di Daniela Binello
La rivoluzione d??autorità è in pieno svolgimento, come lo sputtanamento dell??Onu, ma forse non la sappiamo decifrare con gli occhi asciutti
di Daniela Binello
Diverso tempo fa, era il 1999, il filosofo e politico Massimo Cacciari, intervenendo sul tema della giustizia internazionale in rapporto alla guerra, espresse un concetto che racchiude un problema fondamentale, finora mai risolto.
Cacciari affermava che al di là dei principi che regolano tuttora il quadro, assai complesso, ma normativamente regolatissimo, del diritto internazionale - si riferiva alla Carta dell??Onu (e in particolare all??articolo 2 che indica in quali casi è previsto un intervento militare a difesa della sovranità di uno stato) e agli accordi di Helsinki del 1975 ?? ??rimane una superpotenza che non è regolata dall??Onu, come è ormai evidentissimo, la cui azione non può fondarsi su alcun diritto internazionale, nel senso vero del termine, e che si orienta in base a norme etico-morali sue?. ??Sicuramente - chiariva senza eufemismi il filosofo - la politica degli Stati Uniti, interna ed estera, è orientata normativamente e sposa una logica imperiale?.
Così si esprimeva Cacciari sei anni fa e così, di fatto, si può spiegare la posizione del governo americano ogni qual volta si verifichi un atto che lo veda coinvolto rispetto a un reato, un abuso, un crimine di guerra, compiuto da loro personale militare (soldati, agenti, etc.) in un ??teatro di guerra? o, come nel caso della tragedia del Cermis, durante un??azione condotta da personale militare americano, fuori dagli Stati Uniti d??America, benché, come nel caso del Cermis, si trattasse di una ??simulazione? di azione militare. Sappiamo che, in base al Sofa, l??accordo bilaterale Usa-Italia, cioè lo Status of Forces Agreement, non è stato possibile processare in Italia i militari americani colpevoli.
Oggi è sempre più chiaro agli occhi del mondo che la profonda convinzione del governo americano è di avere la responsabilità di compiere ??guerre legittime? in quasi ogni dove, ispirate - secondo il suo punto di vista, che non si può negare, però, si fondi anche su solidi motivazioni ideali - da umanità e spirito di generosità, in quanto tese a colpire barbarie e tirannie per sostituirle con il modello di democrazia occidentale e, soprattutto, con le basi etico-morali statunitensi.
Dunque, gli Stati Uniti ?? così agendo ?? hanno introdotto o per essere più precisi rivoluzionato dal loro unilaterale punto di vista tutta la materia del diritto universale, della Carta dell??Onu, degli accordi di Helsinki, raccogliendo il consenso, man mano, di altre nazioni-partner consenzienti od occasionali.
Come osservava Cacciari, gli americani hanno imposto la loro rivoluzione travalicando la materia del diritto internazionale che norma le azioni di guerra, con l??effetto di delegittimarne tutto l??incardinamento che si ritrova a non avere più ??giustificazione? per questo tipo d??intervento (la guerra), in quanto la superpotenza americana - che per ora è consapevole di essere la più grande del mondo, ma è altrettanto consapevole che non lo sarà per sempre ?? interviene a ??suo insindacabile giudizio? laddove ritiene siano lesi alcuni diritti. Da qui si estende anche la blindatissima tutela giuridico-penale nei confronti dei suoi soldati impegnati all??estero.
??L??idea degli americani ?? sosteneva Cacciari - è che è sovrano chi ha il potere, e non solo militare e strategico, ma anche etico. Il che significa, in caso di guerra, avere dietro di sé il sostegno della comunità?.
Il problema, dunque, sta qui: se IO sono il sovrano il diritto lo faccio. Non è la verità a decidere, ma è l??autorictas. Mentre tutti stanno a guardare un massacro, un abuso, una intollerabile tirannia, senza far nulla, IO intervengo.
Questa è la situazione ed ovvio, allora, il definitivo sputtanamento dell??Onu, con un??Europa che non sa che pesci pigliare perché è venuto a cadere il gioco di sponda con le Nazioni Unite. E, nei prossimi giorni, tutto ciò sarà ancora più evidente (i 700 emendamenti di Bolton al disegno di riforma dell??Onu, e così via).
E?? in questo quadro che s??inserisce anche il caso Calipari.
Mentre tutte le persone avvertite, di buona volontà e sani principi invocano giustizia per Nicola Calipari, ed è giusto pretenderla ?? così come ne siamo convinti noi di Articolo 21, che ci sentiamo del tutto vicini alla famiglia Calipari, al suo richiamo pubblico per conoscere la verità e avere giustizia ??, in ambienti molto vicini alle forze militari americane, e che vogliono restare anonime, le considerazioni sono tecnicamente differenti.
Quando si opera in uno stesso teatro di guerra, dichiarano queste fonti, fra i vari paesi si stabiliscono degli accordi, molto dettagliati, che contemplano anche lo scambio d??informazioni, ai vari livelli. Solo su questioni che ??non interessano? la superpotenza può arrivare un esplicito ??fate voi?.
Riguardo alla fase conclusiva del rilascio di Giuliana Sgrena, queste fonti ritengono vi sia stata una probabile mancanza di collegamento. Uno dei motivi, secondo un esperto, sarebbe che il Sismi (la nostra intelligence militare), e di conseguenza anche propri funzionari in servizio come Calipari, sono considerati dei civili e non dei militari. In effetti, il dottor Calipari non era un militare in ogni caso, ma anche se lo fosse stato (è solo un esempio) entrando a lavorare nel Sismi sarebbe stato ??sollevato dai ranghi militari in base al regolamento italiano?.
Dunque, il parere tecnico dell??esperto è che ??quando in un teatro di guerra si inserisce un elemento non militare le cose si complicano per forza? (tuttavia, Calipari è stato onorato con la medaglia al valore militare: non è, allora, una contraddizione in termini?). Questa forma di ragionamento tende palesemente a supportare la teoria americana dello ??sfortunato incidente? e, infatti, l??esperto commenta: ??Rispetto agli europei, le forze armate americane hanno certamente maggiore latitudine nell??uso delle armi e sono molto più rigide nell??applicazione delle loro norme. Le concessioni non sono contemplate. Quando la percezione della minaccia è diversa, inoltre, è chiaro che vi è un disaccordo?.
Il problema, allora, è se accettare o no queste regole, non più dettate dal quadro internazionale in materia di giustizia e diritti umani, che credevamo assodato ?? oltre che giusto -, bensì secondo le nuove regole decise dalla rivoluzione americana.