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Articolo 21 - INTERNI
Si suicida a 48 ore dalla libertà
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di redazione

Si suicida a 48 ore dalla libertà Sarebbe tornato in libertà domani, dopo aver scontato la sua pena. Invece lo hanno ritrovato cadavere nel pomeriggio di ieri. Lui si chiamava Agatino Filia, 56 anni, catanese trasferito da poco presso il carcere delle Sughere a Livorno ed era addetto alle pulizie. Stando alle ricostruzioni giunte attraverso i comunicati dei sindacati di polizia penitenziaria e dell'Osservatorio permanente delle morti in carcere, il corpo sarebbe stato rinvenuto nella tromba delle scale, ipotesi: suicidio per impiccamento. Tuttavia, rimarca l'Osservatorio è inevitabile evidenziare come vi siano delle anomalie evidenti nel caso: “ l’uomo stava per terminare la pena (sarebbe stato scarcerato domani); il luogo in cui è stato ritrovato il cadavere è “insolito”, perché quasi sempre i detenuti si impiccano nel bagno della cella; il cappio “sembra” sia stato ritrovato a terra e non stretto intorno al collo ( pezzi di stoffa legati, come a voler formare una corda artigianale)”. Anomalie a cui si aggiunge, denota ancora l'Osservatorio, il contesto in cui è avvenuto il decesso: il carcere delle Sughere, già tristemente noto per la controversa vicenda di Marcello Lonzi, morto nel 2003, pur essendo di medie dimensioni ha fatto registrare negli ultimi 8 anni un elevato numero di decessi, ben 17 di cui “9 i suicidi accertati, 3 morti per “cause naturali” e 5 per “cause da accertare”...”
Non hanno invece dubbi i sindacati di polizia che attribuiscono anche questo presunto suicidio allo stato generale di malessere delle carceri: “ Riteniamo che un suicidio messo in atto a 48 ore dalla libertà- dichiara per esempio Eugenio Sarno dello Uil Pa Penitenziari - debba aprire a nuove, amare, considerazioni su cosa è oggi la detenzione in Italia e sulle genesi di tali atti estremi... Evidentemente un   sistema penitenziario, ingessato e paralizzato dall’impossibilità di affermare il mandato rieducativo e risocializzante della pena e, quindi, non in grado di preparare ad una nuova vita sociale, contribuisce  ad alimentare ancor più quella spirale di disperazione che è fonte di tanti atti di autolesionismo o autosoppressione.”
Intanto il malessere delle carceri continua ad essere circostanziato anche dai dati recenti contenuti nel'ottavo rapporto di Antigone presentato oggi a Roma: “  L'Italia, con i suoi 67.428 detenuti stipati in 45.817 posti, presenta un tasso di sovraffollamento di 147,1 detenuti ogni 100 posti. Al primo settembre 2009, data dell'ultima rilevazione ufficiale del Consiglio d'Europa, il tasso di sovraffollamento in Italia era analogo (148,2%) e rappresentava un record assoluto in Europa, superato solo dalla Serbia (157,9%).” Questo a fronte però di tassi di criminalità molto più bassi rispetto ad altri paesi europei.

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