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Articolo 21 - Editoriali
LEGGI CHIARE SENZA ANATEMI
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di Carlo Fusi

da Il Messaggero

 IL VIA libera di Romano Prodi ai Pacs e al riconoscimento dei diritti per le unioni di fatto che sembrava ammiccare anche alle coppie gay, ha provocato un corto circuito nei settori cattolici e una risentita nota dellâ?? Osservatore Romano che lo ha accusato di essere cinicamente alla caccia di voti. Ma ha anche colto la sostanza di un problema che è sentito da milioni di cittadini, e che uno Stato laico ha il dovere di regolamentare e non bollare con anatemi. Non a caso nellâ??Ue la questione è disciplinata da leggi seppur diverse a seconda della sensibilità e dei costumi di ciascun Paese; e questo proprio perché ne viene considerata la rilevanza e la necessaria tutela dei diritti ad esempio sanitari o di assistenza di chi decide di vivere sotto lo stesso tetto pur non avendo un legame di tipo matrimoniale. Ed è anche significativo che corposi settori del centro-sinistra abbiano puntualizzato che il riferimento prodiano non era alle coppie gay ma al composito universo delle convivenze.
Intendiamoci. Come sempre quando si tratta di materie legate alla società civile, la divaricazione tra chi le affronta seguendo un criterio etico e dunque nel caso in esame lancia allarmi sul rischio che si legittimino unioni tra persone dello stesso sesso e chi invece preferisce ragionare in termini laici, è netta e praticamente impossibile da comporre. Tuttavia, se trasportato sul terreno concreto dellâ??azione politica, il problema non può essere eluso, né tantomeno risolto brandendo il bastone della morale, pena sonore sconfessioni da parte degli elettori come è accaduto nei referendum sulla fecondazione assistita.
E dunque, secondo questâ??ottica, la mossa sui Pacs è servita al leader dellâ??Unione da un lato a mettere in risalto un tema che trova larga cittadinanza nello schieramento che guida; e dallâ??altro seppur al prezzo di successive precisazioni sul versante delle unioni omosessuali a stoppare sul nascere accuse di deriva zapaterista, che non a caso proprio alcuni maggiorenti della Margherita hanno provveduto a respingere, sottolineando lâ??incostituzionalità del sì alle coppie omosessuali. Sul fronte opposto, nel centro-destra cioè, pur con un evidente ed obbligatorio accento sulla priorità della famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo ed una donna, in molti hanno convenuto sulla posizione di Gianfranco Fini: sul no cioè allâ??equiparazione giuridica tra le famiglie e le unioni di fatto, senza però che ciò significhi penalizzazioni o peggio discriminazioni dei diritti di nessuno.
Al di là del caso specifico, il nodo di fondo rimanda ai programmi che Cdl e Unione stanno affinando in vista della competizione del 2006. Prodi ha detto di non volerne presentare uno di stampo doroteo, zibaldone di tutte le anime che compongono la sua coalizione. Il che vuol dire che sarà obbligato via via a precisare posizione e contenuti, dalla politica estera a quella economica, e non sarà un esercizio agevole. Ma anche il Polo sarà costretto a smettere di barcamenarsi su versanti certo rilevanti ma di stampo politichese, tipo partito unico o riforma elettorale, per concentrarsi su argomenti di carattere più sociale e concreto. Anche perché sarà su quelli che alla fine gli elettori decideranno a chi affidare il governo dei prossimi cinque anni.

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