di Marco Conti
da Il Messaggero
«IL GOVERNO ha fatto quello che doveva fare e abbiamo informato anche il Quirinale. Fazio non cede perché è convinto di stare nel giusto, ma ora non possiamo andare oltre perché produrremmo uno strappo troppo forte per il Paese. Quindi questo comunicato non serve».
Così nel primo pomeriggio di ieri Silvio Berlusconi ha rimesso nel cassetto lâ??idea del ministro dellâ??Economia Domenico Siniscalco che si era presentato allâ??appuntamento a Palazzo Grazioli con un appunto da trasformare in comunicato, con il quale il governo avrebbe dovuto chiedere al Governatore di Banca dâ??Italia, «fatta salva la correttezza del suo operato», di farsi da parte. Mezzâ??ora di colloquio a tre a Palazzo Grazioli Berlusconi, Siniscalco e Letta non è però bastata a convincere il presidente del Consiglio che continua a rifiutare lâ??idea della soluzione traumatica giudicandola «rischiosa specie per i contraccolpi in seno alla Bce». Non solo, il premier al termine del colloquio ha invitato lo stesso Siniscalco ad apprezzare il gesto distensivo del Governatore che non sarà oggi alla riunione dellâ??Ecofin proprio per non mettere in imbarazzo il titolare di Via XX Settembre. Un gesto di buona volontà che a Via Nazionale non intendono però come segno di resa «perché spiegano Fazio sarà a Basilea al summit, ben più importante, dei banchieri centrali del G10».
Nessuna lettera o comunicato, quindi, nessun atto formale da parte del governo o della presidenza del Consiglio. Nessun sollecito di esame del caso nemmeno al Consiglio superiore di Bankitalia. Questâ??ultima ipotesi preoccupa peraltro anche gli avversari del Governatore che temono unâ??ulteriore pronuncia del Direttorio in favore di Antonio Fazio, e viene vista con sfavore dallo stesso Berlusconi che a Siniscalco ha fatto notare che in caso di pronuncia del Direttorio sfavorevole, il governo, e per primo il ministro dellâ??Economia, si troverebbe in grande imbarazzo.
Dâ??altra parte, Berlusconi sa bene che Fazio non ha nessuna intenzione di farsi da parte e di ammettere, con le dimissioni, responsabilità che non ritiene di avere. «Sono pronto a lasciare se ci sarà la riforma e se cambieranno gli azionisti di Banca dâ??Italia», continua a ripetere il Governatore che anche ieri ha fatto intendere ai suoi interlocutori telefonici che non ha nessuna idea di farsi da parte: «Dimissioni? E di chi? Siniscalco forse, è lui che ne ha parlato». Fazio non cede e ieri a Palazzo Grazioli, quartier generale berlusconiano, non sono sfuggiti gli editoriali dei principali giornali cattolici che sono intervenuti in difesa di Fazio e il montante mugugno dellâ??ala cattolica della Cdl e della stessa Forza Italia che riportano al premier umori non proprio benevoli che si respirano Oltretevere.
«Qualcuno deve capire che più continua questa canea e più non si ottiene nulla», è il ragionamento che fa il presidente del Consiglio in queste ore. A Siniscalco Berlusconi ha chiesto di tenere bassa la faccenda oggi a Manchester e, soprattutto, di non assecondare le intemerate dei colleghi di altri paesi. Allâ??estero la vicenda italiana viene infatti seguita con particolare attenzione e qualche giorno fa è stato lo stesso presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo a raccontare ad un amico di aver ricevuto la telefonata del commissario Ue al Commercio Mandelson il quale, oltre a ringraziarlo per la barca prestatagli per le vacanze, raccontava lo sconcerto che in questi giorni si vive a Bruxelles per il caso Fazio.
Berlusconi per ora resta comunque cauto, in attesa di ipotetici sviluppi giudiziari e di vedere cosa raccoglierà la mozione parlamentare bipartisan contro Fazio, mentre câ??è anche da riscontrare la riuscita dello sciopero minacciato dai dipendenti di Bankitalia.