da Il Messaggero

Uno sguardo al futuro non dimenticando il passato, anzi prendendo proprio spunto da tutto ciò che di buono è stato fatto. Questa potrebbe essere la chiave di volta per risollevare le sorti di una televisione che lascia a desiderare in termini creativi. La Rai proprio riguardo alla memoria storica sia radiofonica che televisiva ha un bagaglio di materiale da far rabbrividire. Materiale che è stato centellinato e poi trasferito in digitale grazie alle Teche Rai. «Câ??è ancora molto da fare, ma siamo sicuramente a buon punto», dice Barbara Scaramucci, direttore delle Teche.
Ã? stato un lavoro che vi ha dato soddisfazioni?

«Certamente, sono sicura che i risultati che arriveranno nel corso dei prossimi anni saranno altrettanto soddisfacenti. Speriamo infatti di poter ultimare, nel corso del 2006, il trasferimento in digitale. Dobbiamo ripulire i nastri per poter mettere a disposizione quanto è in possesso dellâ??azienda senza problemi di sorta. Naturalmente si tratta di unâ??operazione che ci ha portato via e ci â??ruberàâ?� molto tempo. Lâ??auspicio è che il budget sia adeguato per la buona riuscita del progetto per evitare intralci e indesiderati sforamenti».
Qual è lâ??utilizzo che si fa o si è fatto con questo incredibile materiale dâ??archivio â??rinnovatoâ?�?

«Ci sono stati programmi, come Speciale per me di Renzo Arbore che ha fatto uso delle Teche Rai in maniera sofisticata e davvero molto ironica e simpatica. Così come Minoli che con Rai Educational è un altro esempio di ottimo sfruttamento delle nostre risorse. Io ho delle idee in merito. Secondo me ci sono molte possibilità di attingere allâ??archivio realizzando veri e propri palinsesti tematici. Questo lo fanno in parte RaiSat Premium, RaiSat Extra, come già detto Rai Educational e Rai Doc. Un altro sfruttamento potrebbe essere quello di raccogliere il materiale dividendolo secondo i personaggi, gli anni, i temi come quello sul terrorismo che ora è attualissimo. Infine appropriarsi dei format che hanno i diritti Rai e attualizzarli».
Da quando è iniziato il recupero del vecchio materiale a oggi quale rete si è servita di più delle teche?

«I dati che abbiamo a disposizione riguardano il periodo che va dal 1999 al 2004. Per esempio Raiuno è schizzata da 147 a quasi 420 ore di utilizzo; Raidue dalle 57 alle 375 ore; Raitre da 316 a quasi 620 ore. Senza contare Rai Sat Album e Extra e Rai Click net».
A proposito di attualizzazione, qualcosa è stato già fatto in passato?

«Certamente. Non è stato possibile fare dei nuovi Musichiere o Lascia o Raddoppia , format stranieri, ma Festa di compleanno , programma di Raiuno condotto da Amadeus è la modernizzazione di Terza B, facciamo lâ??appello una trasmissione del 1971. Come Quiz auto con Paolo Brosio e Luana Ravegnini, â??fotocopiaâ?�, o giù di lì, di Chi ti ha dato la patente del 1958. Ancora un esempio? Eccolo. Art Attack con Giovani Mucciaccia tanto in voga fra i giovanissimi ha un suo predecessore ed è Costruire è facile del 1956 condotto da Bruno Munari. Sono convinta che andando riguardando anche Campanile sera qualche buona idea potrebbe venir fuori».
Perché in tv non câ??è originalità?

«Non saprei. Credo che molti anni fa ci fosse voglia di scoprire e di rischiare. Programmi come Non Stop con gli allora sconosciuti Troisi, Arena, De Caro, Messeri, Magalli e tanti altri, che si esibivano a ruota libera, sarebbero difficili da programmare oggi così come allora».
A che cosa sta lavorando ora, fra un frammento e lâ??altro, Barbara Scaramucci?

«Ho finito di scrivere insieme con Claudio Ferretti "La vita è tutto un quiz" , un libro con Dvd in cui raccontiamo cinquantâ??anni di telequiz. Uscirà a settembre. Ã? unâ??analisi dei giochi a premi (non solo i fagioli di Raffaella Carrà che ritengo insieme con Loretta Goggi una delle migliori professioniste della televisione) trasmessi dalla Rai in questo ultimo mezzo secolo».