Articolo 21 - Editoriali
Legge sulle intercettazioni: siamo in allerta
di Vittorio Roidi
Intercettazioni, restiamo in allerta perché, nonostante le altalene e i ripensamenti, il provvedimento che sta per uscire dal cassetto del Governo potrebbe essere una trappola. Lâ??idea del carcere per il giornalista che pubblichi il contenuto di unâ??intercettazione telefonica forse è tramontata. Pare che perfino Giuseppe Gargani abbia espresso contrarietà . Si passerebbe alla pena della sospensione del giornalista dallâ??Albo. Però questa sanzione sarebbe comminata dal magistrato, che inviterebbe lâ??Ordine dei giornalisti ad eseguirla. Non ci sarebbe, dunque, un procedimento disciplinare, come la legge oggi prevede, al termine del quale lâ??Ordine emetterebbe un verdetto e una (eventuale) punizione. Ci sarebbe una decisione del giudice, punto e basta. Lâ??Ordine sarebbe un esecutore.
Eâ?? accettabile questa prospettiva? Si pone la stessa domanda che molti colleghi si sono fatti quando si discuteva del disegno di legge (chissà che fine ha fatto) sulla diffamazione: non è più dignitoso andare qualche giorno in prigione, piuttosto che vedersi interdire (dal giudice) lâ??esercizio della professione?
Siamo in un paese in cui la libertà di stampa non entra nella testa dei politici. Câ??è sempre qualcuno che la vuole limitare, naturalmente quando gli fa comodo. La mia proposta è: esiste già una legge e un codice sulla protezione della privacy dei cittadini. La pubblicazione (illecita, cioè nei casi non previsti dalle norme penali) deve costituire una violazione delle norme deontologiche. Dica il Consiglio nazionale dellâ??Ordine, che si riunirà in ottobre, se le regole oggi esistenti (che possono portare alla radiazione) sono sufficienti. E se non lo sono, ne faccia di nuove, più precise e rigorose.
Eâ?? accettabile questa prospettiva? Si pone la stessa domanda che molti colleghi si sono fatti quando si discuteva del disegno di legge (chissà che fine ha fatto) sulla diffamazione: non è più dignitoso andare qualche giorno in prigione, piuttosto che vedersi interdire (dal giudice) lâ??esercizio della professione?
Siamo in un paese in cui la libertà di stampa non entra nella testa dei politici. Câ??è sempre qualcuno che la vuole limitare, naturalmente quando gli fa comodo. La mia proposta è: esiste già una legge e un codice sulla protezione della privacy dei cittadini. La pubblicazione (illecita, cioè nei casi non previsti dalle norme penali) deve costituire una violazione delle norme deontologiche. Dica il Consiglio nazionale dellâ??Ordine, che si riunirà in ottobre, se le regole oggi esistenti (che possono portare alla radiazione) sono sufficienti. E se non lo sono, ne faccia di nuove, più precise e rigorose.
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