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Articolo 21 - Editoriali
Call center, la rivolta dei precari. Scioperano i lavoratori Atesia
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di Giorgia Ariosto

da L'Unità

 Ã? la rivolta dei precari e parte dai call center. Per la prima volta il popolo dei â??telefonistiâ? sceglie la linea dura contro la precarizzazione. Ã? in corso infatti il primo sciopero nazionale dei lavoratori del gruppo Cos, il più importante gruppo di informatica e contact center italiano di cui fa parte Atesia, e che ha da poco acquisito Finsiel.

Allo sciopero proclamato dalle segreterie dei sindacati della comunicazione, Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil, ha aderito anche il Nidil, il sindacato dei lavoratori atipici appartenenti a Cgil.

Per la prima volta infatti, come spiega Emilio Diafora, segretario generale Nidil, a Palermo, Catania, Napoli, Roma e Milano «lavoratori dipendenti e atipici hanno incrociato le braccia sulla base di unâ??unica piattaforma»: da un lato superare la precarizzazione attraverso la parificazione delle posizioni contrattuali e la stabilizzazione del lavoro atipico, presente soprattutto in Atesia, dallâ??altro lâ??apertura della contrattazione di secondo livello per i lavoratori dipendenti.

Ma nel mirino dei sindacati finiscono anche aspetti dellâ??assetto occupazionale: orario di lavoro giornaliero e settimanale e, soprattutto, il mancato riferimento allâ??indicazione di turnistiche specifiche da richiedere ai lavoratori - invece della richiesta di disponibilità 24 ore su 24 -che nel caso dei part time è prevista dalla legislazione.

Si sono dati appuntamento questa mattina in Piazza Barberini, di fronte alle sedi dellâ??azienda, precari e dipendenti insieme. Si, perché il problema riguarda da vicino anche questi ultimi: per 171 scatterà infatti la cassa integrazione.

Ma su 12mila lavoratori solo 3mila sono dipendenti nel gruppo Cos. E la situazione più allarmante si registra in Atesia dove su oltre 4mila unità solo 200 hanno un contratto di inserimento. Per gli altri un destino comune: la precarietà. Sono perlopiù co.co.co in proroga fino al 30 Settembre. Dopo li attende invece il contratto a progetto.

«Bisogna alzare e di molto il numero dei lavoratori dipendenti, questa non è unâ??azienda è un fantasma» denuncia Emilio Miceli, segretario generale Slc-Cgil.« Lâ??unico strumento per mettere insieme le esigenze dei dipendenti e degli atipici è la contrattazione di secondo livello che costruisca un sistema di solidarietà». La parola dâ??ordine per il sindacato è dunque la contrattazione collettiva, una strada che lâ??azienda non intende percorrere.

Lâ??intesa siglata dai sindacati confederali nel 2004 prevedeva infatti, per Atesia, lâ??inserimento di 550 lavoratori a progetto e per altri 1100 il passaggio al contratto di apprendistato professionalizzante. «Ad oggi lâ??accordo è completamente disatteso - spiega Miceli che lamenta come 1600 lavoratori siano ancora precari. Secondo il segretario Slc lâ??azienda si è sempre coperta dietro la legge 30 che prevede la regolamentazione attraverso leggi regionali. Una legge che lâ??amministrazione Storace «non ha mai fatto».

Ed ora il colosso dei call center ha scelto di «andare allo scontro» - spiega Miceli â?? comunicando ai lavoratori lâ??attivazione unilaterale dei contratti di inserimento previsti dallâ??intesa del 2004 senza il coinvolgimento dei sindacati. Che si preparano alla guerra. «Ã? solo il primo sciopero, ma ne verranno altri» annuncia Miceli.

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