due giornalisti più volte indicati con nome e cognome come â??propagandisti politiciâ?, finti giornalisti. Ovviamente erano accuse prive di fondamento, iscrivibili nella campagna orchestrata a livello nazionale dalla destra contro il giornalismo indipendente. Per il Presidente del Veneto il semplice fatto di  dar prova di autonomia, di non volergli rendere omaggio, significava  essere   contro di lui. Nei mesi successivi la Rai ha dato puntualmente risposta a questa esplicita richiesta di estromissione. Reale, vicedirettore del Tg3, è rimasto senza incarichi operativi, a disposizione del direttore. Con  Casagrande, caporedattore della sede Veneto, si è adottato il â??promoveatur ut amoveaturâ?. Eâ?? stato nominato vicedirettore della Tgr per  poter affidare la responsabilità dellâ??informazione veneta a un uomo di fiducia del governatore regionale.  La logica delle â??liste di proscrizioneâ? era scattata implacabilmente nella Rai berlusconiana.

Oggi il tribunale di Venezia ha dato ragione  ( quattro anni dopo) ai due giornalisti. Incredibilmente Galan ( che aveva chiesto una sorta di immunità per il suo ruolo istituzionale) oggi parla di un affronto della sua libertà di espressione. E dimentica di essere lâ??uomo più potente del Veneto che con le sue parole e le sue azioni  ha leso la libertà di informazione e ha cercato di imporre un modello secondo il quale spettava a  lui ( in quanto arbitro unico e insindacabile delle capacità professionali) decidere chi andasse bene e chi no. Non a caso queste sue pretese sono state ovviamente duramente contrastate anche dallâ??Ordine e dal Sindacato dei Giornalisti del Veneto.

Ma è la Rai che ora deve rispondere. Il Gazzettino di Venezia di oggi ha titolato: â??Galan perde la guerra con La Raiâ?. Lâ??azienda si trova insomma ad aver incassato, sul piano dellâ??immagine, una vittoria grazie alla capacità di due suoi giornalisti di â??tenere la chiena dirittaâ?. Ci attendiamo che la stessa azienda e  lo stesso direttore generale che ben conosce il Veneto, siano ora conseguenti riaffidando ai due gli incarichi, le competenze e le responsabilità che sono state loro tolte.

Quando parliamo di liste di proscrizione e diciamo che non riguardano solo Biagi, Santoro, Luttazzi, Sabrina Guzzanti, diciamo il vero. Ci sono decine e decine di giornalisti e dirigenti preparati e competenti  che  in questi anni sono stati rimossi  unicamente per ragioni politiche. La vicenda veneziana lo dimostra nuovamente. La Rai dia finalmente un segnale concreto di un mutamento di rotta e indirizzo. Ripristini la legalità senza aspettare che glielo impongano i giudici. Smetta di fare finta di nulla davanti al ripetersi di sentenze che dimostrano come in questi anni si sia verificata una sistematica lesione dei diritti individuali e professionali. A danno di tutti gli utenti del servizio pubblico. 
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