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Nessuno copre le violenze dei poliziotti a Roma: il caso Cucchi ha lasciato il segno
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di DENTRO LE NOTIZIE

Nessuno  copre le violenze dei poliziotti a Roma: il caso Cucchi ha lasciato il segno
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  • I TITOLI DEI TG DEL 12 MAGGIO 2010 - Molta politica interna – l’ulteriore raffreddamento dei rapporti tra  Berlusconi e Fini   - soprattutto  nei tg  della Rai. Tutte le testate danno spazio al disastro aereo in Libia e alla vicenda pestaggi a Roma ad opera della polizia di Stato. La notizia della liberazione del  25enne Stefano Gugliotta, giunge poco prima di andare in onda  ed è ripresa con diversi titoli  e  ampi servizi , insieme a quella del poliziotto indagato e alla decisione del Viminale di costituirsi  parte civile contro gli agenti eventualmente  a processo  per violenza. 

    Nessuna difesa d’ufficio, nessun richiamo alla sacralità della divisa: tg normali di un Paese normale . Crediamo che su questo abbiano positivamente influito le recenti vicende legate alla morte di Stefano Cucchi, che giornali e tg in generale hanno seguito con dovizia di attenzioni, interpretando  un sentire diffuso e la ribellione verso apparati  dello  Stato che usano  violenza ai propri cittadini, tanto più se affidati  alla loro custodia.  I video dei pestaggi diffusi dai tg in questi  giorni,  parlano del resto quasi da soli. Rimangono domande inquietanti; alcune le abbiano poste, nel commento quotidiano, a Claudio Giardullo, Segretario Nazionale del Sindacato Italiano Lavoratori  Pubblica Sicurezza, della CGIL.

    I TG 1, 2,3 e 5 riportano il cambio di  strategia chiamiamolo così -  dell’ex Ministro Scajola che a 10 giorni dalle dimissioni ha deciso di non   farsi ascoltare dai magistrati di Perugia, non sentendosi più un soggetto informato sui fatti, ma un soggetto di fatto indagato. Il Tg 3 c i aggiorna sul piano casa, non quello del Governo, ma quello dell’imprenditore Anemone che avrebbe “beneficiato” un altro importante interlocutore ministeriale   di una mezza milionata di euro per “aiutarlo” a dotarsi di   un tetto sopra la testa.

    Infine segnaliamo una bellissima, poetica copertina del TG La 7: splendide immagini dall’Italia e dal mondo, attuali e passate, legate dalla musica  e dalle parole  di una altrettanto splendida canzone , “ Cosa Sarà”, cantata da dalla e De Gregori. Abbiamo però stentato a capirne la ratio, all’inizio di un TG. Svelato l’arcano: serviva ad annunciare una presenza televisiva dei due big,  “prossimamente sui  nostri schermi”.


    Il Commento:  Claudio Giardullo, segretario Silp
      (intervista di Michele Cervo)

    Quasi tutti i telegiornali di oggi si sono occupati nei titoli della scarcerazione di Stefano Gugliotta. Claudio Giardullo lei è il segretario del silp – cgil uno dei principali sindacati di polizia, dunque anche i telegiornali di oggi hanno  un po’ preso le distanze. Quando avvengono questi fatti si parla di  mele marce. Ma le mele nascono su un albero e chi le rende marce è l’albero. Secondo lei c’è qualcosa che non va in tutta la struttura della polizia di stato?
    “No, sarebbe un errore generalizzare. Noi riteniamo che i fenomeni siano abbastanza isolati che riguardano singole persone o al massimo piccolissimi gruppi  di persone che male intendono il loro ruolo. D’altronde statisticamente per corpi di polizia che hanno ognuno almeno 100mila persone, purtroppo è da mettere in conto. L’obiettivo è quello di fare in modo che non accada mai. Però è solo un obiettivo tendenziale. Si sta lavorando perché questo non succeda. Però è sbagliato generalizzare. Parlare di mele marce ovviamente è un errore. Può succedere, specie se gli agenti sono giovani. L’ordine pubblico è un servizio abbastanza delicato in pochi secondi un operatore deve prendere una decisione e deve tenere un certo atteggiamento. Può succedere che sbagli può succedere che non controlli le sue reazioni, può succedere che faccia un uso sproporzionato della forza rispetto ai rischi che ci sono in quel momento. La formazione su questo versante è fondamentale. Noi riteniamo che costantemente ci si debba ricordare da professionisti chi si ha davanti. La prima cosa che un operatore di ordine pubblico deve sapere  è la persona che ha davanti. Per quali motivi sta manifestando per quali motivi. La seconda è quella di controllare le proprie reazioni. A volte non succede c’è chi pensa che l’obiettivo sia esclusivamente l’uso della forza, sono pochissimi, c’è da fare un lungo lavoro, ovviamente sul piano della formazione e non sarebbe sbagliato se dal livello politico arrivasse qualche messaggio in più sul piano strategico. Non solo dire quali sono gli obiettivi di sicurezza al di fuori dello stadio o in altre circostanze, ma anche ricordare a tutti che tra gli obiettivi strategici c’è quello di rispettare i diritti della persona comunque e in ogni caso”.

    Lei ha parlato di formazione. Però la persona che in questo momento risulta indagata è un poliziotto in servizio da 15 anni in quel reparto. Non doveva avere già una certa esperienza?
    “Si, senza dubbio. Però la formazione deve essere permanente. Nel senso che questi sono lavori che producono uno stress psicofisico notevolissimo. Bisogna rimettere in moto tutti i meccanismi e le procedure per controllare  le reazioni. Poi c’è una questione fondamentale, la seconda cui accennavo, è sempre bene che in uno stato democratico chi ha la responsabilità politica delle forze di polizia mandi un messaggio molto chiaro. Vogliamo garantire la sicurezza, ma vogliamo rispettare i diritti”.

    In questo caso come giudica la posizione del Ministero dell’Interno che, nel caso dovessero risultare delle responsabilità da parte delle forze di polizia,  si costituirà parte civile.
    “Noi siamo d’accordo che chi ha sbagliato paghi. Se il Ministero vuole assumere anche questa decisione va benissimo. Ovviamente il danno è costituito dal fatto che l’immagine di centinaia di migliaia di poliziotti non può essere offuscata dall’errore più o meno volontario di pochissime persone. Mi auguro che oltre a costituirsi parte civile si provveda a fare investimenti in più sul piano della formazione. Gli ultimi tagli delle ultime due finanziarie da questo punto di vista non aiutano”.


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