di di â??Diarioâ?
A dodici mesi di distanza, qualcosa di Enzo Baldoni ci viene restituito dallâ??Iraq che lo aveva rapito e ucciso alla fine di agosto dellâ??anno scorso. Ã? poco, per ora. Un frammento di un corpo che il Dna ha riconosciuto come suo, che non sappiamo chi abbia trovato, chi abbia trattato, chi abbia consegnato e per quanto.
Tutto ciò è evidentemente molto macabro, eppure ai familiari di Enzo, a tutti i suoi amici e a tutti i suoi lettori, è apparso come una buona notizia. Viene restituito qualcosa; anche lâ??inferno ha i suoi canali per arrivare alla superficie e dare contezza di un rapimento e di un omicidio che, a distanza di un anno, ci sembra lontanissimo, per tutto quello che in Iraq in dodici mesi è successo. Dal Paese che doveva essere riportato alla democrazia, dal Paese dove nessun giornalista libero osa più avventurarsi, ci viene restituito il frammento del corpo di un giornalista coraggioso, non comune e molto, molto bravo.
â??Diarioâ? ha proposto al presidente Ciampi che, oggi â?? alla luce di questo frammento di certezza e alla luce di quanto è stato documentato Enzo Baldoni ha compiuto in Iraq â?? consideri di consegnare alla sua famiglia una medaglia dâ??oro al valor civile. Le sue ultime 48 ore di vita,
il convoglio della Croce rossa che organizzò per portare aiuti, medicinali e medici a Najaf assediata, sono la più bella impresa degli italiani in Iraq. Le medaglie sono segni, come le parole che Enzo scriveva.