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Carceri: 11 suicidi dall'inizio dell'anno
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di redazione

Carceri: 11 suicidi dall'inizio dell'anno Visti i dati di partenza di questi primi due mesi, il 2010 rischia di eguagliare, se non superare il record registrato nel 2009. E non stiamo parlando di un record invidiabile. Si tratta del numero di suicidi in carcere che dall'inizio dell'anno ad oggi ha già toccato quota 11, 4 nelle ultime 36 ore. Ieri è stata la volta del carcere di Vibo Valentia, dove si è tolto la vita un uomo di di 42 anni originario di Taurianova la cui detenzione avrebbe avuto termine nel 2012. Di lui non si sa nulla, a parte la modalità scelta per toglersi la vita: si è impiccato con le lenzuola del letto. Preceduto, il giorno prima da  Walid Aloui, tunisino di 28 anni, suicida nel carcere di Padova, episodio che fa dire a Eugenio Sarno, segretario generale della Uil Penitenziari: “ Padova non e' quell' Eden penitenziario di cui sui favoleggia - aggiunge Sarno - ci sono evidenti criticita'. Questo suicidio e' la piu' spietata delle denunce sulle vere condizioni della casa di reclusione di Padova, tra l'altro da noi denunciate attraverso una relazione redatta al termine di una mia visita effettuata nel novembre 2008.”;  nello stesso giorno a togliersi la vita anche Vincenzo Balsamo, tossicodipendente, 40 anni, impiccatosi con il laccio della tuta nel bagno della cella, presso il carcere di Fermo dopo aver giocato a carte con i compagni di cella, come riporta l'associazione Ristretti Orizzonti.
Un suicidio che la moglie di Balsamo non accetta, giacchè, lui, non aveva dato segnali di alcun tipo. Non aveva manifestato la volontà di togliersi la vita, ma si era lamentato delle condizioni disumane in ci versava in carcere insieme a i suoi compagni. Era stato arrestato qualche giorno prima in seguito alla revoca dell’affidamento in prova ad una comunità di accoglienza, e in carcere c'era stato diverse volte sempre per questioni legate allo spaccio di sostanze stupefacenti. Assieme ad altri detenuti ( 1.200 in tutto) si era rivolto all'associazione Antigone affinchè la stessa facesse ricorso alla Corte europea per i diritti umani, ma non ha voluto aspettare una risposta.
A tal proposito il radicale Perduca annuncia un'imminente visita presso il carcere e denuncia la carenza di un'adeguata assistenza psicologica: “ Visitando il Carcere di Ascoli e Ancona nei giorni scorsi- dichiara- ho potuto constatare come purtroppo l'assistenza psicologica psichiatrica anche negli istituti di pena della Marche sia ridotta ai minimi termini il che è grave in generale perché il sovraffollamento acuisce i sintomi negativi della detenzione, ma nel caso di tossicomani è sicuramente una gravissima omissione di assistenza medica.”
Dimensione non dissimile da quella che ha portato alla morte Walid Aloui. Aloui, tunisino, si trovava nella Sezione "Protetti", del carcere di Padova, perchè accusato di violenza sessuale. Oltre a non aver contatti con gli altri detenuti, Aloui, denuncia sempre Ristretti Orizzonti, si trovava all'intetrno di una cella di 3metri x 2 insieme ad altri due compagni. Dimensioni molto al di sotto degli standard minimi imposti, di 3,5 mt quadri a persona, situazione che ha già portato l'Italia ad una condanna da parte della Corte europea per i diritti dell'uomo. A questi nomi si aggiungono poi una serie di altre morti classificate come suicidi: a Brescia, detenuto tunisino di 27 anni, uccisosi il 23 febbraio, Spoleto, Ivano Volpi, 29 anni, uccisosi il 29 gennaio, Milano, Mohamed El Abbouby, 25 anni, uccisosi il 15 gennaio, Massa Carrara, Abellativ Eddine, 27 anni, uccisosi il 13 gennaio,  Verona, Giacomo Attolini, 49 anni, uccisosi il 7 gennaio, Sulmona, Antonio Tammaro, 28 anni, uccisosi il 7 gennaio, Cagliari, Celeste Frau, 62 anni, uccisasi il 5 gennaio, Altamura, Pierpaolo Ciullo, 39 anni, uccisosi il 2 gennaio.
Uno scenario inquietante che mette di nuovo la situazione carceraria al centro dell'attenzione, a partire dal dato sovraffollamento: siamo arrivati a quota 66.161, ovvero 25.000 in più rispetto alla capienza regolamentare, con un tasso di suicidi che tende a crescere vertiginosamente. Stando all'analisi effettuata da Ristretti orizzonti, negli ultimi 10 anni i detenuti suicidi nelle carceri italiane sono stati 568 mentre nel decennio 1960-69 sono stati "soltanto" 100 il che significa che si è verificato un aumento in termini percentuali del 300%. Una possibile spiegazione risiederebbe nel fatto che mentre 40 anni fa i detenuti erano soprattutto criminali di professione, oggi si tratta soprattutto di soggetti socialemente emarginati, più fragili psicologicamente e dunque privi degli strumenti adatti ad affrontare la condizione detentiva.
L'allarme generato dalle ultime vicende ha spinto dunque il Dap a chiedere l'aiuto e il sostegno delle associazioni. Ieri il primo incontro per cominciare ad elaborare strategie comuni e atte a fare prevenzione.

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